Ciclovia, Failoni (Provincia di Trento): “Opera importante, andiamo avanti”
LAGO DI GARDA - Nessun ripensamento della Provincia autonoma di Trento sulla ciclovia del Garda, nonostante l'appello del Coordinamento. Gelmini: "Opera non priritaria".
Sabato a Riva, in occasione dell’assemblea generale della Comunità del Garda, si è parlato anche della ciclovia del Garda.
L’assessore trentino al turismo Roberto Failoni ha dichiarato: «Nessuno stop. La politica deve assumersi la responsabilità delle scelte. Il turismo bike è sostenibile e in grande crescita, sulla ciclovia il Trentino va avanti convinto».
Nel tratto tra Riva e il confine con Limone procedono dunque progetti e appalti, nonostante gli appelli per fermare l’opera, vista anche la fragilità geologica della zona.
«In aree montane il rischio zero non esiste – taglia corto Failoni – ma i nostri tecnici in proposito ci forniscono ampie garanzie».
L’azione dei comitati contrari al progetto potrà forse essere più incisiva per quanto riguarda il tratto tra Gardone Riviera e Limone, ancora tutto da progettare (c’è solo un’ipotesi preliminare). Sull’alto Garda bresciano anche tra alcuni sindaci sembra infatti affievolirsi, dopo le recenti frane, l’entusiasmo sul progetto. La stessa presidente Gelmini non lo considera un intervento essenziale: «È un’opera importante ma non prioritaria, come lo sono invece la depurazione e la messa in sicurezza delle strade».
L’appello del Coordinamento
In occasione dell’Assemblea della Comunità del Garda il Coordinamento Interregionale per la Tutela del Garda è intervenuto con una breve nota, che riportiamo integralmente.
«Negli scorsi mesi il Coordinamento ha svolto un’intensa attività di studio, informazione e sensibilizzazione sulle possibili conseguenze che questa infrastruttura può avere sul territorio gardesano, nelle sue diversificate caratteristiche, sempre ricercando il dialogo con le istituzioni pubbliche. Ora il dibattito sulla ciclovia si è di molto amplificato e articolato con varie prese di posizione sulle problematicità in ordine alla sicurezza, ai costi, all’impatto paesaggistico ed ambientale e sulla viabilità non più ignorabili.
Il Coordinamento, il cui pensiero è sintetizzato nella frase “Ciclovia del Garda? Non così”, sottolinea innanzitutto l’alto rischio idrogeologico e sismico intrinseco alla infrastrutturazione a sbalzo sulle falesie accanto all’impatto paesaggistico, nonché la pericolosità della circolazione promiscua tra traffico automobilistico e ciclistico sulle affollate strade del basso lago.
Non secondario è l’effetto di ulteriore aggravamento della viabilità sulle strade gardesane che potrebbe portare alla paralisi per lunghe giornate o periodi dell’anno. Il Lago di Garda con le sue straordinarie potenzialità, se non vogliamo che volga al declino turistico ed economico ed al suo definitivo degrado, richiede un cambiamento rapido di visione. E’ giunto il momento di agire in questo senso, anche se il processo durerà anni. Non è questa la sede per entrare nei dettagli di una proposta, che compete certamente a più soggetti: Comuni, Province, Regioni, la Comunità del Garda stessa, Ministeri, Governo.
Ne esponiamo qui perciò le linee sommarie. Il primo passo da compiere è la sospensione della progettazione dell’infrastruttura per ripensarla in termini di sostenibilità ambientale, economica, paesaggistica e sociale sia nella parte altogardesana che in quella del basso lago. Quali le possibili alternative? Secondo il Coordinamento in primo luogo è necessaria la valorizzazione e trasformazione della navigazione con i battelli di ultima generazione, ecologici e efficienti, di cui non mancano gli esempi.
Una politica di promozione e di incentivazione di un servizio pubblico non solo tra i turisti, dunque, ma anche tra i residenti con adeguata agevolazione tariffaria – ha concluso il Coordinamento – consentirebbe di spostare molta parte dell’intenso flusso veicolare sulla via d’acqua offrendo sempre una sorprendente visione del lago e delle sue sponde».
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