«Souce»: il film scritto, diretto e interpretato da ragazzi neuroatipici

RIVA DEL GARDA - Sabato 19 ottobre all’auditorium del Conservatorio Bonporti a Riva del Garda la première di «Souce»: il film scritto, diretto e interpretato da ragazze e ragazzi con disturbo dello spettro autistico.

«Souce» è un viaggio coinvolgente e toccante che esplora il mondo con gli occhi e il cuore di chi vive senza preconcetti né filtri, esaltando il potere del cinema come strumento di inclusione, espressione e guarigione.

Una storia essenziale, semplice ma dal significato profondo, che offre uno sguardo inedito sull’autismo. Un cortometraggio (la durata è di 11 minuti e 40 secondi) che non solo mette in luce il talento e la sensibilità dei ragazzi e delle ragazze in condizione neurologica atipica, ma porta il pubblico a vedere il mondo attraverso i loro occhi e la loro visione della vita.

La macchina da presa coglie i momenti di lucidità dei ragazzi e ne svela le inattese capacità comunicative e la grande intensità emotiva, spesso sottovalutate o guardate con pietismo. La forza di «Souce» sta nella sua capacità di liberare i ragazzi dall’etichetta di «disabili» e di mostrarne le grandi potenzialità, permettendo loto di raccontare le proprie storie, aspirazioni e sogni, dimostrando che la diversità è davvero una risorsa, capace di arricchire non solo il mondo dell’arte ma l’intera società.

Andrea Baglio, ideatore del progetto Souce, ospite all’81ª Mostra internazionale del cinema di Venezia.

Il cast

Il cast è formato da dodici ragazze e ragazzi neurologicamente atipici, ovvero con un insieme di sindromi che comportano difficoltà nell’interazione sociale, incluse comunicazione verbale e non verbale.

La storia è stata scritta da Riccardo Castellazzi, un ragazzo con una forma di autismo grave, che ha risposto a un questionario di dieci domande basato sul modello del viaggio dell’eroe, preparato da Andrea Aglieri, lo sceneggiatore.

Per superare le sue difficoltà comunicative, Riccardo ha utilizzato un software che lo ha aiutato a esprimersi. Il risultato è una sceneggiatura ricca e intensa che riflette la sua visione sul mondo. Il suo lavoro dimostra che con il giusto supporto e risorse, le persone con disabilità possono superare enormi barriere creando grandi cose.

L’idea è di Andrea Baglio, giovane regista, attore e creativo digitale che si è imposto all’attenzione mediatica con progetti sul web da milioni di click, tra cui «Freaks! The Series» (2011), «Fuga dalla morte» (2013-2018) e «Voldemort: Origins of the Heir» (2018).

Il film è stato realizzato da Mad Oven, un collettivo proveniente dal mondo del cinema e della comunicazione multimediale con la passione per le storie che trasmettono valori positivi; il team ha interagito con il gruppo con consigli e assistenza tecnica, ma la direzione artistica è stata affidata a loro, che hanno scelto con piena libertà creativa come raccontare la storia. Operatore alla camera DOP è Gianluca Colombo, direttore di produzione Gianmarco Dal Negro.

Il film, completato ad agosto, è costato 7500 euro.

Gianluca Colombo, direttore della fotografia, spiega a Matteo Piacentini, regista, come funziona la macchina da presa.

La trama

Un giorno un giovane ragazzo scopre che gli adulti hanno preparato un sugo dal sapore «cattivo», frutto di un atteggiamento distratto e privo di cura. La mancanza di amore e attenzione nella preparazione del piatto riflette il loro stato d’animo negativo.

Il ragazzo decide che non è accettabile, soprattutto perché il sugo sarà servito durante un pranzo importante dove sono invitate molte persone. Determinato a cambiare la situazione, si unisce ai suoi amici e insieme iniziano a trasformare il sugo. Ogni amico porta un ingrediente speciale, che simboleggia valori come la felicità, il coraggio e la resilienza.

Alla fine, il pranzo è un successo e tutti i presenti possono gustare un piatto delizioso, reso possibile dall’impegno e dai valori positivi del ragazzo e dei suoi amici. Il titolo, «Souce», è un termine di fantasia che fonde le parole «sauce» (sugo) e «soul» (anima), simboleggiando l’essenza del cucinare con amore. Attraverso il cibo, l’anima si esprime, trasformando ogni piatto in un’esperienza emotiva che lega chi cucina e chi gusta, in un incontro tra sapore e sentimento.

La produzione è dell’associazione di Riva del Garda «Due chiacchiere un sorriso», guidata da Monica Bertoni, da anni impegnata nella promozione del benessere e dell’inclusione delle persone con disabilità, che non solo ha prodotto il film, ma ha sostenuto i ragazzi e le ragazze durante tutto il processo. Il film ha il patrocinio dei Comuni di Riva del Garda, Costermano del Garda e Rivoli Veronese.

Andrea Baglio, ideatore di Souce, riprende una scena di Arianna Piacentini, attrice nel film, insieme al direttore della fotografia Gianluca Colombo.

La première

La prima proiezione assoluta, sabato 19 ottobre all’auditorium del Conservatorio Bonporti a Riva del Garda con inizio alle ore 18, è a ingresso libero.

Saranno presenti il cast e la troupe con tutti i protagonisti dell’iniziativa, tra cui la presidente dell’associazione «Due chiacchiere un sorriso» Monica Bertoni, che alla fine proporranno al pubblico un dibattito.

Modererà la serata Luca Gandini.

 

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