Un viaggio tra i gironi danteschi, per i giovani e che coinvolge i giovani. Nasce per avvicinare e appassionare le nuove generazioni alla lettura della “Divina Commedia” la mostra multimediale “Il mio Inferno. Dante profeta di speranza”, visitabile dal 2 all’11 dicembre presso il Castello di Desenzano in Via Castello, 63, a Desenzano del Garda (Brescia).
Una mostra di Associazione Rivela, Casa Editrice Centocanti e Diocesi di Verona. L’evento è organizzato da Città di Desenzano del Garda, Duomo di Desenzano e Segni del Vero (progetto culturale ed educativo del Duomo di Desenzano).
La mostra si avvale di due contributi fondamentali, quelli del saggista e pedagogista Franco Nembrini come curatore e del fumettista e illustratore Gabriele Dell’Otto. Interpretazioni ed evocative immagini costituiscono il filo conduttore dell’itinerario che conduce i visitatori davanti ai versi dell’“Inferno” di Dante Alighieri (1265-1321) con le proprie domande esistenziali aperte, alla ricerca di un senso pieno per la vita. In questo modo il Sommo Poeta diventa profeta di speranza: interlocutore credibile e contemporaneo, capace con le sue parole e i suoi esempi concreti di porre chi osserva di fronte al desiderio di felicità, per affrontare con speranza e coraggio il “proprio inferno”.
Il punto di vista è quello delle nuove generazioni: l’idea originaria è partita da due studenti dell’Università Cattolica di Milano, Edoardo Rossi e Virginia Alfano.
A fare da guide sono gli studenti del triennio delle scuole secondarie di secondo grado grazie all’attività dei PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento), in particolare del Liceo G. Bagatta di Desenzano assieme ad altri istituti del Basso Garda.
Inoltre le guide saranno giovani universitari e lavoratori desenzanesi che da anni vivono il percorso formativo all’interno del progetto “Segni del Vero”, la realtà educativa e formativa dei giovani del Duomo di Desenzano guidati da don Gabriele Vrech. Formati sulla mostra con lezioni e approfondimenti, i ragazzi possono così illustrarne i contenuti ai coetanei e ai visitatori.
L’esposizione si sviluppa nella cornice suggestiva del castello: il visitatore si trova ad attraversare l’Inferno dantesco, immergendosi in un percorso multisensoriale fatto di proiezioni di immagini, video e suoni.
Sono 35 le tappe, scandite da altrettante illustrazioni accompagnate da approfondimenti e riflessioni. Emerge per esempio il vagare per la “selva oscura”, nella quale Dante incontra Virgilio, poi il passaggio della Porta dell’Inferno; lungo i gironi, si susseguono gli incontri, tra gli altri con Paolo e Francesca, Cerbero, Farinata Degli Uberti e Lucifero.
Parte integrante dell’evento è, in esclusiva per Desenzano del Garda, l’opera originale “El Dante”, realizzata dallo scultore Adelfo Galli. È la raffigurazione di un uomo stupito, travolto e commosso dall’incontro con Beatrice, tanto da cambiare la coscienza che ha di se stesso e di tutta la realtà. Lo scultore rappresenta la processione a cui il Sommo Poeta assiste nel paradiso terrestre (canti XXIX e XXX) del “Purgatorio”. Il mitologico grifone guida il carro della Chiesa, su cui è assisa Beatrice, protetta dai quattro evangelisti (l’aquila, l’angelo, il bue e il leone; la scena è allietata dalla danza delle tre virtù teologali (Fede, Speranza e Carità) e dal tripudio di un popolo numeroso.
«Vale la pena fare la fatica di leggere Dante?», si chiede il curatore Franco Nembrini. «Vale la pena se si parla con Dante, cioè se si entra nella letteratura con le proprie domande, i propri drammi, il proprio interesse per la vita – risponde il saggista –. Allora, improvvisamente, Dante parlerà. Parlerà al nostro cuore, alla nostra intelligenza, al nostro desiderio; ed è un dialogo che una volta cominciato non finirà più».
La mostra “Il mio Inferno. Dante profeta di speranza” segue il filo conduttore delle straordinarie illustrazioni realizzate da Gabriele Dell’Otto per il volume di Franco Nembrini sull’Inferno dantesco. Parte dall’intuizione che il significato profondo della prima cantica della “Divina Commedia” sia contenuto nella “Vita Nova”, l’opera scritta da Dante circa dieci anni prima. Il Poeta vede nell’incontro con Beatrice la promessa di felicità che sembra riempire il desiderio di completezza e tensione al bene che caratterizza il cuore dell’uomo: è l’immagine del desiderio umano di beatitudine.
La morte di Beatrice provoca nel cuore del poeta un profondo dolore e la percezione della contraddizione dell’esperienza umana: l’uomo vive per l’infinito, ma si scontra con la finitezza di tutti i suoi tentativi e di tutte le sue scelte. Dalla riflessione su questa contraddizione nasce la “Divina Commedia”, che non rappresenta una raffinata fuga nell’aldilà, ma un faticoso cammino per guardare al mondo terreno dall’aldilà, con gli occhi della verità, con gli occhi di Dio. Nella “Commedia”, vera cattedrale di parole, dove la poesia diventa musica e linguaggio universale, l’Alighieri vuole aprire gli occhi dell’uomo, affinché possa cogliere la pienezza della felicità, del bene, della verità.
Nella sua parte iniziale, l’esposizione si sofferma su due prospettive: dapprima fa prendere coscienza che l’esistenza dell’uomo è “una selva oscura” caratterizzata dalla paura, dall’insoddisfazione, dalla solitudine e dal fatto che tutti i tentativi umani, anche i più ardimentosi sono caratterizzati dal fallimento, dalla constatazione che l’uomo da solo non è in grado di dare un senso al suo vivere. In seguito, rende evidente come Dio non abbandoni l’uomo nel suo limite: nel momento in cui chiede aiuto (“Miserere di me”) a Dante viene affidata una guida, Virgilio, che conduce il poeta attraverso il complesso e difficile viaggio verso la luce. In questo viaggio Dante incontra il male prodotto dall’uomo contro se stesso e gli altri, fino al male assoluto, Lucifero.
La mostra rappresenta questo viaggio soffermandosi su alcuni dei personaggi che il poeta incontra nella visita dei vari gironi infernali, riflettendo sui dannati e sui loro peccati; descrivendo in modo mirabile l’intero orizzonte umano. Lo sguardo appare però sempre teso al bene: la constatazione dell’abisso del male umano non sfocia mai nel nichilismo o nell’indifferenza, nemmeno nell’atmosfera opprimente e ghiacciata di Lucifero. La prospettiva rimane sempre quella del Cristianesimo: affermare la speranza anche nel momento del dolore e del male (“per ridir del ben che vi trovai”), perché l’uomo non è mai solo. Infatti la presa di coscienza del male e della debolezza dell’uomo non è che il primo passo verso la pienezza della luce, della verità, del bene (“uscimmo a riveder le stelle”).
Apertura ufficiale: venerdì 2 dicembre, ore 11, presso il Castello di Desenzano.
Venerdì 2 alle 20.30, nel Duomo di Desenzano (Piazza Duomo a Desenzano) serata spettacolo
“Il mio inferno. Amor, ch’a nullo amato amar perdona” alla presenza del curatore Franco Nembrini, dell’illustratore Gabriele Dell’Otto e dei giovani attori della Compagnia Teatrale Profumo di Cielo di Desenzano che metteranno in scena alcuni canti dell’Inferno dantesco.
Altre info: danteprofetadisperanza.it
Franco Nembrini nasce a Trescore Balneario (BG) nel 1955. Durante gli studi universitari inizia a insegnare religione, nel 1982 si laurea e diventa insegnante di letteratura nelle scuole superiori. Dopo aver lasciato La Traccia, la scuola partitaria che ha fondato insieme ad un gruppo di genitori nel 1984, oggi gira il mondo a parlare a chiunque lo inviti di Dante, educazione e delle altre sue passioni letterarie. Tutti i suoi libri (Dante poeta del desiderio, 3 voll. Itacalibri 2011-13; Di padre in figlio, Ares 2011, Miguel Manara, Centocanti 2014; In cammino con Dante, Garzanti 2017) hanno origine da questi mille incontri, e negli ultimi anni dalla fortunata collaborazione con Tv2000.
Gabriele Dell’Otto (Roma 1973) è considerato uno dei più importanti disegnatori di fumetti del mondo. Stabile la sua collaborazione con Marvel e DC, ha disegnato tavole e copertine con tutti i più noti supereroi, da Batman a Spiderman. Al Lucca Comics ogni anno migliaia di fan si affollano al suo stand per avere una sua tavola autografata.
UNA MOSTRA DI
PROMOTORI DELLA MOSTRA
SEDE ESPOSIZIONE
ORARI DI APERTURA
PRESENTAZIONE UFFICIALE
Venerdì 2 dicembre ore 11 con il taglio del nastro presso il Castello di Desenzano.
Venerdì 2 dicembre ore 20.30 presso il Duomo di Desenzano (in Piazza Duomo, Desenzano del Garda): serata spettacolo “Il mio inferno. Amor, ch’a nullo amato amar perdona” con i giovani attori della Compagnia Teatrale Profumo di Cielo di Desenzano che metteranno in scena alcuni canti dell’Inferno dantesco commentati dal curatore Franco Nembrini e dall’illustratore Gabriele Dell’Otto.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
INFO E PRENOTAZIONE VISITE
Le visite alla mostra saranno possibili esclusivamente con prenotazione obbligatoria sul sito web www.danteprofetadisperanza.it.
Informazioni per prenotazioni
PROGETTO REALIZZATO GRAZIE ALLA COLLABORAZIONE DI
Fondazione Cariplo, che sostiene progetti di utilità sociale legati ad arte e cultura, ambiente, servizi alla persona e ricerca scientifica in Lombardia e nelle province di Novara e del Verbano Cusio Ossola. Dal 1991 promuove la vita delle comunità, sostenendo i soggetti non profit che operano sul territorio e che sono più vicini ai bisogni delle persone. Le distanze all’interno delle nostre comunità stanno aumentando, rendendole più frammentate e fragili: oggi più che mai invece c’è bisogno di accorciare queste distanze per avere comunità forti e inclusive, per sostenere la vita delle persone e per avere istituzioni robuste, in grado di contemperare le diverse esigenze e orientare le risorse e le scelte verso un futuro migliore per tutti e in cui tutti possano riconoscersi.
In questi 30 anni di vita, Fondazione Cariplo ha reso possibile la realizzazione di 35.600 progetti donando al territorio oltre 3,6 miliardi di euro.
Ulteriori informazioni sul sito www.fondazionecariplo.it