De Beni ai sindaci: «Applicare la norma “salva Venezia” anche sul Garda»
GARDA VERONESE - Federalberghi Garda Veneto scrive ai sindaci: chiediamo maggiori controlli sugli affitti turistici e di estendere la norma “Salva Venezia” sul nostro territorio.
Il presidente Ivan De Beni recentemente ha inviato ai primi cittadini della Riviera degli Olivi e del suo immediato entroterra una lettera in cui chiede, in rappresentanza della categoria, che non venga sottostimato il fenomeno degli affitti turistici brevi non imprenditoriali e di darvi soluzione in maniera più determinata. Sia attivando una rete di controlli che incrociati che coinvolgano le Amministrazioni locali, i comandi di Polizia e la Guardia di Finanza; sia applicando la cosiddetta norma “salva Venezia” anche sul territorio del Garda Veneto.
«Non siamo contrari ad altre forme di ricettività – afferma il presidente Ivan De Beni – tanto più che Federalberghi Garda Veneto ha tra i suoi Soci molti esercizi extra alberghieri, ma questo tipo di offerta turistica va regolamentata. Chi si avvicina a questa forma di prodotto turistico deve mettersi in regola: dalle comunicazioni alle amministrazioni comunali al pagamento della tassa di soggiorno e dei vari oneri fiscali. Per questo auspichiamo che vi siano maggiori controlli, arginando così tutte quelle opacità che hanno reso possibile nel tempo una proliferazione indiscriminata di queste realtà, dando luogo a concorrenza sleale, evasione fiscale, spopolamento dei centri storici, mancanza del rispetto delle regole di sicurezza. Per questo chiediamo che anche sul nostro territorio vengano svolte azioni simili a quelle fatte per le gradi città d’arte del nostro Paese».
Le lettera ai sindaci
«Pregiatissimi Sindaci dei Comuni di
- Affi
- Bardolino
- Brenzone sul Garda
- Caprino Veronese
- Castelnuovo del Garda
- Cavaion Veronese
- Costermano sul Garda
- Garda
- Lazise
- Malcesine
- Pastrengo
- Peschiera del Garda
- Rivoli v.se
- San Zeno di Montagna
- Torri del Benaco
OGGETTO: richiesta di maggiori controlli sugli affitti turistici e appello per estendere la norma “Salva Venezia” sul nostro territorio.
La presente per sottolineare la gravità e l’estensione che ha raggiunto il fenomeno delle locazioni brevi non imprenditoriali sul nostro territorio. I numeri del nostro Osservatorio del Turismo del Garda Veneto (OTGV) su elaborazione dati Airdna Marketminder ci dicono che solo sul portale Airabnb sono presenti sulla Riviera degli Olivi più di 3.500 annunci, l’88,1 per cento dei quali è un intero appartamento e il 74,3 per cento afferisce a host che gestiscono più alloggi. Secondo le stime del portale Inside Airbnb, il Veneto è all’ottavo posto in classifica per alloggi disponibili solo su Airbnb, con quasi 25mila annunci. Di questi, come detto, quasi 4mila sono dislocati lungo la sponda veneta del lago di Garda.
L’analisi dei dati conferma, ancora una volta, le quattro grandi “bugie” della cosiddetta sharing economy:
NON È VERO:
- che si condivide l’esperienza con il titolare: la maggior parte degli annunci pubblicati su Airbnb si riferisce all’affitto di interi appartamenti, in cui non abita nessuno;
- che si tratta di attività occasionali: la maggior parte degli annunci si riferisce ad appartamenti disponibili per oltre sei mesi all’anno;
- che si tratta di forme integrative del reddito, ma attività economiche a tutti gli effetti, con moltissimi inserzionisti che gestiscono più di un alloggio;
- che le nuove formule compensano la mancanza di offerta poiché gli alloggi presenti su Airbnb sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche, dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali.
Il boom di locazioni turistiche sul nostro territorio sta generando molte criticità, con pericolosi sviluppi già ben evidenti:
Evasione e imposta di soggiorno. É facile pensare prima di tutto a un mancato gettito per gli Enti locali – solo per l’imposta di soggiorno – di centinaia di migliaia di euro a stagione, perché queste realtà non regolamentate non vi forniscono i dati dei propri “ospiti” e non vi corrispondono quanto invece dovuto. Tali realtà sottraggono così importanti risorse alla collettività residente nonché a tutti i turisti che ogni anno ci scelgono.
Sicurezza. Inoltre, i clienti di queste realtà non vengono comunicati alla Questura, con evidenti problemi di gestione e pubblica sicurezza sul territorio. La norma nazionale in tal senso ci chiede una comunicazione estremamente precisa ed entro orari definiti.
Spopolamento. Dinamica che sta già coinvolgendo i nostri centri storici, con sempre meno unità abitative a disposizione dei residenti e sempre più vissute a rotazione dai turisti per brevi e fugaci soggiorni, spesso condotte e sostenute dal lavoro di personale senza un regolare contratto di lavoro.
Come Associazione di categoria vi trasmettiamo una forte concorrenza sleale per chi come noi opera con impegno nella complessa normativa della ricettività alberghiera.
Nella necessaria azione legislativa del Governo per normare le locazioni brevi e ad uso turistico, vi chiediamo di:
1 – Estendere la norma “salva Venezia” anche al nostro territorio, ovvero l’emendamento che dà ai Comuni la facoltà di predisporre un regolamento con cui stabilire un limite massimo al numero di immobili che possono essere affittati in forma non imprenditoriale e fissare una durata massima delle locazioni brevi (non superiore a 120 giorni/anno, mentre per il restante periodo il Comune potrà autorizzare o meno gli affitti). Unitamente, la messa a punto di politiche abitative che tengano conto anche delle esigenze dei residenti e dei lavoratori.
2 – Attivare una strategia di controlli incrociati tra voi Amministrazioni locali, i Comandi di Polizia dei Comuni del lago e la Guardia di Finanza per portare a galla il fenomeno del sommerso e garantire dignità a chi oggi sceglie il Garda Veneto come destinazione lavorativa oppure come territorio dove svolgere un’attività imprenditoriale regolamentata.
Per le motivazioni sopra elencate, vi chiediamo di porre massima attenzione al fenomeno, cresciuto a dismisura negli ultimi anni: non va sottovalutato ed è giunto il momento di risolverlo in maniera determinata. Chi non agirà prontamente in questo senso dovrà di conseguenza assumersi la responsabilità del fatto che i giovani dei nostri Comuni saranno costretti a spostarsi sempre più nell’entroterra se non più lontano per trovare casa, il nostro personale non riuscirà a recuperare alloggi a un prezzo accessibile e l’evasione fiscale prodotta da queste realtà sarà in costante aumento».
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