Come cosa via, arte comunitaria a Tremosine sul Garda

TREMOSINE - Inaugurata a Tremosine, al museo MUST, la mostra “Come cosa viva”, parte di un progetto ispirato ai 300 vetrini fotografici ritrovati che ritraggono altrettanti abitanti di Tremosine del primo Novecento.

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“Come cosa viva” è un progetto voluto dal Comune di Tremosine sul Garda e curato da Pane blu ets, in cui l’arte contemporanea, la partecipazione dei cittadini e l’identità individuale e collettiva degli abitanti del territorio si intrecciano in un percorso di residenze d’artista, laboratori ed esposizioni.

Sabato 25 maggio alle ore 15 sono state inaugurate presso la sede del museo MUST le esposizioni di restituzione dell’iniziativa e visitabili fino all’8 settembre 2024. Il progetto ha visto coinvolti cittadini e cittadine, bambine e bambini in una serie di laboratori di comunità, durante le residenze che le artiste Stefania D’Amato, Sara Donati e Armida Gandini hanno svolto a Tremosine nei mesi di marzo e aprile.

“Come cosa viva” è ispirato al patrimonio dei 300 vetrini fotografici ritrovati in una vecchia scatola, che ritraggono altrettanti abitanti di Tremosine del primo Novecento sui quali Clara Pilotti condusse con grande passione, accuratezza e professionalità un’importante ricerca, che le permise di identificare oltre 150 persone, le cui biografie sono presentante nel progetto “Il Novecento a Tremosine, volti e storie di vita” (ne avevamo scritto qui).

Stefania D’Amato, Sara Donati e Armida Gandini, artiste dello staff di Pane blu, hanno rielaborato in chiave contemporanea questo materiale fotografico evidenziandone il valore antropologico e creando un filo tematico fra gli abitanti di ieri e quelli di oggi.

STEFANIA D’AMATO-Cartolina da Tanti saluti e baci. Cartoline dall’aldilà.

 

L’arte consente di osservare ogni cosa sotto molteplici sguardi, conduce a fare riflessioni, a vivere emozioni e a conoscere se stessi e il mondo. Indagare il tema dell’identità individuale e collettiva aggiunge inoltre un grande valore sociale: il senso di unione e appartenenza ad una comunità.

I partecipanti ai laboratori si sono così immersi in spazi inconsueti, hanno lavorato con le mani e con l’immaginazione, attraversando la relazione con se stessi e con gli altri.

Le opere presentate in mostra sono frutto di queste commistioni, di questi incontri e dell’intervento autoriale di ogni artista.

Il percorso espositivo è infine arricchito da una selezione di pannelli della mostra fotografica curata
da Clara Pilotti nel 2017 dalla raccolta “Il Novecento a Tremosine, volti e storie di vita”.

Per la stagione 2024 il Museo MUST sarà completamente destinato all’esposizione COME COSA VIVA, e grazie alla collaborazione con l’Associazione Pro Loco Tremosine sul Garda aps, sarà visitabile dal mese di giugno fino all’8 settembre, dal giovedì alla domenica, con orario 10.00-13.00 e 14.00-17.00.

 

Le residenze d’artista in chiave partecipativa e le esposizioni

Stefania D’Amato – TANTI SALUTI E BACI, Cartoline dall’aldilà, un viaggio spazio-temporale fra
Tremosine e il mondo intero.

Stefania D’Amato ha lavorato con tutte le classi della Scuola Primaria e Secondaria di I grado di Tremosine e con la cittadinanza.

Chi ha partecipato ai suoi laboratori ha attivato un dialogo con le vite e i viaggi delle persone che hanno abitato il territorio di Tremosine nel passato. Attraverso un viaggio spazio-temporale hanno immaginato luoghi vicini e lontani per andare a trovare le vecchie generazioni migranti del paese, sperimentando i linguaggi dell’arte hanno poi realizzato delle cartoline per raccontare il loro incontro.

L’esposizione raccoglie tutte le cartoline realizzate, reinterpretando l’ambientazione e i passaggi del laboratorio: dal contatto con i ritratti fotografici, attraverso l’immaginazione del viaggio nella “tenda spazio-temporale”, alla creazione della cartolina.

Biografia breve: Stefania D’Amato è illustratrice indipendente di formazione antropologica. Da anni
lavora come progettista di atelier artistici ed espressivi per bambin3 e per adult3,
ibridando l’esplorazione del segno con il linguaggio del corpo e del suo movimento.

 

Sara Donati – CONVERSAZIONI NELLA LINGUA MADRE Un esperimento di relazione, Il pane come
linguaggio, oltre la parola.

Sara Donati ha lavorato con un gruppo di 8 donne e 8 bambine. Al centro di questa residenza l’interrogarsi sul linguaggio e le sue differenti espressioni. Ispirata da un discorso di Ursula K. Le Gun riguardo l’esistenza di un “linguaggio madre”, una lingua che richiede una risposta, che non parla per declamare o soltanto comunicare ma per entrare in relazione, l’artista ha proposto attraverso il fare insieme, un’esperienza di immaginazione, panificazione e scambio.

Durante i laboratori le partecipanti hanno posato per dei ritratti fotografici e dialogato con le immagini delle
loro antenate e, come a formare una catena, un gruppo di bambine ha fatto lo stesso con le immagini delle donne della Tremosine di oggi. Si è formato così un filo sottile che raccoglie tre generazioni al femminile che hanno impastato, dialogato, condiviso e prodotto un pane, come dono per la generazione precedente. Da questa panificazione è nato l’allestimento espositivo nelle sale museali del MUST.

Biografia breve: Sara Donati Sara Donati è artista visiva, autrice e illustratrice, docente alla scuola Comics
(BS). Ha pubblicato per diversi editori in Italia e in Francia. Propone percorsi educativi per adulti e bambini attraverso cui approfondire l’unicità del proprio sguardo sul mondo. Ha una vera passione per le cose piccole e quelle invisibili.

ARMIDA GANDINI – Storia di Margo dei Fra – 2024 -Manoscritto della storia e ritratto accartocciato.

 

Armida Gandini – DI LUCE E DI PAROLE autobiografie immaginate
Raccontare la Storia non basta, bisogna raccontare le storie. Averne molta cura. Armida Gandini ha lavorato con 11 cittadine e cittadini a partire dai 14 anni. Nel difficile ma affascinante processo di identificazione delle persone fotografate sui vetrini ritrovati a Tremosine, molte sono rimaste anonime, senza un nome e senza una biografia.

Il progetto comincia dalla mancanza, ma si sviluppa attraverso il realismo della persona rappresentata nella fotografia: il suo volto, le sue espressioni e posture, i suoi gesti, gli abiti che indossa, il taglio dei capelli, gli anni impressi sulla sua pelle.

Immediatamente nasce il desiderio di conoscere le loro storie, di immaginarsi quale sia stata la loro vita. E di raccontarla. Durante il laboratorio, i partecipanti sono entrati in dialogo con le persone raffigurate e hanno immaginato quale potesse essere la loro storia, il loro nome, la loro famiglia. Ma se è vero “che la vita di cui si scrive è inestricabilmente intrecciata con la vita del biografo” scrivere dell’altro significa scrivere di noi stessi, riconoscerci nei suoi occhi, assumere la sua voce. In mostra il risultato di queste scritture e di come Armida Gandini ha rielaborato i materiali esito dei laboratori.

Biografia breve: Armida Gandini è artista visiva, sviluppa una riflessione sul tema dell’identità individuale e culturale, è docente presso l’accademia LABA (BS). Si occupa di condurre percorsi artistici, di formazione per adulti. Le sue opere sono state esposte in gallerie private e istituzioni pubbliche e sono presenti in varie collezioni sia in Italia che all’estero.

 

SCHEDA TECNICA E COLOPHON

TITOLO: COME COSA VIVA
SOTTOTITOLO: Arte comunitaria a Tremosine
ARTISTE: Stefania D’Amato, Sara Donati, Armida Gandini
A CURA DI: Pane blu ets
DOVE: Museo Must – Parco Pubblico – Piazza G. Marconi , Tremosine sul Garda
INAUGURAZIONE: 25 maggio ore 15, museo Must
DURATA: fino all’8 settembre

Credits:

Promotrice e referente istituzionale: Raffaella Dalò
Coordinamento: Paola Rassega
Comunicazione: Irene Tedeschi
Grafica: Sara Donati e Luisa Goglio
Supporto organizzativo: Irene Pilati
Finanziato da: Comune di Tremosine
Un ringraziamento a Sara Luria, Francesco Delaini e Laura Morandi

Uno dei ritratti ritrovati.

 

 

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