I 100 anni del monumento ai caduti di Lazise
LAZISE - Da cento anni è in vita il monumento ai caduti a Lazise. E' collocato fra il porto vecchio e la storica Dogana Veneta ed è stato pomposamente inaugurato il 28 settembre 1924, in pieno ventennio.
In corteo, con le più alte cariche di allora sia comunali che provinciali, partì in grande pompa da Villa Bernini, attuale sede del Castello. Venne deposta una “grandiosa stella di fiori”ai piedi del nuovissimo manufatto realizzato dallo scultore Ferruccio Recchia di Santa Lucia della Battaglia.
Presenti il sindaco Francesco Rossetti, il presidente del Comitato per il Monumento ai caduti di Lazise conte Alberto Cavazzocca-Mazzanti, il presidente della locale sezione dei Combattenti e Reduci Virgilio Munari, il segretario politico del Partito Nazional Fascista Massimo DORNA.
Tornando al monumento ai caduti va specificato che il basamento è costituito da un ammasso di rocce sul quale poggia la statua in bronzo di un fante in atto di portare con la mano destra la Vittoria alata e con la mano sinistra una corona di alloro.
I nomi dei caduti in battaglia o per malattia sono incisi a metà obelisco sui tre lati del monumento. Due frasi sono invece tratte dai proclami del generale Armando Diaz.
57 i caduti di Lazise nella Grande Guerra
I soldati morti lacisiensi nel primo conflitto mondiale furono 57 su una popolazione di 2100 abitanti.
La parte superiore del monumento è costituita da una diagonale lastra in pietra con alla sommità un faro. L’opera monumentale di Recchia è interamente circoscritta da un manto erboso ed è delimitata da una ringhiera in ferro con agli angoli quattro bombe di grosse dimensioni, residuati bellici del tempo.
A conflitto finito, con un evidente numero di soldati caduti, era insito fra la gente e le famiglie orfane di tanti giovani vittime un forte sentimento di riconoscenza. Tale che in tutta la nazione stavano crescendo nuovi cippi e nuovi monumenti ai caduti.
Anche a Lazise si era costituito il Comitato per la erezione del monumento. Lazise scelse uno dei punti più visibili e di prestigio: la zona del porto.
Il sindaco Francesco Rossetti, aderendo alle idee del Comitato, chiese alla Soprintendenza ai Monumenti di Verona ed al Magistrato alle Acque di poter demolire la cortina muraria verso il porto e la storica Torre del Cadenon, ma il permesso venne negato.
Il 31 marzo 1924 a furor di popolo ed al suono della “campana a martello” furono demolite sia la Torre del Cadenon che la casa del doganiere che di fatto chiudevano il porto vecchio. Si aprì quindi la “vista” sul lago.
Li venne realizzato il monumento ai caduti perdendo di fatto due elementi di elevato spessore storico ed anche culturale: la Torre del Cadenon ed il “ Cason”, spesso rappresentati in vecchie foto e stampe di Lazise. Con l’abbattimento di fatto l’area ha cambiato fisionomia ed assetto urbanistico.
Don Giovanni Agostini, storico e letterato di Lazise, scrisse nella prima edizione del suo libro “Lazise nella storia e nell’arte”: «da un lato fu un guadagno, dall’altro si sacrificò uno dei migliori ricordi storici del paese».
“In concomitanza con la Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, il 4 novembre – sintetizza il presidente dell’ANCR Cav. Uff. Mario Martini – porremo in risalto i 100 anni dalla inaugurazione del nostro maestoso monumento che ricorda i caduti di tutte le guerre, a noi molto caro.”
Sba
I commenti sono chiusi.