Il Mu.Re. Museo recuperanti ha una nuova sede
TOSCOLANO MADERNO - Inaugurata la nuova sede del «Mu.Re.1915-1918», il Museo Recuperanti dedicato ai reperti altogardesani della prima guerra mondiale.
Più di 1.800 reperti che, contrariamente a quanto accade generalmente nei musei, possono essere presi in mano, soppesati, toccati.
«Perché – dice Paolo “Gibba” Campanardi – un conto è leggere le informazioni su un pannello, un altro conto è tenere in mano un pezzo di storia». Sono baionette, elmetti, bombe a mano, equipaggiamenti e armi, gavette e un’infinità di altri oggetti che raccontano la vita quotidiana dei soldati al fronte della Grande Guerra.
Sono esposti nel «Mu.Re.1915-1918», il Museo Recuperanti dedicato ai reperti altogardesani della prima guerra mondiale, cha da sabato ha una nuova sede. L’esposizione, che dall’agosto del 2019 si trovava in Benamati 12 (10mila visitatori lo scorso anno), ha traslocato nella nuova sede, decisamente più spaziosa e prestigiosa, concessa dall’Amministrazione comunale a Palazzo Benamati, nella medesima via.
Sabato il taglio del nastro e l’inaugurazione, salutata con soddisfazione dalla vice sindaca Vittoria Goi: «Solo chi ha conosciuto la guerra – ha detto citando uno striscione alpino visto al raduno di Vicenza – può comprendere il valore della pace. Questo è il senso del Mu.Re. Fare memoria dei sacrifici di tanti ragazzi che hanno combattuto per la libertà e i privilegi di cui oggi godiamo».
Conferma Campanardi, conosciuto dal grande pubblico come protagonista del format «Metal Detective» targato Discovery, oltre che anima del museo toscomadernese: «L’obiettivo è ricordare attraverso i reperti esposti le sofferenze vissute dei ragazzi che hanno combattuto sulle nostre montagne».
Una missione per Gibba e gli altri 15 membri dell’associazione Gruppo Ricerca, volontari che da anni (hanno all’attivo 15mila ore di ricerca) perlustrano i fronti di guerra, là dove c’erano trincee, fortificazioni e accampamenti, setacciano valli e boschi con il metal detector per riportare alla luce una fibbia, una gavetta, un elmetto, minuscoli tasselli del grande mosaico della storia, oggetti che raccontano la dura quotidianità della vita al fronte e che poi espongono al Mu.Re. o donano al territorio in cui li hanno trovati (sono una ventina le vetrine espositive allestite nei rifugi alpini).
Nel museo si ammirano anche 300 fotografie, 3 plastici e oltre 550 libri consultabili liberamente. Il Mu.Re. è aperto il venerdì (20-22), il sabato (9-12 e 20-22) e la domenica (9-12 e 20-22). Per prenotazioni e visite guidate: 351.5999180, infomure@libero.it.
«L’ingresso è gratuito e lo sarà sempre – dice Gibba – perché la memoria deve essere accessibile a tutti».
I commenti sono chiusi.