Il futuro del mercato degli pneumatici sarà gioco forza all’insegna della sostenibilità e della riduzione dell’impatto ambientale dei processi produttivi; entrambi gli obiettivi accomunano ormai tutti i grandi produttori di gomme per auto e veicoli commerciali, costantemente impegnati nello sviluppo di nuove tecnologie sempre più performanti. In tal senso, non fa eccezione Continental, una delle aziende leader del settore a livello internazionale. Il colosso di Hannover, presente sul mercato con un’ampia gamma di pneumatici – disponibili anche online grazie ad e-commerce specializzati quali euroimportpneumatici – ha presentato lo scorso mese una nuova gomma, caratterizzata dall’impiego di un’elevata percentuale di materiali sostenibili. Si tratta del Continental UltraContact NXT: vediamo, di seguito, quali sono le prerogative tecniche e prestazionali che lo contraddistinguono.
Nella nota stampa di presentazione, pubblicata il mese scorso sul proprio sito ufficiale, Continental ha illustrato le principali caratteristiche costruttive del nuovo pneumatico UltraContact NXT. Il costruttore tedesco fa sapere che la copertura è prodotta “con oltre il 65% di materiali rinnovabili, riciclati e certificati mass balance”; in tal modo, il nuovo pneumatico “combina una quota rimarchevole di materiali sostenibili con il massimo della sicurezza e delle prestazioni”.
Nello specifico, si legge, i materiali rinnovabili rappresentano il 32% mentre la quota di quelli riciclabili supera il 5%; “in aggiunta” – prosegue il comunicato – “Continental ha impiegato una quantità che raggiunge il 20% di materiali certificati mass balance ISCC PLUS provenienti da materie prime organiche di origine biologica, da economia circolare o bio-circolare”.
La certificazione ISCC (acronimo di International Sustainability & Carbon Certification) permette di tracciare il flusso dei materiali utilizzati attraverso una complessa catena del valore. In particolare, tramite l’approccio “mass balance”, è possibile tenere traccia della quantità e della sostenibilità delle materie prime di origine bio o provenienti da economie circolari all’interno della catena del valore; tali riscontri vengono attribuiti sulla base di rendiconti verificabili.
Circa l’utilizzo del nuovo pneumatico, Continental specifica che la copertura è stata sviluppata non solo per i veicoli alimentati da motori endotermici ma anche per quelli elettrici, al fine di garantire prestazioni elevate in termini di efficienza e chilometraggio. Grazie al contrassegno di compatibilità con i veicoli elettrici, UltraContact NXT sarà utilizzabile su numerosi modelli elettrificati di grande successo come, ad esempio, la Kia Niro e il nuovo ID.3 Volkwagen, oltre a Mercedes-Benz EQA, Tesla Model 3, Audi Q4 E-TRON, Skoda Octavia, VW Golf 8 e Audi A3.
Per quanto riguarda gli aspetti strettamente prestazionali, l’azienda sottolinea anche come tutte le coperture da 19’’ hanno ottenuto il rating più alto possibile (“A”) all’interno del sistema europeo di valutazione delle performance degli pneumatici in relazione a: resistenza al rotolamento, frenata sul bagnato e rumorosità esterna.
UltraContact NXT si inserisce nel solco già segnato da alcuni anni; le maggiori aziende del settore, infatti, sono da tempo impegnate nello sviluppo di soluzioni che consentano di ridurre il consumo di materia prima vergine, incrementando l’utilizzo di materiali di recupero o di origine organica (soprattutto scarti di lavorazione dell’industria alimentare); al contempo, la riduzione dell’impatto ambientale del prodotto finale passa anche da un costante miglioramento delle performance, soprattutto per ciò che concerne la resistenza all’usura e, più in generale, la ‘vita utile’ dello pneumatico.
Dal punto di vista commerciale, il nuovo Continental UltraContact NXT fa parte della gamma UltraContact, lanciata dall’azienda tedesca lo scorso anno. A partire dal mese di luglio, le calettature da 19’’ esistenti verrano rimpiazzate da quelle più sostenibili di nuova generazione; le prime consegne destinate al mercato europeo sono previste per luglio 2023, nell’ambito di una strategia di distribuzione graduale per il Vecchio Continente.