Dal Garda alla vetta del Monte Bianco per “Ripartire da Zero”
LAGO DI GARDA - Dai 65 metri del lago ai 4.810 della vetta più alta d’Europa per ripartire da zero. Dopo l’intervento all’anca, la guida alpina Omar Oprandi presenta il suo nuovo progetto: il tour del Nord Italia dal Castello di Drena a Chamonix. Poi la scalata del Monte Bianco. Il tutto entro il 14 maggio.
Si chiama così, Ripartire da Zero, il progetto di Omar Oprandi, guida alpina e campione di scialpinismo di Drena, borgo del Garda trentino, che dopo essere stato operato all’anca destra nel 2019 e a quella sinistra lo scorso 14 marzo, ha deciso appunto di ripartire da capo, ovvero di rinascere, di ritrovare la forza fisica e, soprattutto, di farsi esempio per infondere coraggio a chi, come lui, affronta il recupero da un’operazione.
Omar partirà da Riva del Garda martedì 3 maggio per attraversare il lago fino a Salò in barca a vela, poi pedalerà in sella a una mtb fino a Chamonix. Da lì comincerà la salita “normale” al Monte Bianco con l’attrezzatura da scialpinismo, fino al rifugio dei Grands Mulets a 3050 metri, dove pernotterà. Il giorno dopo la salita fino alla vetta, dove conta di arrivare entro mercoledì 11 maggio, giusto per rimanere sotto i 60 giorni dalla data dell’ultima operazione, un tempo di recupero decisamente arduo e rapidissimo.
Le tappe di “Ripartire da Zero”
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Omar partirò in mtb, dal suo paese – Drena (TN) – per raggiungere il Porto San Nicolò a Riva del Garda (TN) dove assieme ad amici dell’associazione AVSN e Sail The Mountain Sail The Mountain – The Blue & Green Things – Sail the Mountain | Facebook navigherà sul Lago di Garda in barca a vela fino al porto di Salò (BS) dove, dopo cena in barca, trascorrerà la notte;
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la mattina seguente partirà in mtb per attraversare gran parte del Nord Italia con diverse tappe “libere”, sia da tempistiche che da punti “obbligati” da attraversare o raggiungere. Lungo il tragitto seguirà un mio personale “percorso ideale” che elaborerà con l’uso di PC e GPS, con l’obbiettivo di evitare strade trafficate con lo scopo di arrivare a Courmayeur (AO) a quota 1224 m;
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da Courmayeur “espatrierà” in Francia, attraverso il Tunnel del Monte Bianco fino a Chamonix (Alta Savoia) a quota 1030 m, da dove vedrà “in faccia” il versante del suo obbiettivo;
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da Chamonix tenterà la salita “normale” al Monte Bianco con l’attrezzatura da scialpinismo fino al Rifugio dei Grands Mulets a 3050 m dove trascorrerà la notte;
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il giorno dopo cercherà di raggiungere la cima del Monte Bianco a 4810 m
«Non sarà un’impresa – dice Omar – e chiaramente non ho in mente di fare un record. L’obiettivo è comunicare l’importanza della forza di volontà. Non farò il percorso correndo, ma prendendo i giusti tempi, con un sano spirito goliardico».
Spiega Omar: «L’obbiettivo è solo quello di ricominciare col fare ciò che mi è necessario. Il mio scopo è quello di rendere fattibile ciò che sembra difficile attraverso la forza di volontà. Attraverso gli allenamenti fisici nella ricerca della mia nuova “rinascita”. Non sarà una gara. Ogni giorno sarò al lavoro mentalmente e fisicamente per “Ripartire da zero”, e arrivare con convinzione a quello che ero prima. Perché è proprio questo il senso. Far capire che un uomo, dopo che cade, può rialzarsi più forte di prima per raggiungere un obbiettivo all’apparenza impossibile».
Omar è arrivato alla fase pre-operatoria con una preparazione fisica eccellente, per garantirsi poi un recupero più rapido. La stessa avventura che ha deciso di intraprendere simboleggia in un certo senso il percorso post-operatorio: partenza soft in barca a vela, riabilitazione in bici e recupero totale salendo la vetta più alta d’Italia.
Omar Oprandi è conosciuto per le sue imprese atletiche e sportive (leggi qui il suo curriculum). Classe 1965, originario di San Pellegrino Terme in provincia di Bergamo e da una ventina d’anni residente a Drena, dove vive con la moglie Sabrina e la figlia Niki, è guida alpina dal 1997, accompagnatore di mountain bike e allenatore federale FISI di scialpinismo. Pratica anche arrampicata e parapendio. Con gli sci e le pelli di foca ai piedi ha vinto un centinaio di gare in vari circuiti.
Ora si lancia in questa nuova avventura, senza record da battere, ma con un messaggio ben preciso da lanciare: «Il senso di tutto questo è far capire che un uomo, dopo una caduta, può rialzarsi e proseguire più forte di prima».
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