Il tesoro d’arte del Duomo di Salò raccontato da una app

SALO' - Per le opere che conserva il Duomo di Salò è un vero museo di belle arti. Ma quasi mai il visitatore (e il salodiano) colgono tanta bellezza. Così la Parrocchia ha realizzato una app per aiutarci a capire ed ammirare quello che guardiamo.

Ammirato dai viaggiatori del Rinascimento, da Mantegna a Isabella d’Este, il Duomo di Salò, edificato dal 1453 su progetto dell’architetto Filippo delle Vacche e dedicato a Santa Maria Annunziata, è il più insigne monumento della cittadina.

Per le opere che conserva al suo interno (del Romanino, del Moretto, di Zenon Veronese, Paolo Veneziano, Palma il Giovane, Andrea Celesti, tanto per ricordare i più noti) è un vero e proprio museo di belle arti.

Visitandolo si rischia di essere sopraffatti da tanta magnificenza, ma soprattutto di non coglierla. «La gente arriva, guarda le opere, se ne va con gli occhi pieni di bellezza, ma spesso non sa cosa ha visto», dice mons. Gian Luigi Carminati, parroco di Salò. Che si è chiesto come poter aiutare il visitatore a comprendere e decifrare il grande patrimonio d’arte che sta osservando: «Non potevamo certo mettere pannelli informativi, avremmo dovuto riempiere il Duomo, che è un pozzo senza fondo dal punto di vista artistico, storico, religioso».

Così il parroco ha pensato ad una app, uno strumento agile, a portata di tutti. Basta inquadrare con la fotocamera del proprio cellulare il QR Code che, da ieri, si trova all’ingresso del Duomo.

All’ingresso del duomo l’avviso con il QR Code per accedere alla app.

 

L’avviso invita ad usufruire di uno «strumento interattivo con informazioni, immagini e descrizioni per ammirare quello che guardi».

La app è stata sviluppata dal diacono Enrico Milani e riporta testi delle prof. Elisabetta Bresciani, Teresa Delfino e Gianna Caravaggi. Si è fatto riferimento, tra le altre fonti documentali, anche al libro «Il Duomo di Salò» (1999) della storica dell’arte Monica Ibsen.

La nuova app è uno strumento per il turista, «ma anche per il salodiano – spiega mons. Carminati – che viene in Duomo ma non guarda neanche più i tesori della sua parrocchia. È un invito a scoprire questo patrimonio, soprattutto oggi che abbiamo perso la capacità di decifrare gli aspetti simbolici delle opere d’arte sacra».

Che sono ben spiegati, seppur in modo inevitabilmente sintetico, dalla app, che per ora è disponibile in italiano. Ma già si lavora alle versioni in lingua, per consentire a tutti di «riconoscere – conclude il parroco – la grandezza di ciò che si osserva in Duomo».

L’interno del Duomo di Salò.

 

 

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