Gloria!, il primo film di Margherita Vicario al Cristal di Salò

SALO' - Gloria!, il primo film della cantautrice Margherita Vicario, un omaggio alla creatività delle ragazze, in proiezione al Cristal di Salò.

Ll film è in programma al Cinema Teatro cristallo di Salò martedì 21 maggio alle 21.15. Info: https://www.cinemacristal.it/lagodigarda/cineforum.html. Ce ne parla Camilla Lavazza.

 

Trama

Alle fine del ‘700 nell’Istituto Sant’Ignazio, nei pressi di Venezia, sta per giungere il Papa per ascoltare suonare le bravissime musiciste orfane che vi sono ospitate. Per l’occasione è stata commissionata una nuova composizione al vecchio Maestro Perlina, ormai completamente a corto di idee.

Mentre tutti attendono l’inesistente capolavoro del Maestro, alcune musiciste, insieme ad una servetta muta, iniziano a riunirsi di nascosto e a comporre della musica fuori dagli schemi, con risultati inaspettati.

 

Critica

“Gloria!” è un punto esclamativo nella programmazione del nostro cinema, uno spericolato, avventuroso, irresistibile romanzo musicale in costume, esordio alla regia della talentuosa figlia d’arte Margherita Vicario che, insieme a Dade (Davide Pavanello) ne firma anche la trascinante colonna sonora.

Il mondo ha un suo ritmo, sta a noi coglierlo, sembra dirci l’inizio del film, con il sogno ad occhi aperti della sguattera Teresa: il battere delle lavandaie, i colpi di ramazza, un lenzuolo che si tende, un coltello che colpisce il tagliere nell’affettare le verdure, suoni che vengono messi in evidenza da una ripresa sonora accuratissima, che induce quasi sensazioni ASMR (Autonomous Sensory Meridian Response).

Come il protagonista di “Profumo” di Patrick Süskind sapeva cogliere e separare ogni odore, la servetta (che custodisce più di un segreto) sa cogliere i suoni, pur non avendo studiato, e ha in testa una musica tutta sua, pronta ad esplodere appena se ne presenterà l’occasione (sotto forma dell’ultima novità tecnologica dell’epoca: il pianoforte).

Una storia immaginaria, dedicata a “tutte le compositrici che, come fiori lasciati seccare, sono rimaste nascoste tra le pagine della Storia”, così accurata nella ricostruzione dei costumi e della scenografia, nella fotografia che si ispira ai dipinti dell’epoca, da rendere verosimile anche la musica anacronistica, impossibile, composta dalle protagoniste.

Non una guerra tra musica classica e pop, tra alto e basso, come sembrerebbe ad un primo sguardo, ma entusiasmo per il mondo sonoro in tutte le sue forme e per le emozioni che solo la musica può donarci.

Teresa (l’ex bambina prodigio francese Galatea Bellugi), ad un certo punto, dirà a Lucia, il primo violino, a sua volta incompresa compositrice, che la “loro” musica, la musica “classica” a lei piace moltissimo. Un riconoscimento quindi della bellezza della musica colta e, allo stesso tempo, un inno alla libertà, senza la quale non ci può essere Arte, libertà anche di suonare note “sbagliate”.

La verità è che sia Teresa che Lucia sono ricche di talento ma ad entrambe, in quanto donne, è preclusa proprio la libertà di poterlo esprimere. Una è autodidatta, l’altra una valente musicista; tra “sfide” a tempo di clessidra e prove clandestine, troveranno il coraggio di mettere in pratica il loro sogno di “liberté, égalité, fraternité”.

Affiatate e credibili le interpreti che danno vita al gruppetto di orfanelle (tra cui spiccano Veronica Lucchesi, del duo “La Rappresentante di Lista”, e l’appassionata Carlotta Gamba) e sorprendente Paolo Rossi nel ruolo dell’egocentrico e rancoroso Maestro Perlina, compositore sopravvalutato che cerca con ogni mezzo di nascondere il suo vuoto interiore e gli inconfessabili vizi, un “sepolcro imbiancato” roso dall’invidia, tanto da scaricare la sua frustrazione sulle componenti della sua stessa orchestra, a cui non dona mai un complimento, una parola di apprezzamento ma di cui cerca invece di umiliare e soffocare la vena creativa.

Non che gli altri uomini siano meglio (ad eccezione del cameo di Elio nei panni di Romeo) dal Governatore interpretato da Natalino Balasso fino al cantante – gigolò Cristiano, passando per la rappresentazione di tutta la varietà degli egoismi maschili che diventano soprusi.

Con energia ribelle e contagioso entusiasmo, Margherita Vicario firma un’opera originale e convinta, di singolare maturità, che rende onore alle compositrici dimenticate dalla Storia; un film che riesce ad essere femminista e allo stesso tempo strizzare l’occhio al romanticismo, rendere plausibili delle ragazze in corsetto che cantano musica pop e, soprattutto, emozionare.

Camilla Lavazza

La scheda del film

  • Regia MARGHERITA VICARIO
  • Sceneggiatura ANITA RIVAROLI e MARGHERITA VICARIO Personaggi e interpreti
  • GALATEA BELLUGI Teresa
  • CARLOTTA GAMBA Lucia
  • E con VERONICA LUCCHESI (LRDL) Bettina
  • MARIA VITTORIA DALLASTA Marietta
  • SARA MAFODDA Prudenza
  • PAOLO ROSSI Perlina
  • ELIO Romeo
  • NATALINO BALASSO Governatore
  • ANITA KRAVOS Donna Lidia
  • E con VINCENZO CREA Cristiano
  • JASMIN MATTEI Fidelia
  • GIOELE PAGURA Giacomino
  • Fotografia GIANLUCA PALMA
  • Montaggio CHRISTIAN MARSIGLIA
  • Musiche originali MARGHERITA VICARIO & DADE
  • Scenografa LUCA SERVINO & SUSANNA ABENAVOLI
  • Costumi MARY MONTALTO
  • Organizzazione NICOLETTA MAGGI
  • Suono in presa diretta XAVIER LAVOREL
  • Montaggio del suono DANIELA BASSANI
  • Fonico di mix MAXCENCE CIEKAWY
  • Acconciature MARTA IACOPONI & CARLA INDONI
  • Trucco JEAN COTTER
  • Casting director MASSIMO APPOLLONI
  • Acting coach TATIANA LEPORE
  • Direttore di produzione ROBERTA ALOISIO
  • Amministratore EMILIANO ANGELOCORE
  • Aiuto regia ALESSANDRO STELLARI
  • Produttore esecutivo ALESSIO LAZZARESCHI
  • Co-prodotto da KATRIN RENZ
  • Prodotto da VALERIA JAMONTE, MANUELA MELISSANO, CARLO CRESTO-DINA
  • Durata 100 minuti

 

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