Benzoni: Regione Lombardia batta un colpo per salvare il coregone
ROMA - Interpellanza parlamentare del deputato di Azione. Il ministero dell'ambiente: «Deroghe concesse a Iseo e Como sulla base di richieste di Regione Lombardia, che in merito al Garda non si è fatta sentire».
Il deputato bresciano Fabrizio Benzoni (Azione) nella giornata di venerdì 13 ottobre ha presentato un’interpellanza urgente al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica circa la mancata deroga al Lago di Garda per l’immissione di larve di coregone, deroga che è invece arrivata per il Lago di Iseo e quello di Como.
“Il coregone ricopre un’importanza fondamentale per il lago di Garda, non solo economica.” – ha ricordato l’on. Benzoni – “C’è una forte tradizione legata a questa specie. Centinaia di lavoratori pescano il coregone da generazioni. Oggi oltre l’80% del pescato è costituito proprio dal coregone, che è diventato uno dei piatti simbolo della tradizione culinaria gardesana; penso, ad esempio, al coregone all’olio di Moniga del Garda”.
Benzoni ha chiesto al Ministero la possibilità di intervenire e di sollecitare quindi la deroga dell’immissione anche per il Lago di Garda, nonché di valutare il lavoro che la Comunità del Garda sta effettuando rispetto alla valutazione del contrasto tra il coregone e il carpione con un progetto presentato al bando Life della Comunità Europea.
“La Comunità del Garda sta anche facendo un lavoro di connessione tra i tre enti amministrativo-territoriali interessati: Regione Veneto, Regione Lombardia, Provincia autonoma di Trento” – ha ricordato.
La risposta del senatore Claudio Barbaro – sottosegretario al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica – è stata molto esaustiva nel dare comprensione delle ragioni per le quali l’interrogante ha posto la questione e nel dare la disponibilità del Ministero per ogni valutazione con gli enti preposti. Il Senatore ha sottolineato come le deroghe concesse al Lago di Iseo e al lago di Como siano arrivate sulla base delle richieste di Regione Lombardia. Regione Lombardia che “non si è fatta sentire nella questione riguardante il Lago di Garda” ha sottolineato il sottosegretario Barbaro.
“Oggi l’urlo del gardesano, della Comunità del Garda, deve essere indirizzato all’assessore all’agricoltura Alessandro Beduschi “ – prosegue l’on. Benzoni – “evidentemente il suo predecessore Fabio Rolfi non si è adoperato per la salvaguardia del sistema economico – turistico e culturale del lago di Garda, che si affida pertanto a Beduschi perchè chieda la deroga anche per questo lago, perché a pagarne le conseguenze sono centinaia di lavoratori”, conclude l’on. Fabrizio Benzoni.
Qui sotto l’interpellanza di Brenzoni
La risposta del sottosegretario Claudio Barbaro
La replica di Brenzoni
Il testo dell’interpellanza
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, per sapere – premesso che:
– come riportato da diversi articoli di stampa, nelle scorse settimane il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica ha autorizzato, in deroga per i prossimi tre anni, l’immissione di larve di coregone – specie ittica nota anche con il nome di «lavarello» – dagli incubatoi nel lago di Como e nel lago d’Iseo, mentre questa possibilità non è stata concessa al lago di Garda;
– tale decisione è stata giustificata con la volontà di tutelare una specie autoctona a rischio di estinzione come il carpione, nonostante le ricerche scientifiche non siano state completate e gli studi specifici sulla biomassa e sulle specie non abbiano finora dimostrato una effettiva relazione causale di rivalità tra le due specie;
– ad oggi, il coregone è il pesce lacustre più richiesto e vale per circa l’80 per cento del pescato nel lago di Garda. Si tratta, quindi, di una risorsa estremamente importante per il mercato ittico locale, per il settore della ristorazione e in generale per il tessuto economico del Benaco;
– la discriminazione decisa a detrimento degli operatori del lago di Garda, vista anche la chiusura da oltre due anni dell’incubatoio di Desenzano, non si può giustificare né sulla base della categorizzazione del coregone come specie «alloctona» né sul fatto che il lago di Garda, a differenza degli altri due, giaccia su tre diverse regioni;
– l’estremismo ambientalista, che non deriva unicamente da direttive europee, non può essere usato come strumento ideologico a discapito di pescatori e ristoratori, i quali per decenni hanno condotto e sviluppato le proprie attività economiche basate in modo predominante sul coregone, e degli stessi consumatori:
– se non ritengano di concedere in deroga, al pari di quanto concesso ai laghi di Como e d’Iseo, l’immissione di larve di coregone nel lago di Garda, sia alla luce dell’importanza di questa specie ittica per il tessuto economico locale che dell’assenza di prove scientifiche inconfutabili che attribuiscano la responsabilità a tale specie della sopravvivenza di altre specie autoctone.
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