Jannik Sinner è certamente l’atleta più rappresentativo e popolare del panorama sportivo italiano del momento. La vittoria , prima in Coppa Davis, poi in Australia lo hanno proiettato su tutte le prime pagine e non solo, un successo che hanno pochi eguali nella storia dello sport italiano. Il quotidiano Libero nei giorni scorsi ha intervistato Matteo Manassero, il golfista “gardesano” originario di Negrar di Valpolicella (Vr) una volta enfant prodige del golf internazionale, oggi tornato sul DP World Tour , il maggiore circuito europeo dopo alcuni anni.
Questo fine settimana , per la cronaca ,è in campo nel Bahrain Championship. Il quotidiano ha voluto mettere a confronto la carriera del giovane Manassero con quella attuale di Sinner nell’intervista del giornalista Leonardo Iannacci “Vincevo a 18 anni poi il baratro e la rinascita”.
Per il gardesano, Il rammarico di non aver cambiato mentre era all’apice, ma nel momento di crisi. Cosa che non ha fatto Sinner cambiando staff tecnico mentre era in crescita di risultati. Per Manassero la decisione di cambiare è stata una scelta obbligata dalla carenza di risultati, che ora a 30 anni, sembra aver ripagato essendo tornato sul tour maggiore
Alla domanda se ripensa ai momenti di gloria risponde “Non ho più avuto punti di riferimento nel gioco e mi sono trovato spiazzato e in balia di quello che mi succedeva” e da li la crisi di gioco e risultati e quindi non poteva mancare il riferimento al nuovo team con cui lavora ora e che ha avuto un ruolo importante per la sua rinascita sportiva “prima di tutto la mental-coach Alessandra Verna. Il maestro Soren Hansen ha gestito l’aspetto tecnico e anche Roberto Zappa”. Per concludere : Un campione come Sinner non ha bisogno di consigli , deve solo non preoccuparsi di eventuali insuccessi, ha bene in mente cosa fare.