Dallo splendore alle incertezze, l’arte del ‘900 al MuSa

SALO' - Ha aperto al pubblico oggi, sabato 18, la mostra «Dallo splendore alle incertezze. 1910 | 1950. Storie da una collezione privata», al MuSa di Salò fino all'8 settembre.

Dall’incontro del MuSa con un’importante Collezione privata del territorio, nasce la mostra “Dallo splendore alle incertezze 1910 | 1950 Storie da una collezione privata”, che nell’ampio spazio al piano terra del museo civico salodiano mette in mostra una selezione di oltre cinquanta opere realizzate da alcuni dei maggiori esponenti della storia dell’arte della prima metà del Novecento.

La mostra, a cura di Federica Bolpagni, Lisa Cervigni e Anna Lisa Ghirardi, istituisce l’avvio di un più ampio progetto di valorizzazione delle Raccolte private bresciane, costituendo un’occasione d’eccezione per accostarsi alla visione di un patrimonio inedito, solitamente non accessibile al pubblico, attraverso esposizioni prettamente dedicate.

 

La mostra

Il percorso trae avvio dalle atmosfere dominate dallo “splendore” tipico della Belle Époque, prima di approdare agli scenari minati dalle “incertezze” dei periodi post bellici, i cui esiti contribuirono a spegnere gli entusiasmi iniziali.

Ascrivibile alla prima fase è la sala dedicata alla musica, all’interno della quale il Pianoforte viennese M. Schott, appartenuto al compositore salodiano Marco Enrico Bossi (1861-1925), è il perno attorno al quale s’irradiano le tele di Angelo Landi (Ritratto di Luciana Pantaleo, Violinista e Duetto al pianoforte), la Donna con mandolino di Cesare Monti e Il violinista di Emilio Rizzi.

Di Anselmo Bucci sono inoltre esposte lo Studio per “Il violoncellista Crepax” – che ritrae il padre del fumettista Guido Crepax e del discografico Franco – e Odeon – una delle opere più significative del catalogo dell’autore, che raffigura se stesso in compagnia di amici, tra i quali il pittore Leonardo Dudreville e lo scultore Enrico Mazzolani, ad uno spettacolo ideale al teatro dell’Odéon di Parigi.

ANGELO LANDI (1879–1944), Ritratto della signora Pantaleo, 1920 ca., olio su tela.

 

Lungo l’allestimento, condotto col doppio criterio cronologico e tematico, i fasti e la magnificenza del periodo sono inoltre incarnati da figure femminili di Gian Emilio Malerba (L’attesa), Giuseppe Renda (Ondina, una delle due sculture in mostra insieme a Traguardo di Maria Chiaramonte Fornari), ancora Bucci (Juliette) e Landi (Ritratto di signora in rosa), Josef Dobrowsky con Nudo o Koloman Moser, austriaco, tra i fondatori insieme a Gustav Klimt della Secessione viennese, il cui Studio per Venere nella grotta è uno dei bozzetti preliminari del capolavoro conservato al Leopold Museum di Vienna.

Il racconto di alcuni dei decenni più intensi della storia italiana prosegue con la fiducia nel progresso e la glorificazione della guerra tipiche del periodo. Ne sono fulgido esempio Biplano e Trincea sul lago di Landi, S.t. (Guerriero) di Adriana Bisi Fabbri e i Funerali dell’eroe di Bucci.

ANGELO LANDI (1879–1944) Trincea sul lago, 1915 – 1918 ca., olio su cartone.

 

Legate all’Avanguardia futurista sono invece Composizione di Ardengo Soffici e Al caffè, nella quale Leonardo Dudreville ritrae gli esponenti del gruppo. Al secondo Futurismo è invece ascrivibile Ellisse di una lucciola di Gerardo Dottori.

Nelle opere tra gli anni Venti e Trenta si rintraccia il superamento del primo conflitto mondiale e l’auspicato “Ritorno all’Ordine” che ne conseguì, di cui il Gruppo Novecento – rappresentato in mostra da ben sei dei suoi sette fondatori – fu uno dei primi e maggiori sostenitori. Sono presenti opere di Mario Sironi, Leonardo Dudreville, Anselmo Bucci, Gian Emilio Malerba (Pegli), Pietro Marussig (Natura Morta) e Ubaldo Oppi (Nudo alla finestra).

L’influsso novecentista si fa sentire anche in altri autori: alcuni intrecciano il loro iter espositivo con la storia del Novecento italiano – come Mario Tozzi, Felice Casorati e Cesare Monti – altri ne raccolgono l’influenza, come Silvio Consadori e il Realismo Magico di Cagnaccio di San Pietro (Figura di fanciulla) e Monti (Figura).
Il filone della natura morta è rappresentato dalle opere di Atanasio Soldati, Cagnaccio di San Pietro, Marussig e Mario Tozzi.

CESARE MONTI (1891–1959) Figura, 1923 ca., olio su tela.

 

Gli anni Trenta e Quaranta segnati dall’avvento del Fascismo sono narrati attraverso le opere di artisti invisi o, viceversa, supportati dal Regime. Tra queste: cinque carte di Sironi, di cui gli emblematici Grande studio per la figura femminile con libro e moschetto e lo Studio per cavallo e composizione dell’affresco Dux nel Sacrario della Casa Madre dei Mutilati di guerra a Roma. Dei medesimi anni è Seconda Cronaca del tempo (frammento) di Corrado Cagli, parte del Ciclo Cronache del tempo, realizzato a decorazione della Sala della Rotonda per la II^ Quadriennale del 1935.

Emblema di tutte le incertezze racchiuse nel titolo, il Dono Americano di Bucci, con le sue coloratissime latte americane dipinte sullo sfondo di una desolata e bombardata Milano, chiude con amara ironia l’intera mostra.

ANSELMO BUCCI (1887–1955) Dono americano, 1946, olio su tavola.

 

Lungo tutta la mostra, accanto alla narrazione per immagini dei grandi avvenimenti della Storia nazionale, s’intrecciano storie di vita, aneddoti e curiosità su autori, luoghi e soggetti ritratti, emersi durante gli studi condotti per l’occasione espositiva e in essa per la prima volta raccontati al grande pubblico grazie ai pannelli che completano il percorso di visita.

AUTORI IN MOSTRA

  • ADRIANA BISI FABBRI
  • ANSELMO BUCCI
  • CORRADO CAGLI
  • CAGNACCIO DI SAN PIETRO
  • FELICE CASORATI
  • MARIA CHIAROMONTE FORNARI
  • SILVIO CONSADORI
  • JOSEF DOBROWSKY
  • GERARDO DOTTORI
  • LEONARDO DUDREVILLE
  • ANGELO LANDI
  • UMBERTO LILLONI
  • GIAN EMILIO MALERBA
  • PIERO MARUSSIG
  • CESARE MONTI
  • KOLOMAN MOSER
  • UBALDO OPPI
  • GIUSEPPE RENDA
  • EMILIO RIZZI
  • MARIO SIRONI
  • ARDENGO SOFFICI
  • ATANASIO SOLDATI
  • MARIO TOZZI
ANGELO LANDI (1879–1944) Duetto al pianoforte, s.d., olio su tavola.

 

Capture Room FRANCIS BACON

A completamento della mostra Dallo splendore alle incertezze 1910 – 1950. Storie da una collezione privata, dal 18 settembre al 04 novembre 2024 i riflettori saranno puntati su un artista di fama internazionale: Francis Bacon.

Con la mostra Capture Room il Musa ospiterà tre grandi opere del noto artista irlandese e provenienti della medesima collezione privata. Quest’ultima non si esaurisce infatti nella rosa di opere selezionate ed esposte, bensì spazia in ambito internazionale, toccando diverse epoche e correnti artistiche.

L’allestimento, articolato in due sale, valorizza l’incontro intimo del visitatore con forza straordinaria di raffigurazioni disturbanti in cui la figura umana è distorta ed esasperata.

Nella “Capture room” che dà il titolo alla mostra – diversamente da quanto accade in un’escape room – il visitatore potrà così farsi “catturare”, soffermandosi ad osservare ed accogliendo le inquietudini di cui le opere sono veicolo.

Un primo ambiente filtro favorirà la concentrazione, prima di giungere al cospetto delle opere, accompagnate da parole e chiavi di lettura fornite da Bacon stesso.

Il MuSa, museo civico di Salò.

 

MuSa – MUSEO DI SALÒ

Aperto al pubblico dal 2015, iI MuSa – Museo di Salò sorge negli spazi di quello che fu il monastero di Santa Giustina, edificato a partire dal XVI secolo per ospitare l’Ordine dei Padri Somaschi. Locali, corridoi, chiostri e soppalchi vista lago sospesi sull’aula dell’originaria chiesa, sono stati oggetto di un attento restauro architettonico al fine di ospitare le collezioni attualmente esposte, dedicate non solo alla storia, alla storia dell’arte e all’archeologia, ma anche alla scienza e alla tecnica.

Situato nel centro storico di Salò, in posizione dominante e a pochi passi dal lago, oggi il MuSa racconta la storia della città di Salò e del suo territorio dall’età romana, con la sezione archeologica, all’epoca contemporanea della Civica Raccolta del Disegno di Salò, passando per i secoli della dominazione veneziana e per sezioni scientifiche come quella dedicata all’Osservatorio Meteo Sismico e alla Collezione anatomica del dottor Giovan Battista Rini.

Dal 2023 ospita la sezione dedicata ai seicento giorni della Repubblica Sociale Italiana, intitolata L’Ultimo Fascismo (1943 – 1945).

 

INGRESSO E ORARI

  • 23 marzo – 31 maggio da venerdì a domenica h 10-18
  • 1° giugno – 30 settembre da martedì a domenica h 10-20
  • 1° – 31 ottobre da martedì a domenica h 10 – 18

APERTURE STRAORDINARIE: 12 agosto, 4 novembre

 

INGRESSO

Intero 9 € – Ridotto 7 € – Ridotto ragazzi 5 € – Gruppo 15-35 persone 7 € – Scuole 5 €

Elenco completo riduzioni e categorie esentate dal pagamento: www.museodisalo.it

 

PRENOTAZIONI

0365 20553 | info@museodisalo.it

Prenotazioni gruppi: info@museodisalo.it | 3389336451

 

CATALOGO

Edizioni Compagnia della stampa (2024 – €25)

 

ANSELMO BUCCI (1887–1955), Studio per “Il violoncellista Crepax”, ante 1936, olio su tavola.

 

 

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