Riva, in pensione la dott.ssa Paola Piccioni
RIVA DEL GARDA - Dal 21 novembre sarà in pensione la dott.ssa Paola Piccioni, responsabile dell’Unità operativa istruzione e politiche sociali, dipendente del Comune di Riva del Garda dal 19 dicembre 1984.
l sindaco Cristina Santi e il vicesindaco Silvia Betta l’hanno salutata nella mattina di venerdì 28 ottobre, ultimo giorno effettivo di lavoro (per via di alcuni giorni di ferie da recuperare), ringraziandola per tutto quello che ha fatto in tanti anni di lavoro in Comune, con un ruolo di responsabilità interpretato con una particolare dedizione e con la capacità di creare uno spirito di collaborazione e un clima di cordialità.
Paola Piccioni, moglie di Marco Matteotti, già presidente della Sat rivana e vicepresidente di quella di Trento, oltre che mamma di Federico (come ci tiene a sottolineare), ha iniziato a lavorare in municipio in segreteria generale, occupandosi assieme all’allora vicesegretario Alfredo Righi degli espropri e delle numerose incombenze relative alla realizzazione del quartiere Peep (Piano per l’edilizia economica popolare). Quindi, durante il restauro di palazzo Pretorio, il trasferimento nella sede provvisoria di viale Alberti Lutti, sempre in segreteria generale, occupandosi in quel periodo soprattutto di vertenze giudiziarie.
Nel 1987, unica donna partecipante, ha vinto un concorso pubblico con cui è diventata responsabile dell’Area che si occupava di attività economiche, industria e artigianato, seguendo in prima persona l’avvio delle società comunali, in particolare della Alberghi Atesini, e l’ampliamento della cartiera. Negli anni seguenti, anche in conseguenza dell’evoluzione della struttura organizzativa del Comune, è passata a cultura, associazionismo e turismo, dove tra l’altro si è occupata, complice la conoscenza della lingua tedesca, del gemellaggio con Bensheim, perfezionato nel 1989. Nel 2001 il passaggio all’istruzione e politiche sociali, dove ha lavorato fino a oggi.
Nella sua lunga carriera, ha lavorato con sette sindaci (Mario Matteotti, Enzo Bassetti, Claudio Molinari, Cesare Malossini, Paolo Matteotti, Adalberto Mosaner e ora Cristina Santi) e un commissario (Stelio Iuni), quattro segretari generali (Sergio Cemin, Alfredo Righi, Lorenza Moresco e ora Anna Cattoi, segretario reggente) e ben 25 assessori di riferimento (tra i quali sei donne: Rosanna Giordani, Mirella Serafini, Renza Bollettin, Flavia Chincarini, Lucia Gatti e ora Silvia Betta).
«Sono entrata in una pubblica amministrazione al maschile -racconta Paola Piccioni- e sono davvero contenta e fiera di andarmene in una situazione completamente trasformata, in cui le donne occupano anche le posizioni dirigenziali, mentre solo quarant’anni fa erano ben poco rappresentate. Sono orgogliosa di aver lavorato nella pubblica amministrazione, che ho vissuto come una grande comunità. Mi sono approcciata al lavoro con la consapevolezza che dietro a ogni provvedimento e a ogni atto c’è sempre una persona, ci sono relazioni, aspettative e bisogni. Lavorare con questa consapevolezza e con questa responsabilità, credendo in una burocrazia che potesse essere creativa, ha reso più stimolante il lavoro e mi ha regalato grandi soddisfazioni. In tutti questi anni la pubblica amministrazione si è radicalmente trasformata: è passata da ufficio decentrato dello Stato fino a diventare un soggetto catalizzatore dello sviluppo economico del territorio. Il Comune deve fare impresa ma puntando a un risultato che non è economico bensì valoriale, di identità e di senso di appartenenza, con l’obiettivo della coesione sociale e del benessere dei cittadini. Per quella che è stata la mia esperienza, devo riconoscere che l’ente pubblico ha saputo farsi carico di questo nuovo ruolo attivo. Nel particolare contesto storico di questi ultimi anni lo sviluppo di un sistema generativo delle politiche sociali è stato un forte contributo per lo sviluppo della rete di sussidiarietà locale e per sostenere importanti valori fondanti della nostra comunità».
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