Ciclovia, le associazioni: “Vie d’acqua al posto dei tratti pericolosi”

LAGO DI GARDA - Vie d’acqua in alternativa ai tratti contestati della Ciclovia del Garda. Le propone il Coordinamento interregionale a tutela del lago di Garda, animato da una trentina di associazioni ambientaliste (tra cui Wwf, Italia Nostra e Legambiente).

«Il giorno 13 luglio – fa sapere il Coordinamento – una rappresentanza del Coordinamento Interregionale a tutela del lago di Garda che comprende trenta associazioni ambientaliste e portatori d’interessi delle tre Regioni di Trentino Alto Adige, Lombardia e Veneto sono stati accolti nella sede di Navigarda a Desenzano dal direttore di servizio ing. Giuseppe Mafale a da Stefano Piceni.

L’ingegnere ha ascoltato con attenzione e interesse le criticità illustrate dal coordinamento interregionale sul progetto delle ciclovia, in particolare nell’alto lago, dove, in aree di elevatissimo valore paesaggistico e naturalistico ed anche ad alto rischio geologico il progetto prevede la costruzione di impattanti passerelle sospese con paramassi, nuove gallerie artificiali, passerelle sorrette da pilastri nel lago, in presenza di versanti assai franosi di cui in tutte le relazioni geologiche si sottolinea la instabilità e la conseguente pericolosità per i futuri fruitori (pedoni e ciclisti) della ciclovia.

L’ing. Mafale – continua la nota diffusa dal Coordinamento – si è dimostrato aperto a qualsiasi dialogo e collaborazione futura con le Regioni e con il Ministero, che ne facessero richiesta, al fine di ipotizzare proposte alternative che coinvolgano l’Intermodalità del servizio per consentire la chiusura dell’anello di ciclovia nei punti rilevati critici usando la via d’acqua.

Il tratto a sbalzo già realizzato a Limone.

 

L’ingegnere ha precisato – fa sapere il Coordinamento – che la gestione della navigazione è molto complessa perché una eventuale aumento di battelli richiede un aumento del personale, delle infrastrutture e deve essere sostenibile economicamente. Il coordinamento interregionale ha esposto i costi esorbitanti della creazione della ciclovia del Garda che sono stati pubblicati dal Ministero dei Trasporti pari a 344 milioni di euro, di cui per ora solo 46 milioni finanziati a livello nazionale.

Tali costi aumenteranno ulteriormente anche in previsione delle ingenti opere di manutenzioni annuali a carico di ogni Comune e di conseguenza dei cittadini, ricordando che sarebbe auspicabile spendere tali cifre per incrementare un servizio di trasporto pubblico utile a tutti e incentivare assunzioni di personale, anziché intervenire con opere ingegneristiche costosissime a irreversibile danno del paesaggio.

I prossimi incontri del Coordinamento Interregionale a tutela del lago Garda saranno con i referenti della Regione Lombardia e si spera presto anche con il Ministero, per consentire un miglior dialogo fra tutti gli Enti ed i cittadini e consentire una revisione progettuale partecipata che consenta di tutelare al meglio non solo il paesaggio e l’ambiente lacustre, ma anche gli interessi di una Comunità».

I rappresentanti del Coordinamento nella sede di Navigarda, a Desenzano.

 

 

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