È stato Paolo Campanardi, 40enne di Toscolano Maderno, a ritrovare l’arma del delitto nel luogo dove era stata nascosta. Secondo gli inquirenti è il coltello utilizzato per uccidere Sharon Verzeni.
Campanardi, conosciuto dal grande pubblico come Gibba, protagonista del format Metal Detective in onda su Discovery, era all’opera a Terno d’Isola da mercoledì, su incarico della Procura di Bergamo, in qualità di esperto nell’uso del metal detector e nella ricerca di oggetti metallici (ne avevamo scritto qui).
Ieri, venerdì 30, dopo la confessione dell’autore dell’omicidio e le informazioni fornite in merito al luogo in cui aveva sepolto il coltello utilizzato nell’aggressione a Sharon, Campanardi e la sua squadra sono stati inviati dai carabinieri lungo l’argine del fiume Adda, nella zona di Medolago.
L’arma era stata nascosta lungo l’argine dell’Adda
«Ci è stata indicata l’area in cui cercare – racconta Paolo Campanardi – e questa mattina (ieri per chi legge, ndr) abbiamo individuato e recuperato quello che dovrebbe essere il coltello usato per il delitto, un’arma da taglio che ho estratto personalmente dal terreno».
Autori del ritrovamento gli operatori del Mu.Re., il Museo Recuperanti 1915-1918 Alto Garda Bresciano di Toscolano Maderno, chiamati dalla Procura di Bergamo per la caccia all’arma del delitto: «Quando ci chiedono di collaborare in situazioni come questa – racconta Campanardi, che già in passato aveva operato su incarico della Procura di Bergamo – siamo sostanzialmente chiamati per fare due cose: trovare quello che manca per continuare le indagini o assicurarci che dove cerchiamo quello che manca non vi sia. In questo caso siamo contenti per come è andata a finire. Per noi del Mu.Re. è un onore metterci a disposizione quando serve».
Il team di ricerca
Coordinati da Campanardi a Terno d’Isola e dintorni hanno operato, con i loro metal detector e magneti, Daniele Bodei di Gavardo, Francesco Zampini di Cavion Veronese, Luca Cozza e Stefano Sestolini di Modena, con il supporto tecnico logistico di Giovanni Nicosanti di Detector Center di Cervia.
Il team di ricerca, che di solito agisce nei boschi, dove c’erano fronti, trincee e postazioni militari, alla ricerca di ordigni bellici e altri reperti di guerra, questa volta ha operato in ambiente urbano, nei quartieri di Terno d’Isola attorno a via Castegnate, dove è stata uccisa Sharon.
È stato un lavoro che ha visto il team del Mu.Re. impegnato per tre giorni particolarmente intensi. «Abbiamo effettuato 36 ore di ricerca – rivela Campanardi -, aperto e controllato più di 350 chiusini stradali, ispezionato corsi di fiumi e ruscelli, campi e prati, giardini e costruzioni, qualsiasi angolo di Terno d’Isola, che ormai conosco bene quasi quanto Toscolano».
Abituato a far luce sui miseri della storia, questa volta Gibba ha dato il suo contributo alla risoluzione di un triste episodio di cronaca.
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