Territorio

Coregone, interrogazione parlamentare per il ripopolamento

La questione del ripopolamento del Coregone nelle acque del Lago di Garda arriva a Roma e all’attenzione
dei Ministri dell’ambiente e della sicurezza energetica e dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste: il senatore di Forza Italia Adriano Paroli ha presentato un’interrogazione parlamentare per far riconoscere come autoctona la specie in questione e per concedere l’immissione di Coregone Lavarello” nel Lago di Garda.

Il documento è stato prodotto su segnalazione del Consigliere Regionale Claudia Carzeri, che ha a sua volta raccolto le istanze dei pescatori professionisti gardesani, messi in grave crisi dall’assenza di Coregone e che minacciano l’occupazione dei porti se la situazione non cambierà (abbiamo scritto qui della protesta dei pescatori) .

 

Il coregone rappresenta l’80% del pescato

Questa specie ittica vale infatti oltre l’80 per cento del pescato complessivo dei laghi italiani, poiché si tratta di un pesce a carne bianca molto richiesto sulle tavole da turisti e cittadini.

L’interrogazione dà voce a questi pescatori e motiva la volontà di reintegrare l’immissione di uova, recentemente negata dal Ministero: “Il coregone lavarello, Coregonus lavaretus, – si legge nel documento – è una specie alloctona di pesce, che pur non essendo autoctona, è presente da oltre 150 anni nella maggior parte dei laghi italiani, tra cui quelli di Garda, di Como, d’Iseo, di Bolsena, di Bracciano ed altri, oltre che nei più grandi laghi dell’Europa centrale e settentrionale, dove contribuisce alla pesca e a molte attività che alimentano l’economia di quelle zone”.

Prosegue: “Di recente il Ministero dell’ambiente ha autorizzato l’immissione di coregone lavarello nel lago di Como per gli anni 2024-2026, le cui produzioni potranno essere realizzate dall’incubatoio di Fiumelatte, per un massimo annuo di 1.600.000 pesci di taglia fino a 60 millimetri; non è stata invece concessa autorizzazione per il lago di Bolsena e per il Lago di Garda”.

 

Paroli: “Un’economia a rischio”

Questo oltre a causare danni per l’economia locale e nazionale, mette a repentaglio l’ecosistema ormai più che centenario venutosi a creare nelle acque gardesane perché è testimoniato che nei laghi dove da anni non si autorizza più la semina, il coregone sta scomparendo, compromettendo la biodiversità dell’ambiente lacustre.

Il Senatore Paroli spiega: “E’ un tema di cui mi voglio fare portavoce perché credo che sia giusto ascoltare il territorio quando le istanze sono ben motivate come in questo caso. Ringrazio il Consigliere Regionale Claudia Carzeri per avermi sottoposto questa tematica. Parliamo di una specie ittica che viene immessa nel Lago di Garda da 150 anni e che ne è diventata ormai un patrimonio faunistico ambientale, con un indotto economico che dà lavoro a migliaia di famiglie. Per questo la mia interrogazione va nella direzione di riconoscere come autoctono il Coregone e di procedere con l’immissione annuale delle uova, attuata con rigore scientifico, salvaguardando al contempo l’ecosistema gardesano e l’economia dei pescatori professionisti”.

 

 

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GardaPost