Cinquant’anni in difesa del bene comune, dell’ambiente naturale ed urbano. Trentasei Comuni serviti, per un totale di 275.970 persone e 1.431 kmq di territorio, grazie al lavoro di 174 dipendenti.
Sono i numeri di Garda Uno Spa, multiutility interamente pubblica che opera nel settore ambientale, nata nel 1974 a Salò. E proprio a Salò si è celebrato il traguardo del mezzo secolo nella convention «Una visione spaziale».
Perché di visione si è trattato, quando, in tempi in cui il concetto di sostenibilità ambientale ancora non esisteva, il primo presidente Aventino Frau e alcuni sindaci illuminati si impuntarono per vita alla realtà consortile, primo embrione di Garda Uno, che realizzò il sistema di depurazione del lago.
Grazie a quella intuizione oggi il Garda è uno dei laghi più puliti d’Europa. E su questa qualità è fondata un’economia che fa del Benaco un distretto turistico che oggi conta più presenze di Sardegna e Sicilia messe assieme.
Il presidente Massimo Bocchio, affiancato dal team di direzione di Garda Uno – Pietro Lazzarini, Massimo Pedercini e Massimiliano Faini – ha ricordato le tappe di 50 anni di impegno: gli inizi con core business centrato sul ciclo idrico e la tutela della qualità delle acque, l’igiene urbana e la gestione differenziata dei rifiuti dal 1997, l’energia rinnovabile con il fotovoltaico sugli edifici pubblici dal 2006, la flotta di noleggio veicoli elettrici e la prima rete di colonnine di ricarica dal 2013 (quando in Italia le auto elettriche erano soltanto 4mila), fino alla più recente sfida delle Comunità energetiche rinnovabili.
Attività che fanno di Garda Uno un’eccellenza per i servizi resi al cittadino, come hanno sottolineato nel pomeriggio coordinato dal giornalista del GdB Stefano Martinelli tanti ospiti, tra cui la presidente della Comunità del Garda, sen. Mariastella Gelmini, il presidente della Provincia Emanuele Moraschini e l’assessore regionale Simona Tironi.
Con l’avvento del gestore unico provinciale la gestione del ciclo idrico è passata ad Acque Bresciane, di cui Garda Uno è comunque socio, ma il tema della depurazione del Garda resta centrale.
Lo ha affrontato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, secondo il quale il sistema Garda «deve essere garantito dalla qualità dell’acqua. Dobbiamo pensarci ora. A chi mi chiede se il depuratore lo voglio a Montichiari o a Lonato rispondo che la scelta non compete a me. Non so dove, ma so che deve essere fatto».
Non solo: «La gravissima siccità del 2023 ci ha insegnato che dobbiamo utilizzare ogni risorsa disponibile. Le acque depurate, certificate e garantite, divengano un valore aggiunto dal punto di vista irriguo».
Che si debba pensare al rifiuto come a una risorsa, nell’ottica dell’economia circolare, lo ha suggerito anche l’astronauta Paolo Nespoli (da qui lo «spaziale» nel titolo dell’incontro), ospite illustre dell’evento: «Sulla stazione spaziale internazionale si ricicla tutto. Il caffè di oggi sarà il caffè di domani», ha detto, a proposito di depurazione e riutilizzo delle acque reflue. E se lo fanno nello spazio per utilizzi umani, sarà possibile farlo sul Garda per scopi irrigui.
Nespoli ha raccontato dei suoi sogni di bambino, del desiderio di fare l’astronauta, quasi impossibile da avverare, e ha presentato il video in cui ha raccolto alcuni dei suoi scatti dalla Iss, la Stazione spaziale internazionale (ne abbiamo scritto qui)