Strada della Forra, geologi al lavoro in parete
TREMOSINE - Strada della Forra: verifiche dei geologi in parete e indagini con il georadar. L'iconica strada che porta a Tremosine resta chiusa.
La Provincia di Brescia fa sapere che proseguono le indagini per ottenere un quadro aggiornato dello stato del versante roccioso nel tratto della “Strada della Forra”, SP38 a Tremosine, sopra la galleria, dopo la frana del 16 dicembre scorso (ne avevamo scritto qui).
Nella giornata di mercoledì il geologo Giovanni Bembo ha effettuato alcune calate sulla parete rocciosa a monte della galleria.
Ieri invece, giovedì, sono state condotte le indagini con il Georadar e con il metodo sismico a rifrazione. Sono inoltre in fase di predisposizione i monitoraggi all’interno della galleria.
Le fotografie, fornite dalla Provincia di Brescia, sono state scattate dal geologo Giovanni Bembo dello Studio di Geologia Bembo e Zecchini.
“Scenario di rischio a elevata criticità e insicurezza geologica”
Proseguono dunque verifiche, controlli e monitoraggi per capire come poter intervenire. La situazione, delineata lo scorso 11 gennaio dalla Provincia, titolare della strada, non è delle più rosee.
Nel comunicato diffuso appunto l’11 gennaio da palazzo Broletto si leggeva che «alcuni volumi di roccia, nell’ordine di alcune migliaia di metri cubi, sono franati a lago, mentre altri volumi instabili sono ancora presenti al disopra del sedime della galleria. In corrispondenza della galleria la parete di roccia che fungeva da pilastro del versante si è assottigliata fino a spessori esigui, nell’ordine del metro, perdendo così gran parte della resistenza di sostegno.
La frana ha messo in evidenza nuove fratture, segno di detensionamento dell’ammasso roccioso nell’intorno della parete della galleria. I volumi che si sono movimentati hanno anche alterato la stabilità della roccia nell’intorno della frana».
Due criticità
Il geologo incaricato ha individuato, fino ad ora, due criticità: una è relativa al coronamento e all’equilibrio dei massi della parete, l’altra è relativa alla parte basale poiché la frana ha creato, al di sotto della galleria, una protuberanza che potrebbe essere instabile.
I pericoli che incombono sulla galleria sono, quindi, due: quello di implosione dall’alto, con il cedimento della volta, e quello di cedimento verso il basso. Considerato lo scenario di rischio a elevata criticità e insicurezza geologica, anche le analisi tecniche e di monitoraggio sono molto complesse: il geologo deve verificare in prima persona, calandosi con le funi, se attualmente ci sono criticità visibili e massi instabili, che devono essere disgaggiati dalla parete, mentre, laddove non sia possibile arrivare fisicamente, si avvarrà di un ulteriore approfondimento con laser scanner che rileverà anche la situazione della parte basale della falesia al di sotto della strada provinciale.
In parallelo verranno posati degli strumenti di monitoraggio all’interno della galleria per verificare la presenza di movimenti e deformazioni. Successivamente verranno effettuate indagini conoscitive invasive tramite carotaggi per visionare se all’interno della roccia sono presenti ulteriori porzioni di materiale disgregato a seguito della frana, non visibili dall’esterno.
Le analisi sono indispensabili per valutare se sia possibile intervenire con il rafforzamento della galleria nel punto in cui si è assottigliata a causa della frana.
Si precisa che il rafforzamento della galleria potrà essere attuato solo se i volumi di roccia sovrastanti possono essere sorretti dalla calotta della galleria e se i volumi di roccia al di sotto della galleria possono supportare il peso della calotta stessa, del traffico e di eventuale ulteriore materiale roccioso che potrebbe, nel frattempo, franare sopra la galleria».
Insomma si prospettano tempi lunghi per la riapertura.
Qui sotto le foto diffuse dalla Provincia di Brescia relative ai recenti controlli in parete e lungo la SP 38.
I commenti sono chiusi.