Acque Bresciane, si è dimesso il presidente Delbarba. Non passa il progetto depurazione

LAGO DI GARDA - Gianluca Delbarba, presidente di Acque Bresciane, si è dimesso. Lo ha fatto prima del cda che avrebbe dovuto dare il via libera alla progettazione definitiva del sistema di depurazione del Garda.

Le dimissioni di Delbarba sono state rassegnate ieri, giovedì 30, con una mail di poche righe: «Con la presente sono a rassegnare le mie dimissioni dalla carica di presidente e membro del consiglio di amministrazione della Società, con effetto immediato, con l’auspicio che una rinnovata composizione dell’organo amministrativo possa essere d’aiuto a garantire le migliori condizioni per il buon funzionamento societario».

Il cda di Acque Bresciane ieri avrebbe dovuto approvare la procedura di gara per affidare la progettazione definitiva del sistema di collettamento e depurazione del Garda bresciano, secondo le indicazioni del commissario straordinario (nella figura del prefetto di Brescia), che ha individuato Gavardo e Montichiari quali luoghi dove realizzare gli impianti di depurazione, con scarico nel fiume Chiese. Si tratta di un incarico del valore di almeno 4 milioni di euro, IVA esclusa (per la realizzazione dell’opera il preventivo parla di 118 milioni).

Ma al momento di trattare il punto all’ordine del giorno i consiglieri Marco Franzelli (Lega) e Mariateresa Vivaldini (Fratelli d’Italia) hanno fatto venir meno il numero legale.

In una nota stampa Acque Bresciane fa sapere che «il Consiglio d’Amministrazione di Acque Bresciane si è aperto alle 17 con la presa d’atto delle dimissioni con effetto immediato del Presidente Gianluca Delbarba. Le funzioni di rappresentante legale della società sono state assunte dal vicepresidente e consigliere anziano Mario Bocchio. La trattazione dell’argomento all’ordine del giorno, riguardante l’aggiornamento del progetto di collettamento e depurazione del Garda, non si è esaurita essendo venuto meno il numero legale nel corso della discussione».

Gianluca Delbarba.

Inascoltato l’appello del sen. Mariastella Gelmini

La presidente della Comunità del Garda mercoledì aveva sollecitato Acque Bresciane a proseguire senza indugi lungo la strada indicata dal commissario: «Apprendo da notizie di stampa – aveva scritto Gelmini al presidente e al cda di Acque Bresciane – che alcuni Sindaci dei Comuni ubicati sull’asta del Chiese hanno diffidato codesta società dall’approvare alcuna documentazione inerente la progettazione di cui in oggetto (ne avevano scritto qui).

Mariastella Gelmini.

Al riguardo, in nome e per conto dei 34 Sindaci dei Comuni del Garda, invito formalmente codesta Società ad attenersi senza indugio alcuno agli indirizzi assunti dal Commissario incaricato, nel pieno rispetto della altrettanto precisa e determinata volontà dei Comuni che questo Ente rappresenta. Su una questione tanto delicata e strategica per il Garda si è già perso troppo tempo.

Faccio pertanto presente che ogni ritardo nella procedura di affidamento dei lavori non è assolutamente giustificabile e mette seriamente a rischio la salvaguardia della qualità delle acque del lago di Garda. Sono certa che codesta Società non vorrà rendersi oggettivamente responsabile di un potenziale danno ambientale di inestimabile valore e di rilevanza nazionale ed europea».

 

Moraschini: via all’iter per la nomina del nuovo presidente

Emanuele Moraschini.

Sulla vicenda interviene con una breve nota anche il presidente della Provincia di Brescia,  Emanuele Moraschini: «Prendo atto delle dimissioni di Gianluca Delbarba dalla presidenza di Acque Bresciane. Una notizia inattesa che porterà la Provincia a far partire l’iter per la nomina di un nuovo presidente, chiamato a guidare la società. Tengo a ringraziare pubblicamente Gianluca per il grande lavoro fatto in questi anni”. Così il Presidente della Provincia di Brescia, Emanuele Moraschini.

 

Marco Togni (Montichiari): «Troppi errori di Acque Bresciane»

Il sindaco di Montichiari Marco Togni, ricordando la diffida ad approvare la documentazione per la gara di progettazione del depuratore a Montichiari e Gavardo (come detto, ne avevano scritto qui), afferma che le dimissioni di Delbarba «delineano finalmente lo stato nel quale Acque Bresciane versa e determinanti sono

Il sindaco di Montichiari Marco Togni.

state le nostre continue azioni. Troppi infatti a nostro giudizio sono stati gli errori ed i passi falsi fatti dalla società e che da sempre abbiamo evidenziato nero su bianco. Le dimissioni di Delbarba ne sono ora la comprova».

«Prendiamo atto – continua Togni – che l’aria è finalmente cambiata dato che anche le pressioni della Gelmini questa volta non hanno avuto effetto. Il fronte del No si allarga sempre più non solo tra i cittadini ma anche all’interno dei partiti. Auspichiamo ora che alle dimissioni di Delbarba seguano al più presto, per coerenza, anche quelle del direttore Saurgnani e del Presidente dell’Ufficio d’Ambito Boifava. Oggi per il nostro fiume Chiese è una giornata importante».

 

Breve storia di un progetto tribolato

Il sistema di depurazione fognaria del Garda, risalente agli anni ‘70, deve essere riqualificato per tutelare le acque del lago. Il depuratore di Peschiera, dove arrivano i reflui bresciani e veronesi, è sottodimensionato: ha una capacità di 330mila abitanti equivalenti, a fronte di un’esigenza che supera i 500mila. Inoltre le tubazioni, comprese quelle sublacuali, sono vecchie. Da qui l’esigenza di un nuovo sistema.

Nel 2017 Ministero dell’Ambiente, Lombardia e Veneto, Ato di Brescia e Verona e Ats Garda Ambiente (i Comuni del lago) firmano una convenzione in base alla quale Roma stanzia 100 milioni per il progetto di collettamento e depurazione (si prevede un costo di 230 milioni, compresa la parte veronese).

Nel 2018 Acque Bresciane chiede all’Università di Brescia uno studio con più soluzioni progettuali. Nel 2019 viene scelta la soluzione del doppio depuratore Gavardo-Montichiari, con scarico nel Chiese. Ma i Comuni dell’asta del Chiese protestano.

Il 30 novembre 2020 la Provincia approva la «mozione Sarnico», in base alla quale i depuratori devono essere realizzati nei territori che vanno a servire. A quel punto però sono i Comuni gardesani e mantovani a protestare. Lo stallo è totale.

Così, nel giugno 2021, si arriva al commissariamento del Governo. Il prefetto di Brescia, nominato commissario straordinario per la depurazione, decide che il progetto Gavardo-Montichiari è il migliore dal punto di vista tecnico e ambientale. Ad Acque Bresciane non resta che predisporre il progetto di fattibilità.

Ieri il cda di Acque Bresciane avrebbe dovuto avviare la procedura di gara per affidare la progettazione definitiva, incarico del valore di almeno 4 milioni di euro, Iva esclusa (l’ammontare dei lavori è calcolato in 118 milioni).

Sarebbero stati invitati a presentare un’offerta tecnico-economica i dieci studi che nelle “pre-selezioni” chiuse a settembre dimostrarono di avere i requisiti richiesti. Ma nel cda è venuto meno il numero legale.

Lo schema del progetto per la depurazione del Garda Bresciano, con i depuratori (D) di Gavardo e Montichiari sull’asta del Chiese.

 

 

 

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