Parco Natura Viva, morta l’ultima orsa andina d’Italia
BUSSOLENGO - Ci ha lasciato l'ultima orsa andina d'Italia, ospitata al Parco Natura Viva. Quest'anno avrebbe spento 30 candeline. Orsa più anziana d'Europa, non è vissuta molto oltre la scomparsa del suo Luis, avvenuta 4 mesi fa.
“Bahia ha risentito molto dell’assenza di Luis, con il quale non condivideva alcun aspetto del proprio carattere ma che è stato per lei una vera e propria metà, oltre che il padre dei suoi due figli”, spiega Caterina Spiezio, responsabile del settore ricerca e conservazione del Parco Natura Viva.
“Da quando è rimasta sola, i suoi keeper le hanno dedicato tempo, cure e attenzioni particolari soprattutto perchè non usciva più volentieri nel reparto esterno”. “Un segnale che abbiamo colto subito – aggiunge Nedeljka Stevanovic, la sua keeper – ben sapendo che al contrario Bahia è sempre stata molto curiosa ed altrettanto golosa”.
Sono famose le immagini in cui l’orsa si arrampicava con grande impegno su tronchi e rami per raggiungere varie delizie preparate dai keeper. Mentre Luis, placidamente seduto sulla giusta traiettoria, attendeva che buone parti del bottino le sfuggissero dalle zampe, cadendo a terra.
“Anche Luis era molto goloso – prosegue Spiezio – ma non sempre era disposto a far fatica per procacciarsi le leccornie. E’ sempre stato lui “quello forte” della coppia, tranne davanti ai figli”.
Nati nel ’98 e nel 2007, Balù e Tunk sono stati l’unico campo sul quale Bahia non ha mai ceduto terreno. “In quel periodo lo ha tenuto lontano con molta fermezza, sempre in difesa dei suoi piccoli. Lui all’inizio non capiva, ma poi se ne è fatto una ragione. Nessuno dei due forse, sarebbe vissuto molto più a lungo senza l’altro”.
Le foreste tropicali delle Ande, tra i 300 e i 4mila metri di altitudine, sono assaltati dalla deforestazione per l’uso industriale del suolo.
E questo inasprisce molto il conflitto tra uomo e fauna selvatica. “Grazie a Bahia e Luis, sottolinea Cesare Avesani Zaborra, CEO del Parco Natura Viva, – abbiamo potuto contribuire nel tempo alla tutela della specie in natura supportando i progetti di conservazione in Ecuador attraverso la ricerca, il recupero, la riabilitazione e la liberazione degli individui riabilitati”.
I commenti sono chiusi.