Pesca sul Garda: nuovo regolamento e studio su coregone lavarello
LAGO DI GARDA - Incontro tra gli assessori di Lombardia, Veneto e Trentino promosso dalla Comunità del Garda. Sul tavolo le questioni del coregone lavarello e della pesca in generale.
Incontro interregionale su ittiofauna e pesca lacuale
Pubblichiamo di seguito la relazione diffusa dalla Comunità del Garda.
Presso l’incubatoio di Desenzano del Garda, si è svolto un incontro interregionale proposto dalla Comunità del Garda che ha visto la presenza dei tre assessori regionali con delega alla pesca Alessandro Beduschi (Regione Lombardia), Roberto Failoni (Provincia Autonoma di Trento) e Cristiano Corazzari (Regione del Veneto), nonché della presidente della Comunità del Garda, sen. Mariastella Gelmini, la quale, in apertura, dopo aver ringraziato gli Assessori Regionali, ha rimarcato l’importanza politica del vertice interregionale, a testimonianza della valenza degli argomenti trattati e della loro attualità. L’auspicio, ha ribadito, è quello di conseguire un importante traguardo in tema di governance ambientale e di gestione della pesca lacuale, attività significativa per motivi storico-culturali ed economici.
Presenti la delegata di presidenza Annalisa Baroni, unitamente al Segretario Generale, Pierlucio Ceresa e al Vicepresidente Filippo Gavazzoni il quale ha esposto quindi i principali punti all’ordine del giorno, quali:
- Questione Coregone lavarello
- Studio biomassa/produttività del Lago di Garda in relazione ai prelievi
- Gestione Diritto di Pesca – “Gestione diretta delle acque”
Punto 1: Questione Coregone lavarello
La questione legata al Coregone lavarello ha interessato praticamente tutti i laghi d’Italia, dove vi è prelievo ittico a scopo commerciale, per l’indubbio valore economico che questa specie assicura alla pesca di professione.
Sul Lago di Garda la situazione pare più complessa per la necessità di definire, una volta per tutte, la possibile interazione nella competizione alimentare con il Carpione. A tal proposito credo sia corretto valutare le evidenze dettate dallo studio “biologia e pesca del Coregone lavarello (Coregonus forma hybrida) nel Lago di Garda” (Riv. it. Piscic. Ittiop 1986) a cui integrare nuovi studi come proposto con l’ittiologo del CNR di Verbania – Ittiolab – dott. Pietro Volta.
La soluzione potrebbe essere anche più semplice del previsto, quando il periodo di tutela della riproduzione risulti “elastico” secondo necessità. Maggiore posa e tutela = maggiore biomassa Coregone lavarello = aumento numero riproduttori.
L’eventuale estensione ancora della tutela non cagionerebbe danno economico ai pescatori di professione, se a costoro venisse affidato il compito (retribuito) del contenimento del Pesce Siluro, che si cattura in fondali non eccessivamente profondi proprio in questo periodo.
Contestualmente, a tutela del Carpione, andando così incontro alle esigenze dettate anche dai pareri di ISPRA, bisogna considerare chiusa l’esperienza europea (LIFE) per il finanziamento al suo recupero e partendo dalla volontà di tutti i comuni gardesani (nessuno escluso) che hanno co-finanziato l’ultimo bando life, utilizzando lo stesso progetto (parzialmente rivisto) di G.R.A.I.A, finanziarlo con una modalità pluriennale, non meno di 5 anni, mettendo così in sinergia amministrazioni comunali e regionali, con la supervisione della Comunità del Garda, ultimo soggetto capofila del progetto LIFE Carpione.
Punto 2: studio biomassa/produttività in relazione ai prelievi
La questione del calo ciclico della produttività del Lago di Garda è cosa risaputa, verificabile anche negli elenchi dei prelievi che hanno una storicità importante, a partire da fine 1800.
Quello che preoccupa, rispetto un tempo, è la biodiversità in calo e la diminuzione delle specie economicamente rilevanti, avendo perso nei decenni la Trota Lacustre, Carpione, Alborella e Anguilla.
Uno studio che possa identificare una stima di quali sono i volumi ittici e la produttività del Lago di Garda è l’unico modo, on rigore scientifico, di definire quote di pesca in grado di evitare squilibri eccessivi nelle specie oggi soggette a prelievo a scopo commerciale e ricreativo.
In quest’ottica il tesserino segna catture risulta indispensabile e non più derogabile per una corretta gestione.
Punto 3: Gestione Diritto di Pesca – “Gestione diretta delle acque”
Visti i punti sopra, preso atto della difficoltà di gestione unitaria del lago di Garda in relazione alla mole di lavoro a cui gli uffici regionali devono costantemente dare seguito, preso atto altresì della divisione amministrativa del Lago di Garda, visto lo Statuto della Comunità del Garda e, in particolare gli allegati b) Protocollo Interregionale di intesa e c) Atto Istitutivo dell’Autorità Interregionale per il Garda, nonché considerato l’Accordo Quadro Interregionale e l’assenso delle principali sigle di pesca sportive gravitanti sul Lago di Garda, quanto dei pescatori di professione, la Comunità del Garda chiede l’assegnazione della gestione diretta del Diritto di Pesca nelle Acque del Lago di Garda.
Questa Gestione non si deve intendere come la volontà di “sorpassare” l’attuale gestione interregionale, bensì come la volontà di tendere insieme all’eccellenza nella gestione del più grande lago d’Italia.
Infatti la volontà della Comunità del Garda si esprime in una gestione che garantirà la pluralità dei soggetti che esercitano la pesca sulle acque gardesane, in stretta collaborazione con le Regioni e la Provincia Autonoma.
Il tavolo interregionale di lavoro “Pesca-Habitat-Ittiofauna”, nato del 2021 proprio proporre le modifiche al regolamento vigente, coordinato dalla Comunità del Garda diventerebbe un tavolo
permanente, affinché la gestione diretta delle acque possa incidere velocemente e direttamente là dove necessario intervenire, garantendo una supervisione a Km/0.
All’interno della Comunità del Garda le Regioni e la Provincia Autonoma troverebbero la massima disponibilità per ogni tipo di collaborazione ed un ente già incaricato dagli enti sopra descritti proprio per la gestione e la sintesi di determinate esigenze e problematiche inerenti l’acqua e l’ittiofauna.
Visto il carattere interregionale del Lago di Garda, visto il particolare statuto della Comunità del Garda, la sua totale rappresentatività amministrativa ed in virtù dell’Accordo Quadro Interregionale si chiede una assegnazione diretta di tale gestione.
Il sostegno degli assessori regionali
Gli assessori in maniera unanime hanno accolto le proposte esposte e hanno assicurato la massima collaborazione e vicinanza, espressa anche dal Presidente Zaia in una nota esposta proprio dall’Assessore Veneto Cristiano Corazzari, per addivenire insieme alla risoluzione dei problemi legati al Coregone lavarello.
Non solo, infatti si è concordato, su proposta dell’Assessore della Provincia Autonoma di Trento, Roberto Failoni, che i prossimi passi verso tali questioni che coinvolgeranno sia Ispra che il Ministero competente, dovranno essere svolti attraverso una stretta collaborazione dei tre assessorati insieme alla Comunità del Garda, che di fatto oggi rappresenta un intero territorio ed è portavoce delle esigenze dello stesso.
La proposta avanzata dal Vicepresidente Filippo Gavazzoni che vede la Comunità del Garda richiedere la gestione diretta dei diritti di pesca sul lago di Garda è stata accolta e come dichiarato dall’assessore Alessandro Beduschi vedrà la nascita di una Cabina di Regia dedicata a questa transizione.
Concludendo, come dichiarato al termine dell’incontro dal Vicepresidente Filippo Gavazzoni, con queste proposte e con l’assenso e l’aiuto dei tre assessori regionali, che si sono dimostrati estremamente attenti e disponibili per il Lago di Garda, ci si appresta a voltare pagina per scriverne una nuova, al fine di assicurare al Lago di Garda un futuro prospero attraverso il recupero della sua biodiversità e habitat.
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