Via Camerate, ancora tempi incerti per la riapertura. Quel che è certo, invece, è che la strada non sarà transitabile per diverso tempo.
La situazione, dopo le frane del 2021, è in evoluzione e i tempi geologici mal si conciliano con le speranze di chi si augura di veder presto riaperta la strada che da Gaino si incunea verso l’entroterra tra i monti Pizzocolo e Castello, portando al Palazzo di Archesane, da dove sale il sentiero per il rifugio Pirlo allo Spino, o al borgo alpino di Campei de Sima.
Per gli escursionisti, ma anche per i proprietari di abitazioni in zona, l’unica alternativa è passare da Navazzo di Gargnano.
Nei giorni scorsi sono stati posizionati i sensori per monitorare i movimenti della frana e capire se il dissesto si è stabilizzato o è ancora in assestamento. «É un’operazione complessa – spiega il vicesindaco e assessore al Lavori pubblici Vittoria Goi – che ha richiesto perforazioni fino a 28 metri di profondità». Quanto ai tempi di un’eventuale riapertura, i tecnici non portano buone notizie:
«Questi sensori – riferisce Goi – richiedono un monitoraggio di 5-6 mesi per garantire la giusta attendibilità delle informazioni geologiche raccolte. Prima di ragionare su eventuali riaperture dovremo aspettare ancora. Solo una volta ottenuti i risultati del monitoraggio potremo fare le opportune valutazioni».
La strada è chiusa dal maggio del 2021, quando, in due occasioni, dal fianco orografico destro della forra, ovvero dal versante del Pizzocolo, si staccarono grandi quantità di rocce e massi di dimensioni importanti, determinando la chiusura al traffico veicolare e pedonale della strada all’altezza della sorgente dell’Acqua Salata.