C’è un futuro per le palme nella città delle palme?
ARCO - Si tiene venerdì 24 novembre all’auditorium di Palazzo dei Panni la serata pubblica dal titolo «C’è un futuro per le palme nella città delle palme?» Inizio alle ore 20, la cittadinanza è invitata.
Il problema è noto, a causarlo è la diffusione della castnide delle palme, nome scientifico Paysandisia archon, una farfalla di origine sudamericana avvistata in Europa nel 2001, oggi presente anche in gran parte d’Italia e nell’Alto Garda.
Il lepidottero vive e si riproduce su diversi generi di palme ornamentali: le larve scavano gallerie all’interno del fusto e sulle foglie che causano un generale deperimento della pianta e molto spesso la sua morte. Anche ad Arco, nota come «città delle palme», il problema si sta diffondendo in modo preoccupante, al punto da far temere la scomparsa di questa pianta dal territorio.
La sollecitazione a una simile iniziativa è venuta dal prof. Massimo Bertamini, arcense e docente del Centro agricoltura, alimenti e ambiente all’Università di Trento, subito accolta dall’amministrazione comunale.
Il prof. Bertamini farà da moderatore alla serata e introdurrà con l’intervento dal titolo «Cosa sta succedendo? Perché preoccuparsi delle palme?»
A seguire:
- il dott. Costantino Bonomi, conservatore di botanica al Muse, parlerà di «Profilo botanico della palma cinesee sua diffusione nel Basso Sarca»;
- l’arch. Franco Bresciani tratterà il tema «Le palme nel paesaggio urbano e naturale di Arco»;
- la dott.ssa Rachele Nieri, ricercatrice in entomologia alCentro agricoltura, alimenti e ambiente all’Università di Trento, spiegherà «Cosa sappiamo della falena delle palme? Ciclo biologico, monitoraggio»;
- infine, il dott Lorenzo Tosi del Centro studi Agrea di Verona tratterà «L’esperienza del Veneto e nel basso lago di Garda». A seguire il dibattito pubblico.
«La serata è molto importante -spiega il vicesindaco Roberto Zampiccoli- perché parte delle palme del nostro territorio si trova su terreni privati, e senza il contributo di tutti non è possibile tenere sotto controllo il problema. Con il rischio che le palme scompaiano e l’aspetto stesso del nostro territorio si trasformi in modo rilevante. Come amministrazione comunale abbiamo assegnato l’incarico a una ditta specializzata, ci sarà da rimuovere un centinaio di palme morte, che contenendo le larve anch’esse costituiscono un rischio, e da trattarne circa 400. I normali trattamenti però non sono efficaci perché le larve sono deposte in posti difficilmente raggiungibili, l’unica possibilità è utilizzare dei parassiti che vanno a cercare le larve in profondità e se ne cibano, e questo va fatto due volte all’anno, in primavera e in autunno, perché servono condizioni climatiche precise».
«Occorre rendersi conto che d’ora in poi questi trattamenti saranno sempre e costantemente necessari -aggiunge il vicesindaco- se vogliamo tenere sotto controllo la diffusione del lepidottero e salvare le palme. Che hanno parte del nostro panorama e non possiamo permetterci di perdere. La serata, della quale dobbiamo ringraziare il prof. Bertamini, serve per sensibilizzare anche i privati che hanno delle palme perché anche loro facciano i trattamenti, che purtroppo sono costosi e vanno ripetuti nel tempo».
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