Questa la motivazione della scelta di Vescia: «La Confraternita premia Michele Vescia per aver seguito con passione e professionalità la nascita e lo sviluppo dell’enologia e della viticoltura bresciana dagli anni ’60 fino ad oggi, per aver valorizzato la nostra viticoltura, in particolare del Groppello, quale vitigno di grandissimo pregio; per aver promosso le produzioni enologiche delle sponde bresciane del Garda attraverso l’organizzazione di concorsi enologici e l’ideazione delle Denominazioni di Origine Controllata locali».
L’annuncio è stato dato lunedì a Villa Galnica, Puegnago, dal presidente della Confraternita del Groppello, Massimo Claudio Piergentili.
Michele Vescia, nato a Manerbio (Brescia) il 16 agosto 1933 da una famiglia che da tre generazioni esercita l’attività del commercio vinicolo, laureatosi in Scienze Agrarie all’Università del Sacro Cuore di Piacenza, si
specializza in viticoltura ed enologia a Torino.
È ordinario accademico dell’Accademia italiana della Vite e del Vino dal 1962. Tra i vari prestigiosi incarichi, delegato e presidente di associazioni vinicole italiane, francesi e internazionali; membro del Comitato Nazionale per la Tutela delle Denominazioni di Origine del Ministero Agricoltura e Foreste; presidente di commissioni regionali; consulente del Ministero dell’Agricoltura e Foreste per la Tutela delle Denominazioni di Origine dei Vini; maestro assaggiatore, presidente, membro onorario di organizzazioni di assaggiatori; membro di commissioni di degustazioni vini Doc e Docg; fondatore e direttore dell’Associazione Consorzi Difesa Vini Doc; consulente e direttore del Consorzio Tutela dell’Ente Vini Bresciani e Doc; fondatore e presidente della Federazione Consorzi Vini Doc; fondatore dell’Assemblea delle Regioni Europee Viticole e Vicepresidente del Consiglio Europeo; consulente del laboratorio chimico provinciale di igiene e profilassi della Provincia di Brescia; realizzatore dei vini DOC e DOCG Franciacorta, Lugana, Riviera del Garda, Cellatica, San Martino della Battaglia e Capriano del colle e ideatore numerosi concorsi enologici per le DOC, sommelier e cofondatore dei Sommelier Italiani.
Insomma, una vera istituzione nel mondo del vino, bresciano e nazionale.
Claudio Massimo Piergentili, presidente della Confraternita del Groppello: «Vescia ha fatto cose straordinarie e irripetibili. È la memoria storica del vino bresciano e gardesano. È a lui che dobbiamo tutte le nostre Doc. È stato inoltre un grande sostenitore del vitigno Groppello. Diceva che il Garda è la Borgogna d’Italia e che il Groppello è il nostro Pinot Nero».
Paolo Pasini, presidente del Consorzio Valtenesi: «Nel 2015 il Palladio fu assegnato ad un altro grande nome del vino, Mattia Vezzola. E se si potesse assegnarlo in forma retroattiva potremmo darlo al grande visionario Pompeo Molmenti, che per primo, a fine ‘800, produsse il nostro Chiaretto. Vezzola, Molmenti e Vescia sono accomunati da grandi meriti in campo enologico e dal fatto che ognuno di loro ha saputo valorizzare il vino in relazione al territorio in qui questi si inserisce. È questa la chiave: un vino ha un valore nel momento in cui racconta e si rapporta al suo territorio».
Silvano Zanelli, sindaco di Puegnago: «Michele Vescia ha fatto, tra le altre cose, anche la storia della Fiera di Puegnago. Per il nostro Comune e per l’intera Valtenesi è stata una figura di grande rilievo, anche in funzione della tutela dell’agricoltura e dunque del paesaggio e del territorio. Senza la sua opera forse molti vigneti oggi non ci sarebbero più».
Il “Palladio Gardesano” è un evento nato nel 2014 da un’idea del Presidente della Confraternita del Groppello Massimo Claudio Piergentili, che con l’aiuto di altri confratelli (Alessandro Redaelli De Zinis e Marcello Berlucchi) lo ha concepito come un’occasione per premiare le personalità e gli enti più importanti per il territorio del Garda bresciano, in concomitanza con la festa della Vendemmia, il momento più importante della produzione del vino.
A suggerire il nome dell’evento e del suo premio, in chiave dannunziana, fu il giornalista Attilio Mazza, uno dei fondatori della storica Confraternita. Anticamente il Palladio era una riproduzione lignea dell’immagine sacra di Pallade Atena, venerata dai Troiani e dai Greci per la difesa delle proprie città. D’Annunzio utilizzò il termine in un articolo intitolato «Il palladio del Garda» sulla rivista “Illustrazione italiana”(“Il lago di Garda”, Natale e Capodanno 1921-22, Il Palladio sul Garda di G.D’Annunzio”).
Il poeta paragona alla celebre offerta votiva il dono della famosa dimora del Serraglio, che Maderno gli aveva offerto in dono. Da qui infatti, dopo l’avventura di Fiume e la “vittoria mutilata”, il Vate si proponeva come baluardo della Patria. In questo modo il vincitore del Premio dato in occasione di questa ricorrenza acquisisce il titolo di “Difensore del Garda”.
I VINCITORI DEL PALLADIO GARDESANO
A scegliere Michele Vescia come vincitore del premio all’unanimità è stata una giuria composta oltre che dal Presidente della Confraternita, Massimo Claudio Piergentili, da Silvano Zanelli (Sindaco del Comune di Puegnago Del Garda) Massimo Ghidelli (Presidente del Consorzio Garda Lombardo), Germano Bana (Direttore della rivista Vini e Cucina Bresciana), Marina Brunner (Delegata fiduciaria di Slowfood Condotta Garda), Giuseppe Pasini (Presidente Feralpi/Salo’), Paolo Pasini (Presidente del Consorzio Valtenesi), Avv. Fabrizio Segala (Presidente Associazione Avvocati Salò calcio onlus), Simone Bottura (per il Giornale di Brescia), Alessandro Gatta (per Bresciaoggi).
In premio a Michele Vescia va un’opera di Anita Treccani. È stata selezionata fra le numerose opere di artisti che hanno esposto alla mostra “Nodi” (ne avevamo scritto qui), organizzata a Villa Galnica di Puegnago (la sede della Confraternita) a settembre del 2022, in collaborazione con la Confraternita. La mostra è stata curata da Anna Piergentili per l’associazione Unione Cattolica Artisti Italiani di Brescia.
La scultura data in premio è stata segnalata da una giuria di esperti d’arte: Anna Piergentili (storica d’arte, curatrice e docente), Francesco Visentini (presidente UCAI e docente di Disegno, Storia dell’Arte e Discipline Plastiche) e Rita Duchi (vicepresidente UCAI e docente di discipline grafiche e pittoriche).
L’OPERA: “DAFNE”
«La magnifica “Dafne” di Anita Treccani si erge a tutti gli effetti come simbolo gardesano, è semplicemente iconica. Attraverso la sua narrazione Treccani è capace di generare un mito nuovo, non solo lo suggerisce, ma lo plasma attraverso la sua amabile arte fino a renderlo tangibile e ce lo trasmette come uno spettacolo che si sta verificando proprio davanti ai nostri occhi. È inevitabile afferrarne la grandiosità che conferma lo status dell’artista, sempre più apprezzata dalla critica. » (A.Piergentili).
La ninfa greca è raffigurata nel celeberrimo momento della metamorfosi, ma questa volta però non si trasforma come nel mito ovidico in alloro, bensì in una vite di vino Groppello. Ecco che un torpore pesante afferra le sue membra, una corteccia sottile le si è chiusa sul petto, i capelli si trasformano in foglie di vite, le braccia in rami, i piedi sono bloccati e velocemente mutati in solide radici, il suo volto si perde. Solo la bellezza splendente rimane inalterata. In qualche modo questa grafite su legno, nella sua incisività, simboleggia l’auspicata unione dell’uomo con la natura.
Anita Treccani è una jewel designer e un’illustratrice professionista. Le sue esperienze artistiche sono molteplici e le hanno consentito di dare forma al suo stile personale: dall’illustrazione all’incisione, dalla fotografia alla body art e al design di gioielli. Laureata in Decorazione all’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia, si è specializzata in microscultura e nella tecnica dell’Agemina, una peculiare incisione del ‘200 tipica dell’Oriente. Lavora a Brescia per alcune gioiellerie e una sartoria come designer di gioielli. Ha lavorato per un’antica legatoria di Verona come illustratrice e incisore, illustrando la storia di Pinocchio per Calibano Editore con oltre novanta tavole di disegni. L’artista ha recentemente illustrato il libro di Roberto Bianchi “Il ballo mascherato del Covid 19” (LiberEdizioni), in cui Treccani ha operato una peculiare rivisitazione di un racconto di Edgar Allan Poe.
La consegna del Palladio Gardesano avverrà venerdì 15 settembre alle ore 19.30, come ogni anno presso il Grand Hotel di Gardone Riviera, durante la tradizionale Festa della Vendemmia della Confraternita. Presenterà la serata l’attore Luciano Bertoli.
Nata il 27 ottobre 1970, l’Associazione ha lo scopo di esaltare il buon vivere civile e la buona educazione, valorizzare il territorio della Valtenesi, tutelare e far conoscere il vino Groppello, insieme ad altri prodotti della zona, contribuendo alla riscoperta anche di antiche ricette locali e alla diffusione dell’enogastronomia italiana. Scopo della Confraternita è la tutela del Groppello quale produzione vinicola di nicchia. Il vitigno è autoctono, identifica il territorio, dà produzione ottimale contenuta.
Richiede passione, grande cura e attenzione in ogni fase dello sviluppo e trova ideale accoglienza solo nell’habitat del Garda morenico. Difendendo il Groppello si difende la bio diversità quale valore irrinunciabile per il mantenimento in salute del pianeta.