Filantropo, benefattore, banchiere dalla ricchezza proverbiale, Gaetano Bonoris è stato troppo spesso giudicato una personalità controversa, in passato accusato di misantropia ed eccessiva avarizia.
Una narrazione obliqua purtroppo favorita dalla distruzione per volontà dello stesso Bonoris di tutta la sua corrispondenza privata ed infine negativamente condizionata dalla lunga causa giudiziaria, intentata dopo la sua morte, per invalidarne il testamento che nominava suo erede universale la Congrega della Carità Apostolica di Brescia e la fondazione che porta oggi il suo nome a beneficio dell’infanzia malata e abbandonata.
A far luce sulla figura di Gaetano Bonoris saranno due mostre:
Le attente ricerche d’archivio che hanno preceduto queste due mostre dissipano finalmente molte ombre permettendo una più corretta e oggettiva lettura biografica della figura di Bonoris attraverso il ritrovamento di inediti documenti.
Il corposo fondo archivistico che testimonia l’attività dell’Amministrazione Bonoris, depositato presso l’Archivio di Stato di Brescia, permette inoltre di seguire da vicino la vita di un intraprendente milionario di primo Novecento – quale era il conte Gaetano – con straordinaria ricchezza di aneddoti e di materiali meritevoli di essere valorizzati.
La mostra all’Archivio di Stato – curata da Debora Piroli e Paolo Boifava – evocando dunque nel suo titolo un detto popolare ancora noto tra le provincie di Brescia e di Mantova, racconterà così al pubblico il contenuto cartaceo della celeberrima “borsa di Bonoris”, in un’affascinante quotidianità di affari correnti, viaggi, gestione di grandi proprietà, battute di caccia, fornitori di beni di lusso dall’Italia e dall’Europa.
Nel 1890, all’età di ventinove anni, Gaetano Bonoris fu anche e soprattutto il protagonista di un intervento architettonico audace e stupefacente con la ricostruzione del castello di Montichiari, caparbiamente voluto per dare forma alle ambizioni del proprio immaginario figurativo, nel solco di un Medioevo sognato, che ebbe nella seconda metà dell’Ottocento il suo ultimo revival nazionale.
La mostra allestita al museo Lechi darà conto dei due diversi progetti che portarono all’edificazione del castello nel giro di un decennio. Il primo affidato all’architetto bresciano Antonio Tagliaferri (1835-1909) – bruscamente interrotto per le insanabili diversità di pensiero con il ricco committente – presentato da una selezione delle bellissime tavole progettuali, conservate nel Fondo Tagliaferri della Fondazione Ugo da Como.
Il secondo, condotto a termine sostanzialmente dallo stesso Bonoris, verrà invece documentato solo nella parte del complesso cantiere decorativo con i notevoli e mai esposti acquerelli preparatori realizzati dal pittore piemontese Guseppe Rollini (1842-1904), aderendo ai modelli culturali del Borgo e della Rocca Medievali di Torino edificati nel 1884 e al campionario storico dei più celebrati castelli di Piemonte e Valle D’Aosta, che riecheggia nell’architettura della Rocca di Montichiari.
La mostra sarà infine l’occasione per presentare dipinti, documenti inediti e oggetti appartenuti a Gaetano Bonoris. Tra questi spicca uno stupefacente servizio da tè e caffè in argento dorato, certamente realizzato dal noto argentiere francese Jean-Valentin Morel verso la metà dell’800 e forse acquistato da Bonoris in vista dell’ospitalità che egli diede a re Umberto I a Montichiari nell’estate del 1890. Un’ultima sezione della mostra permetterà infine di sottolineare la scelta straordinaria compiuta dal conte Gaetano alla fine della sua vita con la nascita della Fondazione Bonoris e l’ingentissima donazione delle sue sostanze a beneficio dei meno abbienti e dell’infanzia più sfortunata.
Gaetano Vittorio Napoleone Bonoris (Brescia, 1861 – Montichiari, 1923) nacque da una facoltosa famiglia mantovana dedita all’imprenditoria e al commercio; mentre la madre, Marianna Soncini, discendeva da una nobile stirpe bresciana. Durante le guerre napoleoniche i Bonoris furono banchieri della Casa d’Austria. Nel 1870 Achille, il padre di Gaetano, fu censore della Banca Nazionale del Regno d’Italia.
Nel 1884 Gaetano, dopo la morte del padre, interruppe gli studi al Politecnico di Zurigo e assunse la guida delle vaste tenute agrarie ereditate e dell’attività bancaria familiare dimostrando notevole capacità ed iniziativa. Nel 1891 ricevette l’investitura comitale da re Umberto I e nel 1900 fu eletto parlamentare per il collegio di Lonato del Garda, nella legislatura in cui il bresciano Giuseppe Zanardelli fu capo del governo.
Grande appassionato d’arte e architettura nel 1890 il conte Bonoris acquistò l’antica rocca di Montichiari e ne promosse la ricostruzione nelle forme di un castello fiabesco che divenne una delle sue dimore predilette insieme alla villa romana, sui monti Parioli, la villa sulle alture del lago di Garda, a San Zeno di Montagna, e il palazzo di Mantova. Nel corso dei dieci anni di lavori il progetto del nuovo castello di Montichiari fu prima affidato all’architetto Antonio Tagliaferri e infine radicalmente modificato dallo stesso Bonoris per giungere all’attuale situazione dopo un lungo e travagliato cantiere artistico.
Noto a tutti per la sua ricchezza (“Non ho la borsa del Bonoris!” era un detto in uso tra Brescia e Mantova); un tratto meno visibile della personalità di Gaetano fu l’attenzione ai meno abbienti, dimostrata in vita in tanti piccoli e nascosti gesti e confermata nell’ingentissima eredità che assegnò alla Congrega della Carità Apostolica «per la gioventù infelice» delle province di Brescia e di Mantova.
Sorse così nel 1928 la Fondazione Conte Gaetano Bonoris, amministrata dal più antico sodalizio caritativo bresciano, per «sussidiare istituti, enti e organizzazioni delle province di Brescia e di Mantova in parti uguali, che abbiano per fine di prestare aiuto e protezione a minori e giovani». Alle erogazioni, mediamente 500 mila euro l’anno, è preposta una Commissione di tre membri, indicati dal vescovo di Brescia, dal vescovo di Mantova e dalla famiglia Soncini.
La mostra è stata possibile grazie al contributo di Fondazione conte Gaetano Bonoris.
La stampa del catalogo della mostra affidata alla casa editrice Grafo è interamente sostenuta da UnipolSai Assicurazioni S.p.A. Divisione Sai Agenzia di Montichiari.
La mostra è inserita nel palinsesto eventi di Brescia_Bergamo Capitali della Cultura 2023
Conferenze di approfondimento
Visite guidate alla mostra a cura di Paolo Boifava
Atri appuntamenti…