Le mie pietre sono aquiloni
MALCESINE - "Le mie pietre sono aquiloni", le opere dell'artista iraniana Bahar Heidarzade raccontano il peso dei ricordi e sensibilizzano sulla violenza di genere.
Se ancora non l’avete vista, al castello scaligero di Malcesine, borgo medievale affacciato sulla sponda veronese del Lago di Garda, sono allestite fino al 3 novembre le installazioni dell’artista iraniana Bahar Heidarzade (Teheran, 1981).
L’esposizione, curata da Marina Pizziolo e Romano Ravasio e organizzata dal Comune di Malcesine, vuole stimolare una riflessione sul tema tristemente attuale della violenza contro le donne. Non per piangere le vittime di ieri, ma per salvare le vittime di domani, con la straordinaria forza della condivisione.
Bahar Heidarzade è nata in Iran, un paese dove sulle donne gravano pesanti divieti, che limitano drasticamente la loro libertà. Per poter essere libera, Heidarzade ha dovuto abbandonare il suo paese: se tornasse sarebbe punita con il carcere.
La mostra si pone in continuità con la ricerca dell’artista sul peso dei ricordi, simbolicamente rappresentati da pietre. Le pietre sono realizzate dall’artista in cartapesta, utilizzando fogli di quotidiani contenenti inquietanti notizie di cronaca.
Cuore dell’esposizione è la grande installazione immersiva realizzata nella Sala Labia del Castello Scaligero. Al centro della sala, a terra, viene proiettato un video che ritrae l’artista sdraiata, schiacciata da un’enorme pietra. Le donne sanno farsi carico del dolore degli altri, più degli altri. E le donne sono troppo spesso vittime di atti di violenza
Sopra il corpo di Heidarzade sono sospese nello spazio decine di pietre. I visitatori percepiranno il peso mentale di quelle pietre scagliate, ma bloccate in aria.
Ancora mani che lanciano pietre. Ancora donne vittime di atti di violenza
«Ancora mani che lanciano pietre. Ancora donne vittime di atti di violenza», spiega la curatrice Marina Pizziolo. «Dobbiamo imparare ad ascoltare le parole di quelle donne, prima che diventino grido. Solo così potremo fermare quelle pietre, scagliate in nome di qualcosa che non possiamo chiamare amore. E farle rimanere sospese, in volo. Siamo noi, insieme, a poter trasformare le pietre in aquiloni».
Su una parete della Sala è proiettata la performance Stone XXL che l’artista ha realizzato per le vie del borgo di Malcesine. La performance di Bahar Heidarzade è la condivisione di una fatica, la partecipazione a una pena, la liberazione collettiva da un dolore.
Negli spazi esterni del castello sono realizzati, invece, una serie di interventi artistici: una sorta di filo d’oro che accende alcuni punti del castello, richiamando ai visitatori il tema della mostra.
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