In Val di Gola l’estremo tentativo di salvare l’alborella

RIVA DEL GARDA - Sono riprese nei giorni scorsi le operazioni per la terza immissione di uova di alborella nella riserva della Val Gola, nel lago di Garda, nell’ambito del progetto di ripopolamento iniziato nel 2021.

La Riserva locale Val Gola, un’area di circa 20 mila metri quadrati al confine con la Lombardia, è stata creata nel 2010 proprio allo scopo di poter disporre di un tratto di sponda indisturbato dove l’alborella e altri pesci (in particolare il cavedano) possano ritrovare l’habitat naturale per la riproduzione.

“Abbiamo predisposto le gabbie di sicurezza in acqua e ora stiamo aspettando le condizioni ideali per poter depositare le cassette con le uova fecondate -spiega Alberto Rania, segretario dell’associazione di pescatori Amici della Tirlindana- questo pesce azzurro era misteriosamente scomparso tra il ’95 e gli anni 2000. Se ne pescava a tonnellate e poi improvvisamente è sparito”.

Alborella, una specie quasi scomparsa

Le cause precise non si conoscono, si pensa a un’epidemia. In ogni caso, il Parco fluviale della Sarca e l’amministrazione comunale di Riva del Garda hanno avvertito la necessità di ricreare le condizioni naturali di ripopolamento di questa specie, sostenendo il progetto di reintroduzione proposto dagli Amici della Tirlindana.

Il progetto si è avvalso anche della collaborazione dell’Unione pescatori sportivi del Garda e della sezione forestale di Riva del Garda.

Per la verità, le alborelle introdotte arrivano sempre dal lago di Garda: le uova che vengono immesse nelle gabbie in Val Gola, infatti, sono prelevate in una zona del lago a Peschiera, dove ha resistito una piccola popolazione di questo criprinide, e trasportate nella riserva protetta di Riva del Garda.

 

Gabbie per proteggere le uova dalle predazioni

Le gabbie servono a proteggerle dalle predazioni di pesci ed uccelli e, dopo la schiusa, gli avannotti possono fuoriuscire da piccoli fori per andare a nascondersi tra la ghiaia e poi disperdersi nel lago.

“La speranza -prosegue Rania- è che tornino a riprodursi autonomamente sulle nostre spiagge come avveniva nelle estati di qualche decennio fa. Basterebbe una popolazione che riesca a fare una frega naturale e potrebbe ripartire da sola nel giro di poco tempo. Noi pescatori crediamo profondamente in questo progetto perché l’alborella è un anello fondamentale della catena alimentare del lago e la sua scomparsa ha creato degli scompensi tra le specie presenti”.

 

Le temperature dell’acqua ideali, intorno ai venti gradi, e l’inizio della deposizione sono attesi per la prima settimana di luglio.

Nel frattempo, è stata emessa l’ordinanza del Comune di Riva del Garda per il divieto di accesso alla Val Gola, sia da terra sia dal lago. Sono stati posizionati i cartelli e le boe che avvisano bagnanti e surfisti della presenza di una zona protetta. L’alborella, come il cavedano, si riproduce in estate in pochi centimetri d’acqua, quasi sul bagnasciuga, quindi è molto sensibile al disturbo turistico.

Esemplare di alborella.

 

Un tentativo per tutelare la biodiversità

“Un altro bell’esempio della nostra comunità di collaborazione tra enti pubblici e tra enti e cittadini -commenta Lorenzo Pozzer, assessore all’ambiente e salvaguardia del territorio di Riva del Garda- tutti assieme impegnati concretamente in aziende volte a tutelare la biodiversità, non per un obbligo normativo ma per la consapevolezza dell’alto valore di tutte le risorse naturali”.

“È un progetto ambizioso, con molti interrogativi e molte difficoltà, ma un tentativo andava fatto -conclude Gianfranco Pederzolli, presidente del Parco fluviale della Sarca, l’area protetta che fa capo al Bim Sarca Mincio Garda, che finanzia il progetto- dai monitoraggi effettuati finora pare ci siano stati degli avvistamenti ma attendiamo i risultati più significativi dopo questo terzo anno di immissioni”.

 

 

 

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