Truffa del “rilevatore di gas” agli anziani, 5 bresciani arrestati nel veronese

VERONA - Spaventavano le anziane vittime con un'inesistente direttiva europea convincendoli ad acquistare rilevatori di gas in realtà non obbligatori.

VERONA – Dall’alba, su delega della Procura di Verona, i Carabinieri del Comando Stazione Parona Valpolicella, coadiuvati dall’Arma locale e supportati dai comandi dell’Arma territorialmente competenti, hanno eseguito misure cautelari nella provincia di Brescia, emesse dal Gip del Tribunale di Verona, nei confronti di 5 persone (1 in carcere e 4 ai domiciliari), indiziati di aver commesso, a vario titolo, nella città scaligera una serie di truffe in danno di anziani.

Le indagini condotte dai carabinieri sotto la direzione della Procura Scaligera, hanno permesso di raccogliere una serie di gravi indizi nei confronti di 6 soggetti in totale, tutti residenti nel bresciano e operanti nel veronese, responsabili di 15 episodi di truffa, consumati tra novembre 2022 e giugno 2023.

Un vero e proprio sodalizio dedito alla vendita ed all’installazione domiciliare di rilevatori di gas/antincendio superflui presso le abitazioni di persone di eta’ avanzata, previo pagamento di somme spropositate rispetto all’effettiva prestazione resa.

Nello specifico, i rei, dopo essersi qualificati quali tecnici delegati da enti statali/ regionali/comunali presso le abitazioni delle vittime, con artifizi li convincevano ad acquistare i citati apparecchi non obbligatori ed a siglare un contratto di assistenza fittizio.

 

Digitavano sul pos importi superiori a quelli pattuiti

Successivamente, all’atto del pagamento con il pos, incrementavano esponenzialmente il prezzo precedentemente pattuito (anche di 10 volte), all’insaputa dei clienti.

In alcune occasioni, gli stessi verosimilmente apponevano falsi avvisi cartacei presso gli androni dei condomini d’interesse, per legittimare i loro controlli agli impianti degli appartamenti privati nei giorni successivi e, pertanto, per rassicurare i residenti sulla bontà delle loro attività.

Nel corso dell’operazione, presso le abitazioni degli indagati sono stati trovati almeno n.1000 volantini di “avviso ai cittadini” dello stesso tenore, oltre a svariati P.O.S., rilevatori di fumo ed una casacca da tecnico. Infine, è stato rinvenuto un insolito “decalogo” in cui venivano riportate modalità, schemi e frasi/parole chiave per rapportarsi con i potenziali clienti.

La banda smascherata dai Carabinieri

Grazie al meticoloso lavoro svolto dai Carabinieri, le indagini hanno portato all’identificazione di capo banda, un pregiudicato 57enne, titolare di una ditta cui erano rivolti i proventi delle truffe attuate, successivamente tradotto in carcere. Gli altri indagati, tutti italiani di età compresa fra i 40 anni e i 30, sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, eccetto un 35enne, residente in provincia di Mantova, che è stato denunciato a piede libero, con il supporto del comando territorialmente competente.

 

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