A Droane la distribuzione del pane per la festa di San Vigilio
VALVESTINO - Sabato 25 giugno a Droane, in Valvestino, torna la festa di San Vigilio con la tradizionale distribuzione del pane dopo la messa.
Nel borgo rurale di Droane – quattro residenti, compresa la piccola Federica, nata a febbraio – si rinnova la tradizione della distribuzione del pane.
Accadrà sabato 25 in occasione della festa del patrono, San Vigilio, quando, per un’antica disposizione testamentaria ancora oggi rispettata, alla fine della messa sarà distribuito del pane ai fedeli. Secondo la tradizione fu un’anziana donna scampata a un’epidemia di peste nel Cinquecento che impose, lasciando in eredità i suoi terreni a Droane, la condizione di celebrare una messa in suffragio della sua anima nella ricorrenza di San Vigilio e distribuire del pane a chi avesse assistito al rito.
La tradizione oggi si perpetua, sotto forma di festa paesana.
Il programma prevede, per chi volesse raggiungere Droane con una camminata in compagnia di un paio d’ore, il ritrovo alle 9 in località Lignago (sulla Sp 9, dove c’è la targa del vecchio confine austro-ungarico).
Alle 11.30 la messa nella chiesetta di San Vigilio, con la tradizionale distribuzione del pane benedetto.
Alle 13 l’apertura dello stand gastronomico. Sarà l’occasione per scoprire il borgo rurale di Droane, l’angolo abitato più remoto della Valvestino. Forse è il più antico insediamento della zona: la chiesetta è citata in una bolla di Urbano III del 1186. Vi risiedevano decine di famiglie fino al XVI secolo, quando, come narra la tradizione, la popolazione fu decimata dalla peste.
Droane. Tra realtà e leggenda
Info tratte da visitvalvestino.it.
In un anno imprecisato tra il 1496 e il 1537 una violenta epidemia di peste si propagò nel villaggio di Droane facendo strage della sua popolazione, 150 abitanti circa.
La pestilenza fu così terribile che, ponendo una pagnotta alla Croce di Camiolo, fra Droane e la Val Vestino, la parte di pagnotta rivolta verso l’abitato di Droane anneriva e marciva, mentre l’altra restava bianca.
Sopravvissero solo due vecchiette che, essendosi rifugiate in una stalla, si resero immuni all’infezione grazie all’odore del caprone “bec”. Trovatesi sole, le due donne cercarono ospitalità altrove, dirigendosi verso Magasa. Qui furono respinte per paura del contagio, così dovettero proseguire per Tignale. La fatica fu fatale ad per una delle due donne che morì di stenti lungo il cammino, mentre l’altra giunse a destinazione e trovò buona accoglienza. Alla sua morte lasciò quindi in eredità la terra che possedeva presso Droane, subordinando il lascito all’osservanza di una condizione: che ogni anno il 26 giugno, giorno di San Vigilio, santo a cui la donna era particolarmente devota, vi si celebrasse una Messa in suo suffragio e al termine di essa venisse distribuito un quintale di pane benedetto fra i partecipanti per difendersi dalle malattie. La tradizione viene ancor oggi rispettata.
La chiesa di San Vigilio a Droane è intitolata al vescovo di Trento che per primo portò il cristianesimo in Val Vestino: insieme all’antica Pieve di Turano, risulta essere una delle prime chiese della Valle; e sembra che dovesse già esistere nel 1186. Sorge isolata su un’altura che domina la Val Vestino ed è composta da un’unica navata voltata a botte con copertura a capanna. Sul retro della chiesetta è collocata la croce che sormonta l’ossario, dedicato alle vittime dell’avvenuta pestilenza, posto sotto il pavimento della vecchia chiesa. Nelle vicinanze una curiosa costruzione ricavata in un anfratto “cùel” e abitata fino al 1952.
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