Le Carte Segrete di Lievi sulla stampa tedesca: “Il MuSa di Salò merita un viaggio”
SALO' - Daniele e Cesare Lievi, scenografo e regista, furono artefici di straordinari spettacoli teatrali in Germania e Austria. E ora sulla stampa tedesca appaio entusiastiche recensioni della mostra al MuSa.
Il MuSa di Salò segnala due recentissimi articoli pubblicati da importanti giornali tedeschi con due ottime recensioni a “Carte Segrete→←Teatro. Visioni”, la mostra dedicata all’artista e scenografo Daniele Lievi in corso al museo civico salodiano di Salò.
Il primo articolo è stato pubblicato il 27 luglio nell’edizione cartacea e on line del Frankfurter Rundschau, storico quotidiano di Francoforte (qui il link all’articolo).
«La mostra ora a Salò, ottimamente allestita da Cesare Lievi e Bianca Simoni», sottolinea il giornalista Peter Iden, «fa vedere con molti esempi come l’arte del palcoscenico si possa coniugare con il linguaggio delle immagini».
Secondo il berlinese Der Tagesspiegel, il quotidiano più diffuso nella capitale tedesca, che il primo agosto ha ospitato su carta e on line una più che positiva recensione pubblicata a tutta pagina nella sezione culturale del giornale, «Il MuSa di Salò merita oggi un viaggio per ricordare ciò che l’arte ha saputo suscitare nei mondi dell’immagine scenica prima della digitalizzazione» (qui il link all’articolo).
Nell’articolo, il giornalista Peter von Becker racconta anche il percorso culturale e personale di Daniele Lievi e gli anni di feconda collaborazione con il fratello regista Cesare, insieme protagonisti in Italia e all’estero di un importante capitolo della storia del teatro europeo, dalle prime sperimentazioni teatrali a Gargnano con il Teatro dell’Acqua fino ai successi nei grandi teatri di Basilea, Francoforte, Amburgo, Berlino, Vienna e Milano.
Carte Segrete→←Teatro. Visioni
«L’ultima messa in scena dei fratelli Lievi». Così Cesare Lievi definisce la mostra che il MuSa di Salò dedica alla figura dell’artista e scenografo Daniele Lievi (1954-1990) «Carte Segrete – Teatro. Visioni», ideata appunto dal fratello Cesare, regista teatrale, e curata da Bianca Simoni. L’esposizione, organizzata dall’assessorato alla cultura in collaborazione con il museo salodiano, allinea le opere che raccontano il percorso creativo dell’artista e scenografo Daniele Lievi e gli anni della feconda collaborazione con il fratello regista, insieme artefici di straordinari spettacoli teatrali in Italia, Austria, Germania e Svizzera: disegni, tele, studi per la scena, fotografie e video, dalle prime sperimentazioni nel Teatro dell’Acqua di Gargnano ai successi nei grandi teatri europei, per una mostra che è essa stessa una messa in scena.
«La mostra – spiega Cesare Lievi – corre su due binari paralleli che spesso si incrociano e si sovrappongono. Quello delle “carte segrete”, cioè tutti quei disegni apparentemente non finalizzati all’ideazione di una scenografia, e appunto le opere dello scenografo». Arte visiva e arte scenografia che nell’opera di Daniele Lievi dialogano continuamente, si accordano, si fondono attraverso continui rimandi, modificazioni, ricerche personali ed estetiche in un proficuo e poetico confronto tra la bidimensionalità del foglio e la tridimensionalità della scena.
«Daniele – dice il fratello – non è uno scenografo che di tanto in tanto dipinge, né un pittore che di tanto in tanto fa lo scenografo. In lui le due figure coincidono. È un “artista-scenografo”, il cui lavoro gira continuamente su sé stesso. La sua utopia fu questa: unire due dimensioni così diverse, quella concreta della scena e quella astratta del foglio. Daniele portava l’astrazione del foglio sulla scena e la concretezza della scena sul foglio».
Il percorso espositivo, anch’esso spiccatamente teatrale, appunto l’ultima messa in scena dei fratelli Lievi, riunisce 156 opere tra Carte Segrete, tele e disegni-studi per la scena, 108 fotografie degli spettacoli realizzati, modellini teatrali e una ricca documentazione video di schizzi, appunti visivi per scene e costumi, oltre ai filmati degli spettacoli stessi. Sette le sale della mostra, ognuna delle quali è di fatto una sezione a sé.
Si parte ovviamente dalle prime sperimentazioni al Teatro dell’Acqua, fondato a Gargnano nel 1979 da Cesare Lievi, Daniele Lievi e Mario Braghieri, attivo fino al 1985. È qui che Daniele concepisce e sviluppa soluzioni visive e spaziali che verranno riprese nei grandi spettacoli del periodo successivo e che faranno di lui non soltanto uno scenografo, ma un artista a pieno titolo. Le altre sale sono dedicate alle carte segrete, ai lavori dei «Brüder Lievi» (i fratelli Lievi) nei paesi di lingua tedesca, ai progetti di scenografie mai realizzate, alle opere di grandi dimensioni cui Daniele Lievi si dedica negli ultimi anni della sua vita, alle sporadiche comparse sulla scena italiana tra il 1986 e il 1990.
L’ultima sala è dedicata, su intuizione delle curatrice Bianca Simoni, ai taccuini sui quali lo scenografo-artista stendeva su carta – con annotazioni, schizzi o disegni – immagini e visioni per comunicare con i tecnici teatrali. «Nei taccuini – spiega Bianca Simoni – vediamo un coacervo di pensieri e immagini, alcuni dettati da esigenze lavorative, altri più liberi. È qui che emerge il pensiero di Daniele, fatto di concretezza, ma anche di tanta ironia».
Nei taccuini, come in ogni altra carta lasciata da Daniele Lievi, «c’è – spiega Cesare – quell’ossessione di rappresentare ogni cosa, soprattutto il pensiero, che va in qualche modo riportato alla sua figura, alla sua immagine».
La mostra sarà sarà visitabile fino al prossimo 30 novembre negli orari di apertura del MuSa.
Il catalogo, con il breve testo «La realizzazione di un sogno. Note per una mostra» di Cesare Lievi e alcune riproduzioni su cartoncino delle opere, è in vendita a 10 euro.
Il MuSa si trova in centro a Salò, negli spazi dell’ex chiesa di Santa Giustina, in via Brunati 9.
Info: museodisalo.it, 0365.20553.
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