“Ciclovia del Garda? Non così”. Un incontro con la cittadinanza
RIVA DEL GARDA - Venerdì sera a Riva il Coordinamento interregionale per la tutela del Garda organizza un incontro informativo con la cittadinanza sul progetto della ciclovia del Garda per parlare di paesaggio, sicurezza e costi.
Appuntamento alle 20.30 di venerdì 8 settembre nell’auditorium della scuola “Scipio Sighele”, in piazza Maria Contrini a Riva.
Di seguito il Coordinamento interregionale per la tutela del Garda, composto da associazioni e comitati (tra cui Legambiente, Wwf e Italia Nostra) che contestano l’attuale progetto della ciclovia.
«È da diverso tempo che si sente parlare della Ciclovia del Garda, come di un progetto di mobilità sostenibile che dovrebbe offrire ai ciclisti la possibilità di percorrere il territorio circumlacuale in sicurezza, lungo percorsi che, oltre allo sviluppo del ciclo-turismo, tendano anche alla valorizzazione del territorio, delle sue emergenze storiche, architettoniche e naturalistiche.
Grande è stata quindi la sorpresa nei mesi scorsi di vedere le proposte della Provincia autonoma di Trento e delle Regioni Lombardia e Veneto che tracciano una grossa riga a bordo lago, o a sbalzo sul lago, incuranti di annullare le già risicate spiagge ed i pochi canneti, di sovrapporsi alle storiche passeggiate di lungolago dei centri rivieraschi, di invadere i giardini degli alberghi storici, di abbattere centinaia di alberi, di trivellare le maestose rocce a picco sul lago per inserire grosse putrelle metalliche, di prevedere passerelle a sbalzo dotate di tettoia per ridurre il rischio di incidenti da caduta massi, da mitigare anche con file di paramassi e reti di contenimento su tutte le pareti rocciose.
Ottimo concetto quello della mobilità sostenibile, ma questa ciclovia non ha nulla che la caratterizzi sotto tale aspetto:
- la mobilità risulta bloccata dalla previsione di un uso promiscuo (pedoni + ciclisti), che di fatto impedirà la circolazione fluida delle biciclette e le farà convergere di nuovo sulla strada Gardesana, già pesantemente intasata dal traffico veicolare;
- la sostenibilità è un termine assolutamente improprio – sia sotto l’aspetto paesaggistico che dal punto di vista economico – per una struttura che si avvale di grosse travature metalliche, scassi e getti di cemento armato da ancorare alle straordinarie pareti rocciose e che avrà un costo esorbitante, calcolato in via preliminare in euro 344.000.000 ma sicuramente destinato ad aumentare in modo consistente.
Per i 19,5 km del tratto trentino è preventivato un importo di 100.000.000 euro, anche questo soggetto a sicuri e notevoli aumenti a causa delle notevoli problematiche date dall’orografia dei luoghi e della necessità di maggiori opere di messa in sicurezza dei ripidi versanti, per ora sottostimate.
L’esempio del primo tratto trentino in collegamento con quello lombardo è esemplare: 2.180.000 euro per 98 metri di passerella, che tradotto in costo unitario per chilometro dà l’incredibile cifra di 22.000.000 di euro! E nulla è detto sul pesantissimo peso economico delle future manutenzioni che graverà ancora una volta sui cittadini.
Altro tema irrisolto – continua il comunicato del Coordinamento – è quello della sicurezza, che alla base delle alte pareti rocciose – soggette molto spesso a distacchi di materiale lapideo e a consistenti franamenti – non potrà mai essere del tutto assicurata. Nel tratto trentino tutta la zona è in zona a rischio geologico, con vari gradi di gravità, ma l’argomento della garanzia della sicurezza viene affrontato con il concetto della mitigazione del rischio. La perizia geologica infatti si basa su calcoli di traiettoria e di forza distruttiva di massi del volume di 1 mc. escludendo ulteriori verifiche degli effetti di caduta di volumetrie maggiori.
Importante rilevare che le future responsabilità per danni dovuti alla scarsità di sicurezza ricadranno un domani sui sindaci in quanto ufficiali di governo e sui tratti a sbalzo sarà una responsabilità pesante.
Un progetto che, allo scopo – mal focalizzato – di far fruire la bellezza del lago di Garda a pedoni e ciclisti, la deturperà irrimediabilmente.
Ma l’alternativa a previsioni progettuali così preoccupanti e discutibili c’è, ed è contemplata anche nelle premesse normative che istituiscono la ciclovia: l’intermodalità di trasporto. Tra gli obiettivi del Protocollo di intesa tra i Ministeri proponenti e le Regioni Veneto e Lombardia e Provincia autonoma di Trento troviamo infatti l’intermodalità di trasporto auto-treno- autobus-bicicletta-battello.
La soluzione ideale per i tratti più delicati è quindi la via d’acqua: un servizio di traghetti, così come succede sul Danubio e sui laghi svizzeri e del nord Europa, potrebbe essere parte integrante della ciclovia e accompagnare ciclisti e pedoni lungo il loro tragitto, offrendo la bellezza del paesaggio gardesano, che da un paio di secoli attrae viaggiatori, pittori, letterati e poeti.
È su queste considerazioni e sulla mancanza di informazioni pubbliche da parte degli Enti proponenti, che il Coordinamento Interregionale per la Tutela del Garda ha promosso una serata informativa che verterà sulla presentazione del progetto della Provincia autonoma di Trento ed sul dibattito aperto al pubblico a cui sono invitati gli amministratori provinciali, i sindaci e consiglieri dei Comuni interessati all’opera e la cittadinanza intera».
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