«Dopo aver letto e appreso – scrive Gavazzoni – le posizioni dei pescatori di professione in merito alla mancata autorizzazione per il ripopolamento del Coregone lavarello nel Lago di Garda (ne abbiamo dato notizia qui), la Comunità del Garda comunica quanto segue
La questione legata all’ittiofauna Gardesana è uno dei punti principali su cui la Comunità del Garda si batte da anni. Proprio nel Contratto di Lago vengono riportate azioni e necessità volte anche alla sua tutela.
Inoltre, proprio per fare sintesi rispetto ai grandi problemi che affliggono il lago di Garda, principalmente legati alla pesca di professione, quanto quella sportiva, la Comunità del Garda si è fatta coordinatrice per la redazione di una bozza per il nuovo regolamento della pesca interregionale insieme a tutte le sigle dei pescatori sportivi e ad alcuni pescatori di professione, almeno coloro che hanno voluto partecipare.
Il lavoro – continua Gavazzoni – è stato collegiale, non certo facile, ma che alla fine ha prodotto una bozza di regolamento importante, inviata poi alle regioni. Ripetiamo con questo il concetto che per guardare e pianificare in modo lungimirante il futuro della pesca e il mantenimento della biomassa e biodiversità nel lago di Garda, risulta necessario dotarsi di dati scientifici chiari ed inequivocabili, attraverso i quali costruire proposte valide, regolamenti e una nuova sensibilità di autotutela.
Ad oggi non è più possibile ragionare per abitudine o “per sentito dire”; servono quelle certezze che solo gli investimenti economici dedicati a studi scientifici potranno produrre, lo sosteniamo e lo sollecitiamo da anni nelle sedi opportune. Serve quindi che anche i pescatori di professione capiscano che la Comunità del Garda è dalla loro parte e che per questo si è adoperata, si adopera e si adopererà per garantire loro un futuro florido, come un tempo. Contestualmente però devono capire e per questo li invitiamo presso la nostra sede per un incontro quanto prima, che il Lago di Garda non può essere produttivo a loro piacimento e che non si può certo pensare di continuare a lavorare solo sulla quantità, questa modalità non ha più futuro.
La strategia vincente per questo lago – dice Gavazzoni – sarà la qualità, quindi un “marchio d’eccellenza” del pescato gardesano, che identifichi il pesce del lago di Garda come un pesce qualitativamente eccellente, in quanto vive e cresce in acque pulite (certificate tali) e che quindi deve avere sul mercato il giusto riconoscimento e valore.
Da questo punto discenderanno conseguentemente delle quote di pesca che potranno garantire una massiva riproduzione naturale delle specie, il loro accrescimento e di conseguenza la corretta disponibilità anche per la pesca di professione, che resta e ci auguriamo resterà un valore, perché parte delle tradizioni più radicate del Lago di Garda. Personalmente, come vicepresidente della Comunità del Garda, ho sempre tenuto nella massima considerazione il valore storico e di tradizione della pesca di professione.
L’ho sempre fatto – conclude Gavazzoni – esponendomi sempre in prima persona, spesso anche in “controtendenza”. Ritengo la pesca davvero un valore gardesano, una tradizione da coltivare anche per le nuove generazioni. Per arrivare a tanto però serve fare squadra, serve unità di intenti, serve capire che la Comunità del Garda è la casa dei gardesani e quindi la casa anche di tutti i pescatori di professione quanto di quelli sportivi che abbiano però a cuore il futuro di questo magnifico lago. La Comunità del Garda ha chiara quale sia la rotta da seguire».