Nel borgo di Armo tornano i I Mercatini dell’Impero
VALVESTINO - Atmosfere natalizie, ospitalità e passione, I Mercatini dell’Impero sono tutto questo. Appuntamento domenica 19 novembre nel Borgo Armo, in Valvestino.
Il programma dell’evento propone mercatini natalizi e con prodotti tipici del territorio, stands gastronomici, gruppi folkloristici, allestimento di presepi e spiedo su prenotazione (entro giovedì 16 novembre; 0365745060 dalle 10 alle 15 lunedì, martedì, giovedì e venerdì; info@visitvalvestino.it).
Ci sarà una tensostruttura coperta. Funzionerà un bus navetta gratuito dal bivio di Armo dalle ore 9 alle ore 19.30 (ultima salita ore 17).
L’invito degli organizzatori: inviateci le fotografie scattate durante la manifestazione @VisitValVestino.
Altre info il programma dettagliato a questo link.
Rannicchiato ai piedi di un ripido versante, Armo giace alla base dell’antica ed estesa foresta di pini silvestri voluta dagli austriaci agli inizi del 1900 per la produzione della trementina (ne abbiamo scritto qui).
Fino al 1915 fu, infatti, un territorio extradoganale dell’Impero Austroungarico, che ha lasciato traccia visibile anche nella bella fontanaraggiungibile in breve dalla piazza centrale.
Al limite inferiore del paese, anticipata da una piazzetta, è la chiesa dedicata agli apostoli Simone e Giuda Taddeo, in parte risalente al 1117, originata da una cappella molto antica. Oggetto di grandissima devozione è la statua della Madonna entro un baldacchino, protagonista della processione che si tiene il giorno dell’Assunta, il 15 agosto di ogni anno. Dal sagrato della chiesa possiamo vedere l’antico lavatoio ancora funzionante.
Il paese si sviluppa in pendio, in posizione strategica per la visuale, lungo strade collegate fra loro da ripidi viottoli o gradini. Attraversando l’abitato si possono osservare edifici rustici e residenziali, con architetture tradizionali caratterizzate dalle sapienti orditure dei tetti, dai mirabili cortili, dai portali talvolta protetti dai passaggi voltati e dai ballatoi in legno, un tempo utilizzati per essiccare le pannocchie di mais.
Si è conservato, benché ristrutturato, un esempio di “casa unitaria”, che riuniva in un solo edificio locali di abitazione e spazi di lavoro. È chiamato “Vaticano” (perché era abitato da parecchie famiglie): al piano terra si trovava il forno per il pane, la stalla comune, la casera e la cantina, al primo piano la cucina, al secondo le camere, nel sottotetto il fienile.
A cornice dell’abitato un succedersi di prati dove ancora si coltiva il tipico fagiolo della Valvestino, oggetto di progetti di ricerca per il recupero e la valorizzazione a cura del Consorzio Forestale Terra tra i due Laghi-Ecomuseo della Valvestino, in sinergia con l’Università Cattolica del Sacro Cuore e Regione Lombardia.
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