Reti fantasma, “pirati” contro bracconieri

LAGO DI GARDA - Pescatori sportivi tagliano le reti dei bracconieri e avvisano le autorità. Il Wwf: «Così non va. Le reti tagliate diventano trappole mortali».

Anche il lago di Garda ha i suoi «pirati». Sono alcuni pescatori dilettanti che individuano le reti dei bracconieri e tagliano i galleggianti, facendole affondare.

«Non ci sono controlli», le parole di alcuni pescatori del Garda, che dunque si fanno “giustizia” per conto loro, diventando “pirati”.

«Sono alcuni pescatori dilettanti, ricreati e sportivi, che adottano questa pratica non solo vietata ma anche dannosa – commenta Paolo Zanollo referente e sub di WWF per Brescia -. Anche se vengono segnalate fornendo la posizione per il recupero, non sempre le si trovano e finiscono per diventare trappole mortali eterne per i pesci e rifiuti che danneggiano l’ecosistema».

 

Continua Zanollo: «Una segnalazione è arrivata nei giorni scorsi con la stessa modalità, usando piattaforme web i pirati ci inviano una mail anonima con l’indicazione del luogo e le coordinate GPS. Non sempre possiamo intervenite subito e per organizzare le ricerche a volte passano 3/4 giorni, perodo di tempo nel quale le reti intrappolano purtroppo molto pesce.

Quella recuperata nei giorni scorsi, lunga 50 metri, è stata trovata nel luogo preciso della segnalazione e appoggiata al fondo, fortunatamente non ha intrappolato molto pesce e le operazioni per il recupero non sono state complicate. Purtroppo non è sempre così, le correnti spesso le spostano e queste finiscono in luoghi profondi e difficilmente accessibili, a volte non vengono più trovate».

Per chi trovasse delle reti abusive la prassi è quella di segnalarla alla Polizia Provinciale (030.37491), la quale avrà il compito di intervenire per il controllo e attivarsi l’eventuale recupero.

«La rete recuperata con la maglia da 22 millimetri – precisa Zanollo – viene usata per la pesca all’agone (la sardina), pesca consentita con quella attrezzatura solo ai pescatori professionali».

 

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