Gardesana, le reti paramassi sono ancora efficienti?
ALTO GARDA - Il Coordinamento interregionale per la tutela del Garda punta il dito contro lo stato e l’efficienza delle opere di difesa della Gardesana.
«Funzionano le barriere paramassi sulla Gardesana?». Se lo chiede il Coordinamento interregionale per la tutela del Garda, che dopo i recenti smottamenti sulla 45 bis punta il dito contro lo stato e l’efficienza delle opere di difesa della strada e torna a rimarcare il rischio di costruire qui le passerelle a sbalzo della ciclovia.
L’intervento del Coordinamento – in rappresentanza di una trentina di sigle, dal Wwf a Legambiente fino a comitati locali – giunge dopo l’ennesima caduta di massi sulla Gardesana, rimasta chiusa nella notte tra il 6 e il 7 settembre in prossimità della galleria Dei Titani, tra Riva e Limone, proprio dove dovrebbe sorgere la ciclovia (il tratto progettuale dell’Unità funzionale 3.3).
«La frana del 6 settembre è caduta all’imbocco sud della galleria dei Titani, su suolo trentino – scrive il Coordinamento – e in quel punto, dalla documentazione ufficiale della Provincia Autonoma di Trento, risulta che vi siano barriere paramassi che dovrebbero svolgere la funzione di intercettare i sassi».
Da quei le domande dei comitati: «Se i sassi sono arrivati fino sulla strada, vi era un varco non protetto tra le barriere? Se sì, come mai? Oppure le barriere esistenti non hanno retto ai massi?».
Secondo le analisi tecniche effettuate nel luglio del 2022 nell’ambito della progettazione della ciclovia del Garda, lo stato delle barriere paramassi è vetusto: si tratta di strutture posizionate decenni fa, alcune contenenti detriti. «Barriera rigida anni ‘60-’70 con scarsa capacità di intercettazione»: così sono definite, in un documento ufficiale della Provincia Autonoma di Trento diffuso dal Coordinamento, le 38 paramassi soprastanti la Gardesana nel tratto dove è caduta la frana del 6 settembre.
«Perché – interroga il Coordinamento – non sono state sostituite nei decenni scorsi?». Ma una domanda è ancora più urgente: «Al momento attuale la Gardesana SS 45bis è protetta da opere di difesa sufficienti ed efficienti? È mitigato il rischio?».
Aggiunge il Coordinamento: «Un dato oggettivo deve far riflettere: il tratto trentino della Gardesana occidentale, lungo circa 5.5 km, corre per 3,6 km in galleria (di epoca storica o artificiali) dalla Galleria Casagranda a Riva alla galleria dei Titani. L’8 marzo 2024 una grossa frana è caduta all’imbocco della galleria Casagranda e il 6 settembre un’altra scarica di sassi proprio all’imbocco sud della galleria Titani. È facilmente intuibile che nei 3,6 km che intercorrono le frane ci sono, ma non vengono registrate poiché non interferiscono con la circolazione automobilistica.
Nei decenni scorsi una superficialità nella gestione del territorio con le sue criticità oppure una sospensione della prevenzione dei crolli in attesa di adeguare le difese attive e passive alla futura ciclovia (perché anche di questo si tratta) ha causato una situazione di pericolo sulla gardesana che non può più essere ignorata».
Alla luce di tutto questo il Coordinamento si chiede: «Con una situazione ambientale in continua evoluzione sia per processi naturali sia per il cambiamento climatico, è ammissibile costruire a lato della Gardesana una passerella a sbalzo per la ciclovia?».
I cittadini, concludono i comitati, «attendono urgenti ed esaurienti risposte a queste domande».
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