La velaterapia è nata come piano di reinserimento sociale per adolescenti considerati a rischio e gli eccellenti risultati ottenuti hanno favorito l’estensione di progetti simili dedicati a vari ambiti sociali, finanche alla terapia per l’autismo e le altre disabilità mentali.
Uscire in acqua con una barca a vela implica una serie di operazioni da compiere e di dinamiche psicologiche. Ci sono decisioni da prendere molto velocemente, sono necessarie abilità di problem solving, si devono gestire emozioni, paure, dubbi, governare gli elementi naturali e sfruttarli a proprio vantaggio: tutto questo rappresenta una sorta di lavoro terapeutico che valorizza la personalità e favorisce la crescita personale.
La pratica sportiva intesa come strumento di inclusione sociale e di cittadinanza attiva (così come definita dalla Commissione europea nel Libro bianco per lo sport) migliora la motivazione a programmi di riabilitazione, alla socializzazione e alla solidarietà tra partecipanti. Navigare a vela rappresenta uno strumento del tutto peculiare per le pratiche riabilitative delle persone affette da disabilità mentali, il cui punto critico è legato alla difficoltà di stabilire relazioni con se stessi, con il proprio corpo e con il mondo esterno.
Il seminario intende fare il punto dello stato dell’arte della velaterapia attraverso un inquadramento teorico-clinico e lo scambio di esperienze.