La mostra, inaugurata il 9n aprile scorso, avrebbe dovuto chiudere oggi, 30 novembre. Avremo invece modo di visitarla fino all’8 gennaio.
E’ una mostra che è essa stessa una messinscena: più di 150 opere, disegni, tele, studi per la scena, fotografie e video. Dalle prime sperimentazioni teatrali a Gargnano con il Teatro dell’Acqua fino ai successi nei grandi teatri di Basilea, Francoforte, Amburgo, Berlino, Vienna e Milano che testimoniamo il suo visionario talento, documentando in modo ampio ed esaustivo la produzione, dalle sue Carte Segrete – centinaia di disegni conservati in una sorta di diario personale – fino ai materiali relativi alla sua attività di scenografo per il teatro, svolta insieme al fratello regista.
Arte visiva e scenografia: in tutta l’opera di Daniele Lievi i due generi artistici dialogano, si accordano, si fondono attraverso continui rimandi, modificazioni, ricerche personali ed estetiche in un proficuo e poetico confronto tra bidimensionalità e tridimensionalità.
Definiti dalla stampa tedesca Zauberer des Gardasee (i maghi del lago di Garda), Daniele e Cesare Lievi firmarono tra il 1979 e il 1990 più di venti spettacoli tra l’Italia, l’Austria, la Germania e la Svizzera.
Nella mostra al MuSa di Salò è raccontata in un percorso espositivo anch’esso spiccatamente teatrale – l’ultima messa in scena dei fratelli Lievi – che riunisce 156 opere tra Carte Segrete, tele e disegni-studi per la scena, 108 fotografie degli spettacoli realizzati, modellini teatrali e una ricca documentazione video di schizzi, appunti visivi per scene e costumi, oltre ai filmati degli spettacoli stessi.
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