Associazione per la salvaguardia del carpione: “Rischiamo di trasformare il Garda in un acquario”
LAGO DI GARDA - Riceviamo e pubblichiamo questa lettera a firma dell'Associazione per la salvaguardia del carpione, che interviene nuovamente sulla discussione innescata attorno al progetto «Life» per la salvaguardia della specie promosso dalla Comunità del Garda.
«L’Associazione per la salvaguardia del carpione rappresenta un gruppo di cittadini di Gargnano e di Toscolano. È una libera espressione della società civile che nasce ponendosi come obbiettivo la difesa del carpione e la lotta contro l’estinzione di un patrimonio culturale di valori irriproducibili e irripetibili in qualunque altra parte del mondo. A tal fine l’Associazione è impegnata da diversi anni a sollecitare l’attenzione su problemi e contenuti attraverso attività ben conosciute dai concittadini e dagli amministratori. Richiamiamo alla memoria le principali iniziative, totalmente autofinanziate.
Nel corso del 2018 abbiamo distribuito gratuitamente ai cittadini di Toscolano volantini e magliette che raffiguravano uno struzzo con il collo immerso nel Garda e il carpione e portavano una scritta (in italiano e in tedesco) che invitava all’impegno civile in difesa del carpione e non alla delega. Le stesse magliette sono state inviate ai sindaci di 28 Comuni del Garda con una lettera accompagnatoria che sottolineava la necessità di agire tempestivamente e vantaggiosamente con metodologie scientificamente e tecnicamente appropriate. Segnaliamo che abbiamo ricevuto un’unica risposta: quella della Sindaca del Comune di Toscolano-Maderno, che, significativamente, si era già contraddistinta per la realizzazione di un progetto che ha ottenuto risultati scientificamente importanti sulla risalita delle trote lacustri nel torrente Toscolano.
Il primo luglio del 2018 abbiamo scritto al Presidente della Provincia autonoma di Trento una lettera per chiedere la chiusura della pesca al carpione (già vietata dalle regioni Lombardia e Veneto). Hanno gentilmente risposto condividendo nel merito le osservazioni. Nel gennaio 2019 la pesca al carpione è stata chiusa anche nella provincia di Trento.
Nel 2018 abbiamo organizzato un incontro con i rappresentanti di Slow Food di Veneto, Trentino e del Bresciano e con un rappresentante di una società sportiva di pescatori per dibattere sulle iniziative da prendere per contrastare l’estinzione del carpione.
Il 16 luglio del 2019 l’Associazione ha richiesto alla fondazione Edmund Mach (https://www.fmach.it/) il confronto genetico fra e il vero carpione selvaggio e i carpioni commercializzati sul mercato come “carpioni del Garda” dal consorzio Trentino per la produzione intensiva del carpione. I risultati hanno riconosciuto che l’individuo analizzato apparteneva alla specie Carpione del Garda escludendo eventi recenti o remoti di ibridazione.
Nel 2019 l’Associazione ha coinvolto chi da sempre vive sul lago e del lago raccogliendo la testimonianza di un pescatore che più di tutti si è posto con grande sensibilità nei confronti di questo pregiatissimo salmonide. Con lui abbiamo ricostruito la storia della pesca al carpione e anche come sia iniziata la rincorsa pubblica e privata allo sfruttamento del carpione che ha protratto gli attuali problemi di estinzione. Lo stesso pescatore, grande conoscitore delle modalità di riproduzione della specie, ha fornito chiare risposte contrarie al rilascio dei carpioni di vasca.
L’Associazione ha promosso queste attività, senza risorse pubbliche, mossa da un interesse sano e sincero di chi ama il proprio lago e le sue biodiversità. È animata dalla consapevolezza che se non si interviene velocemente sul destino di questo salmonide rischiamo di cancellare, in poco tempo, migliaia di anni di evoluzione naturale di una specie, rischiando di trasformare il Garda in un acquario o in un lago morto. Le nostre preoccupazioni sono avallate dall’opinione di uno degli scienziati più autorevoli della Associazione nazionale Ittiologi acque dolci che ha riconosciuto come “molte delle perplessità avanzate dall’associazione amici del carpione siano pertinenti e condivisibili e meriterebbero una risposta con dati precisi e circostanziati”.
Sono più di 20 anni che si trascina questa corsa ad ostacoli contro il tempo per salvare il carpione. In tutto questo tempo i 9 Sindaci del Parco dell’Alto Garda Bresciano (il territorio del carpione) si sono dilettati in giochini politici a esclusivo favore di piccoli interessi locali. Nelle migliori delle ipotesi si sono limitati a fungere da cassa di risonanza di posizioni istituzionali, partitiche e anche scientifiche, decise altrove. In generale si sono alimentate vuote promesse e vere e proprie favole, concretamente fallimentari, in costante attesa di eventuali finanziamenti europei di nuovi progetti per la tutela del carpione, mentre, nel frattempo, il prelievo forzato dell’esigua popolazione di carpioni rimasta nel lago è continuato. Non capiamo, ad esempio, come mai la Comunità del Garda, con la sua autorevolezza, non si sia mai fatta carico (indipendentemente dalle aspettative europee) di chiedere alle tre regioni più ricche d’Italia di intervenire con urgenza sul destino di una specie che è patrimonio dell’umanità intera.
Lasciamo agli scienziati e “agli addetti ai lavori” le risposte precise e circostanziate sulle motivazioni che hanno escluso dal finanziamento i progetti precedenti e, quindi, le indicazioni su come elaborarne di nuovi, utili non solo economicamente ma, soprattutto, per salvare il carpione dall’estinzione. Auspichiamo, altresì, che tutte le componenti del Parco realizzino, con maggiore consistenza, le finalità statutarie, in primis, la tutela dell’ambiente e della sua biodiversità e si impegnino a raggiungere obiettivi validi per l’ottenimento del marchio di qualità ecologica che il reinserimento del carpione selvaggio garantirebbe. Si arricchirebbe la qualità dell’identità del Garda e della sua importanza nel mondo».
Firmato: Associazione per la salvaguardia del carpione (salviamoilcarpione@gmail.com).
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