Gavardo, una petizione online contro la chiusura del reparto maternità

GAVARDO (BS) - Una petizione su Change.org proposta dalle ostetriche contro la decisione di chiudere il reparto maternità. Il sostegno delle associazioni.

Dopo la decisione di Asst Garda di sospendere temporaneamente dal primo luglio l’attività del punto nascita (ne abbiamo scritto qui), le ostetriche, le ausiliari, le infermiere e le OSS del reparto hanno lanciato una petizione su Change.org (la puoi leggere e firmare qui).

«Venerdì 21 giugno – dice la petizione – ci è stato comunicato che per mancanza di personale medico si è resa necessaria la sospensione del punto nascita di Gavardo con effetto dal primo di luglio.

L’équipe ostetrica intende esprimere il proprio rammarico per le donne che sinora hanno manifestato fiducia nel nostro lavoro e che la nostra volontà sarebbe quella di poter continuare ad assicurare l’assistenza per il travaglio ed il parto nel punto nascita di Gavardo.

Ci impegneremo, per quanto ci sia data la possibilità, ad assicurare l’assistenza in gravidanza e nel postparto implementando gli ambulatori, i corsi di accompagnamento alla nascita e l’assistenza all’allattamento.

Chiediamo la vostra voce per dare forza ai vostri diritti di tutela della salute di mamma e bambino firmando questa petizione».

La petizione è sostenuta anche dell’associazione “La rosa e la spina” di Villanuova.

Le testimonianze delle mamme

“Chiara e Federico sono nati a Gavardo con il dottor Maffetti”.

“All’ospedale di Gavardo io ho avuto Claudia con il dottor Puzzi”.

“Io ho avuto le mie due figlie con l’assistenza del dottor Puzzi al quale sono tuttora riconoscente”.

“Per me è stata una esperienza bellissima; ricordo che il reparto maternità era, tra le strutture ospedaliere, quello più efficiente. Temo che, come donne, tutto ciò per cui negli anni Novanta abbiamo lottato ci venga sottratto e questo mi addolora, sentirsi impotenti è molto triste”.

“1993 spiaggia di Rimini, una bella giornata di sole come quelle che trovi in riviera quando tutto è armonia: i bambini giocano felici e tu conversi amabilmente con le mamme che occasionalmente incontri. Tra queste una mamma mi racconta di aver partorito Elia a Gavardo. Le chiedo se in Emilia Romagna non ci fosse una struttura ospedaliera consona. Con un sorriso largo mi risponde: “Non sa che a Gavardo il reparto maternità, per quanto riguarda il parto, è una eccellenza?” Mi sorprende favorevolmente. So bene che è così, anch’io ho partorito i miei figli a Gavardo negli ottanta/novanta”.

“Mia figlia l’ho messa al mondo con il training autogeno e con la presenza di mio marito Mattia nella stanza rosa con il sottofondo musicale, le luci basse e un ambiente confortevole … mio marito gli ha tagliato il cordone ombelicale e gli ha fatto il primo bagnetto”.

“Erano gli anni di un grande processo di emancipazione e a noi donne pareva di esserci impadronite del nostro corpo e conseguentemente di aver riconquistato anche il parto, vissuto in condivisione con il partner nel massimo del comfort e della sicurezza in quanto, presso tale reparto, dove si poteva scegliere liberamente tra il parto in acqua oppure altre modalità personali di ausilio (sulla sedia olandese, accovacciate, in piedi) era anche assicurata un’assistenza qualificata e attenta alle esigenze sia della mamma che del bambino. Il tutto era volto a garantire ad entrambe il massimo benessere poiché, tale realtà, offriva la garanzia della presenza di personale medico ed ostetrico dedicato 24 ore su 24”.

La chiusura del punto nascite

«Queste – scrive la presidente dell’associazione La rosa e la spina Vanda Parolini – sono solo alcune delle testimonianze raccolte tra le iscritte e le simpatizzanti della nostra Associazione. Tutto ciò, con effetto dal primo di luglio 2024, sarà sospeso per decisione dell’Azienda Socio Sanitaria territoriale del Garda, una misura perentoria imposta dai numeri e da un trend in diminuzione dei parti, con standard minimi al di sotto dei requisiti previsti dalla politica sanitaria di Regione Lombardia che, palesemente e intenzionalmente, favorisce la sanità privata a quella pubblica.

Alla luce di quanto sopra esposto è con forte convinzione che l’Associazione Culturale ApS “Larosaelaspina” di Villanuova sul Clisi ha appoggiato la petizione promossa dalle ostetriche del reparto maternità dell’Ospedale di Gavardo affinché si torni a garantire un’assistenza degna di tale nome sotto il profilo sia psicologico che sanitario a tutte le donne e alle future nascite.

L’ingresso dell’ospedale di Gavardo.

 

 

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