Manifattura in Lombardia, cresce l’occupazione nel secondo trimestre 2024
Le imprese manifatturiere lombarde mostrano una buona tenuta complessiva nel secondo trimestre 2024 al cospetto di un difficile scenario economico globale. Lo dimostra la crescita dell’occupazione sia per l’industria sia per l’artigianato. Così come gli indicatori sul fatturato, in crescita del 0,2% per l’industria e stabile per l’artigianato. Aumenta anche la produzione per l’artigianato (+0,1%) mentre registra una leggera flessione (-0,7%) quella industriale.
È quanto emerso dalla conferenza stampa di presentazione dei dati congiunturali del secondo trimestre 2024 relativi al settore manifatturiero lombardo che si è svolta lunedì 16 settembre a Palazzo Lombardia, a cui hanno partecipato l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Guido Guidesi; il presidente di Unioncamere Lombardia, Gian Domenico Auricchio; il presidente di Confindustria Lombardia, Francesco Buzzella; il presidente di C.N.A. Lombardia, Giovanni Bozzini.
Dalle analisi si rileva che la domanda interna resta con un segno positivo (+0,4% rispetto al trimestre precedente) mentre quella estera cala leggermente (-0,3%). L’assenza di significativi segnali di rafforzamento dell’attività industriale a livello globale insieme alla mancata accelerazione nella riduzione dell’inflazione e dei tassi d’interesse, influenzano le aspettative dell’industria lombarda: la maggior parte degli imprenditori prevede stabilità dei livelli, tra i restanti prevalgono invece le attese pessimistiche. I costi dell’energia sono ancora segnalati tra i maggiori fattori di incertezza, mentre c’è attesa di una progressiva riduzione dei tassi di interesse e di un calo dei costi delle materie prime, fattori che potrebbero favorire una ripresa più vigorosa. La tendenza della produzione industriale resta negativa, registrando un -1,2% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. La produzione artigiana invece rimane al livello di un anno fa, e la variazione tendenziale è nulla.
L’andamento dei settori
A fronte di settori in crescita sensibile come chimica (+3,8%), gomma-plastica (+2,7) e carta-stampa (+2,3%) che ora beneficiano della riduzione dei costi energetici, e minerali non metalliferi (+2,6%) ancora trainati dall’edilizia, in forte contrazione i comparti: pelli-calzature (-11,2%) e tessile (-11,1%). A questi ultimi si associano settori in contrazione più moderata ma comunque significativa: mezzi di trasporto (-3,7%), manifatturiere varie (-3,5%), siderurgia (-2,6%), meccanica (-2,0%), abbigliamento (-1,6%) e legno-mobilio (-1,0%). La crescita dei prezzi si è assestata, ma le piccole imprese e gli artigiani in particolare, lamentano ancora incrementi sensibili sia per le materie prime (+17,3% tendenziale) che per i prodotti finiti (+12,1%).
Assessore Guidesi: la forza della Lombardia
“I dati presentati oggi – ha evidenziato l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Guido Guidesi – sono dati previsti che confermano ancora una volta la solidità del sistema lombardo. Come Regione Lombardia continuiamo a guardare al futuro con ottimismo e in modo propositivo rispetto ai livelli sovraregionali per quel che concerne le tematiche fondamentali che necessitano soluzioni urgenti, penso ad esempio ai costi energetici e all’accesso al credito”.
Focus Intelligenza Artificiale
Unioncamere Lombardia durante la sua indagine ha ampliato il range di domande rivolte alle imprese e per la prima volta ha chiesto agli imprenditori lombardi cosa ne pensassero circa l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella loro attività.
Il 23% di quelle industriali e il 7% delle imprese artigiane hanno dichiarano di farne già uso o di avere un concreto programma per adottarla. L’impiego prevalente è mirato ad automatizzare i processi di produzione e migliorare la capacità di previsione e analisi dei dati. Più della metà delle imprese utilizzatrici di IA pensa che possa essere un fattore determinante per incrementare la propria redditività (62,3% gli artigiani e 61,6% l’industria). Sul fronte opposto i principali motivi che ne impediscono l’utilizzo sono legati alle difficoltà nell’individuare costi e benefici derivati dall’adozione di queste tecnologie.
Il potenziale impatto dell’AI sull’occupazione è percepito in maniera diversa dai due settori: per il 55% delle imprese artigiane prevale l’opinione che l’impiego di questa tecnologia non comporterà una riduzione nel numero degli addetti, quota che scende al 31% per le imprese industriali. Per l’industria prevale l’opinione che ci sarà una riduzione contenuta nel numero degli addetti (58%), mentre questa opinione è condivisa dal 36% degli artigiani. Nel manifatturiero l’impatto maggiore dell’IA è atteso sulle professioni amministrative, addetti alla logistica e produzione. Per contro dovranno essere integrati in azienda esperti di software e hardware, specialisti in automazione dei processi produttivi, specialisti in trasformazione digitale e innovazione e data scientist e analyst.
Dall’indagine emerge chiaramente che l’IA non servirà a sostituire personale introvabile se non in minima parte secondo il 76% dell’industria e l’81% degli artigiani. Se ne deduce che alcune figure molto specializzate continueranno ad esistere e a essere fondamentali all’interno delle aziende. Queste le figure più difficili da reperire per il settore manifatturiero (Fonte dati Excelsior):
- Operai specializzati e conduttori impianti e macchine (per esempio: saldatori, operai metallurgici, operai del tessile e dell’abbigliamento).
- Tecnici informatici.
- Ingegneri: elettronici, telecomunicazioni, edili, meccanici.
- Specialisti in scienza matematiche, chimiche, fisiche e naturali.