La passeggiata della linea
SALO' - Dal 27 maggio al 7 gennaio 2024 al MuSa di Salò un mostra imperdibile, con 112 opere su carta di 100 protagonisti del disegno contemporaneo, per i 40 della Civica Raccolta del Disegno.
La Civica Raccolta del Disegno di Salò – una tra le più prestigiose collezioni di opere su carta in Italia – compie quarant’anni, e celebra l’importante anniversario con la mostra “LA PASSEGGIATA DELLA LINEA. 100 protagonisti del disegno contemporaneo”. Curata da Lisa Cervigni e Anna Lisa Ghirardi, con Federica Bolpagni, l’esposizione propone una selezione di 110 opere su carta, realizzate dai grandi autori dal Novecento ai giorni nostri.
Partendo dalla citazione di Paul Klee, che interpreta il disegno come l’arte di condurre una linea a fare una passeggiata, il progetto espositivo allestito al piano terra del MuSa – Museo di Salò (BS) – articola un’ideale “passeggiata del punto” che diventa progressivamente linea e segno, disegno e movimento, gesto, delineando una panoramica in cui si trovano rappresentate le principali correnti e stagioni storico-artistiche novecentesche.
Dalla figurazione all’astrazione, dall’informale alla sintesi progettuale, dalla materia alla sublimazione di quest’ultima in parola e quindi concetto: le diverse sezioni allestite lungo le sale e i corridoi del Museo salodiano restituiscono le sfaccettature di una produzione artistica cangiante, sulla scorta del rinnovamento dei linguaggi stilistici e dell’incalzare delle vicende storiche vissute dai protagonisti.
I ritratti
La sezione dedicata ai volti accoglie, tra gli altri, il giovane viso in grafite di Filippo De Pisis, quello giocoso e caricaturale di Pino Pascali (memore delle sue esperienze come autore di spot pubblicitari e Caroselli), quello sintetico e vibrante realizzato da Ernesto Treccani – tra i fondatori del gruppo Corrente – ed il presunto ritratto dell’industriale farmaceutico Zambeletti, opera di Angelo Landi.
In quest’ultimo gli ultimi echi del naturalismo tardo-Ottocentesco convivono con la saldezza tipica del Ritorno all’Ordine degli anni Venti. Tensione psicofisica e dramma esistenziale caratterizzano i lavori di Piero Manai e Anton Zoran Mušič. Quest’ultimo traspose sulla superficie delle sue opere l’orrore della prigionia subita nei campi di concentramento.
Tra eros e dramma
Tra eros e dramma, il corpo femminile diviene teatro della fusione di seduzione e malinconia. Accade nelle opere di Luigi Broggini, di cui sorprende la forza espansiva del colore rosso, nel disegno di Orfeo Tamburi, nella Prostituta di Remo Pasetto, in quello di Giacomo Manzù, nonché nel Nudo sdraiato di Renato Guttuso.
Negli Undici studi di nudo di Bepi Romagnoni, immagini frammentarie e in pose disarticolate, la carica erotica sfuma in favore del tormento, mentre il Nudo femminile di Ennio Morlotti manifesta in tutta la sua evidenza segnica e cromatica come l’autore – che aderì prima a Corrente, poi al Fronte Nuovo delle Arti e al Gruppo degli Otto – pur approdando negli anni Cinquanta all’arte informale, non abbandonò mai del tutto la figurazione.
I paesaggi
Al tema del paesaggio è dedicata una grande sala, dove la veduta di un angolo della Ville lumière parigina tracciata da Osvaldo Licini – retaggio dei suoi soggiorni francesi – e due disegni sul celeberrimo tema dell’angelo ribelle cacciato dal paradiso (tema prediletto da Licini dal 1941 al 1956, simbolo della volontà dell’uomo di non accettare i propri limiti) fanno da contrappunto agli orizzonti urbani di Mario Sironi (Locomotiva) ed Enrico Della Torre (Tralicci).
Il paesaggio marino è protagonista della pittura di Piero Guccione, quello montuoso di Tullio Pericolo è ispirato ai luoghi della sua terra, mentre in Mario Schifano l’orizzonte diviene pura sintesi cromatica.
La poetica dell’Informale
Grandi esponenti della poetica dell’Informale sono, in questa sede, Emilio Vedova, Giuseppe Capogrossi, Emilio Scanavino, Franco Meneguzzo, Afro e Gino Meloni. Le diverse declinazioni della poetica astratta trovano manifestazione nei lavori di grandi Maestri come Atanasio Soldati, Renato Birolli, Piero Dorazio, Antonio Sanfilippo, Carla Accardi e Lucio Fontana.
Di quest’ultimo è lo Studio per pietre del 1956, legato alla serie dei celeberrimi Concetti spaziali.
Di Giosetta Fioroni è esposta una carta del 1932, periodo particolarmente significativo per l’artista che nel 1933 partecipò alla Biennale di Venezia. Di Alighiero Boetti, tra i più importanti esponenti dell’Arte Povera e successivamente dell’Arte Concettuale, sono esposte entrambe le opere della Raccolta: una grande carta intelata, del 1987, con scritte e con pantere stampigliate (tipiche della sua produzione del periodo) e una carta ascrivibile alla serie Mano aperta pugno chiuso.
La scritta nera con lettere trasferibili No reproduction di Claudio Parmiggiani, unico elemento grafico su fondo bianco, ribadisce l’atteggiamento iconoclasta che sottende tutta la sua opera, mentre di Dadamaino è esposta una carta emblematica del ciclo Alfabeto della mente, basato sulla ripetizione modulare di un solo segno a inchiostro e riferito al genocidio del villaggio palestinese di Tall El Zaatar nel 1976.
I disegni preparatori
Una folta sezione è infine dedicata ai disegni preparatori, con molteplici esempi legati alla progettazione scultorea e architettonica. Tra questi, gli Studi per architetture cacogoniometriche di Gianni Colombo, le carte di Eduard Habicher Fausto Melotti, Alik Cavaliere, Piero Consagra, Alberto Viani e Regina, unica esponente femminile del MAC, Movimento Arte Concreta.
Di indirizzo opposto è invece il disegno di Grazia Varisco che, in linea con le sue Disarticolazioni dei primi anni Novanta, delinea uno spazio dalla forma inattesa. Appartengono alla Collezione anche alcuni studi di costumi teatrali di Domenico Gnoli: otto disegni ad inchiostro, realizzati nel 1952 circa, probabilmente nel camerino del regista Carlo Lodovici, nel periodo in cui fu proposto all’artista di collaborare alla messa in scena dell’opera “Il borghese gentiluomo” di Molière.
Alle opere di artisti di consolidata fama, celebrati dai più importanti musei del mondo, “La Passeggiata” affianca quelli di artisti contemporanei che si sono distinti nel panorama nazionale, tra cui Arcangelo, Agostino Arrivabene, Guglielmo Achille Cavellini, Giorgio Bertelli, Maurizio Donzelli, Antonella Gandini, Andrea Mariconti, Albano Morandi, Antonio Mottolese, Nunzio, Nicola Samorì, Livio Scarpella, Giorgio Tentolini.
Il percorso è inoltre punteggiato dai personaggi scultorei in carta pesta di Roberto Ciroli, che osservano, spiano, contemplano spazi e disegni.
La Civica Raccolta del Disegno di Salò
Nata nel 1983 a partire da un’idea di Pino Mongiello, all’epoca assessore alla cultura, dell’artista Attilio Forgioli e del critico d’arte Flaminio Gualdoni, la Civica Raccolta del Disegno di Salò – coordinata da un Comitato direttivo presieduto dal sindaco Giampiero Cipani – è tra le più prestigiose collezioni di opere su carta in Italia. È attualmente costituita da più di 800 opere di artisti contemporanei, con focus particolare sull’arte italiana dal secondo dopoguerra ad oggi.
Il primo nucleo della Raccolta, costituito grazie alla donazione di opere da parte di alcuni sostenitori, è stato progressivamente incrementato da acquisti e donazioni di artisti e collezionisti. Una significativa selezione di opere è stata esposta al Museo d’Arte Moderna e contemporanea di Gazzoldo degli Ippoliti (Mn), al Museo d’Arte Moderna Galleria Klatovy (Repubblica Ceca), al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone (Mi), al Museo della Permanente di Milano, alla Casa degli artisti di Tenno (Tn), alla Pinacoteca Civica di Civitanova Marche (Mc) e a Palazzo Martinengo a Brescia.
L’istituzione, dal carattere permanente, ha deposito, archivio e sede espositiva presso il MuSa. Suo compito è quello di costituire un fondo collezionistico pubblico di opere prevalentemente su carta, promuovendone lo studio e la fruizione.
MuSa: orari e biglietti
- Fino al 31 maggio venerdì-sabato-domenica 10-18
- Dal 1° giugno al 30 settembre martedì-domenica 10-20
- Dal 1° ottobre al 31 ottobre martedì-domenica 10-18
- Dal 1° novembre al 7 gennaio venerdì-sabato-domenica 10-18
Ingresso: Intero 9€, Ridotto 7€, Ridotto ragazzi 5€, Gruppo 15-35 persone 7€, Scuole 5€.
Elenco completo riduzioni e categorie esentate dal pagamento: www.museodisalo.it.
Prenotazioni gruppi: info@museodisalo.it – 3389336451
Come nacque la Civica Raccolta del Disegno di Salò
di Pino Mongiello
Un incontro a tre nello storico bar di Milano in via Brera: il Jamaica! Con me, giovane assessore alla cultura della giunta salodiana, ci sono anche Attilio Forgioli, pittore, e Flaminio Gualdoni, critico d’arte. Siamo nella primavera del 1981. Scherziamo sulla coincidenza di trovarci proprio in quel bar. A sceglierlo era stato Gualdoni forse perché lì, nel Novecento, era nata gran parte delle avanguardie artistiche d’Italia. E noi tre eravamo lì per uno scopo ben preciso: ipotizzare per Salò, città che ha dato i natali a me e ad Attilio Forgioli, la nascita di un progetto basato sull’arte contemporanea.
Il Jamaica era sempre stato uno spazio libero dove idee e pensieri di artisti e letterati circolavano con grande evidenza. In quello spazio arredato con spirito minimalistico riandavo con la memoria alle cronache da me vissute durante l’Università negli anni Sessanta. Allora vi si potevano incontrare personaggi come Luciano Bianciardi ed Emilio Tadini, Ugo Mulas e Mario Dondero, Piero Manzoni, Lucio Fontana, Dino Buzzati. Via Brera l’avevo fatta diverse volte.
Al di là del fatto che, seduto come loro a un tavolino a tre gambe, rotondo, che stava in piedi per scommessa, io ero lì per riaffermare la volontà di dar vita a qualcosa che non aveva ancora i contorni definiti, avevo ben poco da aggiungere. Toccava dunque ad Attilio trovare le argomentazioni giuste allo scopo. Ma Attilio, si sa, è sempre stato di poche parole, anche se sempre centrate e soppesate. È stato allora Gualdoni a tirar fuori l’idea giusta che faceva al caso nostro. Sapeva come funzionano le cose nei Comuni: ambizioni tante, risorse poche. Un po’ come quei tre piatti che ci erano stati portati: tanta insalata e uno smilzo tramezzino. “Ecco – dice Gualdoni – non penserei a una raccolta di quadri o di opere complesse perché costano e poi hanno bisogno di spazi per essere immagazzinate ed esposte. Consiglierei, invece, di collezionare opere su carta: non ingombrano, e in genere costano poco. E poi – dice – non sottovaluterei il fatto che in Italia, di Raccolte del Disegno oggi non ce ne sono. La Civica Raccolta di Salò potrebbe essere tra le prime a nascere”.
Quello era solo il concepimento. L’idea piacque non solo a noi ma anche a qualche amico che volle sostenerla finanziando parte delle spese per i primi anni. Il Comune pure ci mise del suo. Nel decennio 1988-1998 entrano a far parte della collezione, come già era accaduto nella fase precedentemente coordinata da Flaminio Gualdoni, nomi prestigiosi dell’arte contemporanea italiana, documentati nel primo Catalogo generale 1983-97, ed. Nuovi Strumenti. Per essi è anche messa a disposizione la sede del fondaco di Palazzo Coen, collegata alla Biblioteca civica Fantoni.
Oggi, dopo quarant’anni di attività, la Raccolta del disegno conserva e valorizza più di ottocento opere su carta: sono per lo più artisti del secondo Novecento ma non mancano anche pezzi storici d’anteguerra. Tutto questo dice che quell’iniziativa a lungo sognata e meditata non restò un fuoco di paglia ma trovò, pur tra difficoltà e qualche incomprensione, il modo per esprimersi e svilupparsi così da diventare oggi un riferimento non secondario nel panorama culturale.
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