Frana sulla Sp9, si pensa a una riapertura pedonale

VALVESTINO - Frana sulla Sp 9, si cercano soluzioni urgenti per liberare Magasa e Valvestino dall’isolamento. Si pensa una apertura pedonale in attesa della sistemazione definitiva.

Visti i tempi lunghi prospettati per il ripristino della strada, crollata a causa di una frana lunedì 9 settembre (ne avevamo scritto qui), si valuta l’ipotesi di un’apertura pedonale, con parcheggi e valle e a monte della frana, per garantire a pendolari e lavoratori la possibilità di spostarsi, tramite un sistema di interscambio di auto, tra la Valvestino e la riviera del Garda.

È quanto è stato ipotizzato dopo il sopralluogo effettuato nella zona della frana che lunedì si è «mangiata» un bel tratto di carreggiata, al km 13 della provinciale che da Gargnano sale a Magasa e Valvestino.

 

Diverse le criticità sulla Sp 9

Peraltro la frana al km 13, caduta a circa 500 metri dal muraglione della diga, non è la sola criticità, anche se è indubbiamente la più importante. Un’altra frana è caduta a 200 metri di distanza scendendo verso Navazzo e da qui al bivio di Musaga si contano altri 5 o 6 smottamenti, sia monte che a valle della Provinciale, da mettere in sicurezza prima di poter pensare alla riapertura.

Ma i danni più rilevanti sono quelli provocati dal cedimento al km 13, a causa del quale i Comuni di Valvestino e Magasa sono  isolati dal versante gardesano e collegati al resto del mondo solo passando da Capovalle e il lago d’Idro. Per andare e tornare da Salò, per dire, vanno messi in conto un centinaio di km.

A valutare il da farsi mercoledì sono saliti in valle il funzionario del Settore strade della Provincia ing. Enrica Savoldi, geologi, rocciatori, progettisti e imprese.

La carreggiata della Sp 9 ceduta dopo lo smottamento del 9 settembre.

Il sindaco di Valvestino: “Galleria? La vera priorità è la Sp 9”

Con loro anche il sindaco di Valvestino Flavio Corsetti: «A breve – spiega – si effettueranno altri rilievi tecnici, poi si potrà abbozzare una prima soluzione progettuale, probabilmente tramite una arretramento della sede stradale».

Ma ci vorrà tempo e la priorità è togliere la valle dall’isolamento. «Al momento – continua il sindaco – non c’è possibilità di passare in sicurezza, neppure a piedi, sul tratto di carreggiata che non è crollato. L’obiettivo è quello di mettere subito in sicurezza il pendio, per garantire in una seconda fase, entro fine ottobre, l’apertura della strada almeno per i pedoni, in orari prestabiliti, prevedendo parcheggi a monte e a valle della frana, per organizzare un interscambio di auto per i pendolari e di pullman per chi utilizza il trasporto pubblico».

Sono una ventina i pendolari che oggi si devono sobbarcare un giro lunghissimo, passando per Idro, per raggiungere il lago, senza contare gli artigiani, i lavoratori autonomi, i fornitori. Corsetti ringrazia la Provincia: «Si sono attivati in tempi rapidissimi, sono fiducioso per una riapertura nel più breve tempo possibile».

A chi ripropone il miraggio della galleria Valvestino-Bondone, tra valle altogardesana e il Trentino, come la panacea di tutti mali, Corsetti replica: «Quanto accaduto evidenzia come la vera priorità sia la Sp 9, la sua chiusura sta paralizzando la vita sociale e l’economia turistica di due Comuni».

La carreggiata della Sp 9 ceduta dopo lo smottamento del 9 settembre.

 

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