I grandi musicisti salodiani, tocca a Ferdinando Bertoni
SALO' - Sabato 2 settembre alle 21.30 in sala dei Provveditori ultimo appuntamento della rassegna "I grandi musicisti salodiani", dedicato a Ferdinando Bertoni, con Gerardo Chimini al pianoforte.
Non solo Gasparo da Salò. Non solo Marco Enrico Bossi. La città di Salò vanta una tradizione musicale antichissima, celebrata dalla rassegna «I grandi musicisti salodiani» diretta dal maestro Federico Franchini.
Dopo gli appuntamenti del 15 luglio dedicato a Buono Chiodi (Salò 1728 – Santiago de Compostela 1783) e del 19 agosto dedicato a Giovanni Battista Quaglia (Salò 1625 – Brescia 1700), sabato 2 settembre alle 21.30 in Sala dei Provveditori è in programma l’ultimo appuntamento, il concerto del pianista Gerardo Chimini dedicato a Ferdinando Bertoni (Salò 1725 – Desenzano del Garda 1813),
Programma di sala:
- Ferdinando Bertoni (1725-1813) Tre Sonate (Fa maggiore; Sib maggiore; Sol maggiore)
Sinfonia in Re maggiore - Giovanni Battista Grazioli (1746-1820) Sonata in Sol maggiore
- Gaetano Valeri (1760-1822) Siciliana in Do minore
Sonata in Re maggiore - A. Ghirardi (XVIII sec.) Pastorale
- Ferdinando Turrini (1745-1829) Due Sonate (Re maggiore; Sib maggiore)
Gerardo Chimini, Pianoforte
Intervento a cura di Enrico Raggi
Ferdinando Bertoni (Salò 1725 – Desenzano 1813)
Nacque a Salò il 15 agosto 1725, in contrada San Giovanni (l’attuale p.zza Zanelli). Il padre permise a Ferdinando di poter ricevere le prime lezioni di musica a Salò dal maestro della Cappella musicale del Duomo, Giovanni Battista Cargnoni e da Orazio Pollarolo, maestro della Cappella del Duomo di Brescia.
Nel 1742 diventò allievo del celebre Giovanni Battista Martini a Bologna, dove ottenne di essere ammesso per meriti alla prestigiosa Accademia Filarmonica bolognese, di cui diventò direttore nel 1773. Nel 1745 si trasferì a Venezia cambiando il cognome da Turrini in Bertoni, acquisendolo da un parente della madre originario della città lagunare.
Dal 1785 il Bertoni ricoprì l’ambito incarico di Maestro di Cappella nell’autorevole basilica veneziana, dedicandosi parallelamente all’insegnamento della musica (sono suoi allievi i celebri Simone Mayr, Gaspare Pacchiarotti, il nipote Ferdinando Turrini detto l’orbo) e ad una intensa attività compositiva di genere sacro e profano.
La vasta produzione musicale sacra e operistica di Bertoni meritò il plauso dei più celebri compositori del suo tempo. I contemporanei Porpora, Galuppi, Paisiello, Jommelli, Leopold e Wolfgang Amadeus Mozart non furono gli unici estimatori dei lavori del maestro salodiano. Ferdinando Bertoni riscosse infatti anche il plauso di importanti sovrani del tempo, esibendosi alla loro presenza: sovrani come l’imperatore Giuseppe II, il duca di York, l’imperatore di Russia, nonchè il re di Napoli e il granduca di Toscana lo elogiarono per i suoi lavori. Nonostante l’auspicio di una maggiore riscoperta anche da parte di interpreti come Riccardo Muti, Marilyn Horne, e Cristina Miatello, gran parte della produzione di Ferdinando Bertoni rimane ancora sconosciuta al grande pubblico.
Una vasta produzione in ambito operistico (quasi un centinaio di opere cantate e drammatiche) in ambito sacro (circa duecento fra salmi, mottetti, oratori) e di genere strumentale attende solo di essere eseguita, per valorizzare e diffondere la creatività di uno dei più geniali e apprezzati compositori veneti del Settecento.
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