Salò

Il Premio Gasparo 2024 a Massimo Ferrari, ecco la sua storia

Sala dei Provveditori gremita lunedì sera per la consegna a Massimo Ferrari del premio “Gasparo da Salò”, onorificenza civica istituita per esprimere gratitudine a quei salodiani che si sono particolarmente distinti per l’alto impegno profuso.

E Massimo Ferrari, classe 1935, nella sua lunga vita non ha lesinato in impegno, solidarietà e disponibilità. Ha avvicinato generazioni di salodiani alla musica e ha praticato con disinteresse la solidarietà nei confronti della sua comunità.

La motivazione

In occasione della consegna del Gasparo il sindaco Francesco Cagnini ha letto la seguente motivazione: «Per aver dedicato, la propria vita alla promozione della musica e della cultura musicale in tutte le sue articolazioni, intraprendendo lo studio, proficuo ed eccellente, di diversi strumenti fino a diventare guida e maestro per le giovani generazioni salodiane, avviando così preziosi talenti del territorio alla ribalta musicale nazionale e internazionale, senza mai trascurare il servizio – sempre amorevole e disinteressato – alla comunità di Salò con fattivo e volontario supporto a enti musicali e parrocchiali, associazioni e scuole, case di riposo e istituzioni comunali dedicate, fino a diventare un emblema di quella semplice e generosa disponibilità da tutti riconosciuta e apprezzata, vanto dell’intera cittadinanza e di tutta l’Amministrazione Comunale».

Una serata di musica e ricordi

Il premio è stato consegnato come da tradizione nella serata del santo patrono San Carlo, lunedì 4 novembre, nel corso di un evento carico di ricordi ed emozioni, cui ha partecipato la comunità salodiana, il Sindaco e l’amministrazione comunale, gli assessori, i consiglieri, le Forze dell’ordine, le Associazioni.

A condurre la serata il dott. Flavio casali e Maristella Tortelotti.

Tante le persone che hanno contribuito alla manifestazione e che sono intervenute con un pensiero, un aneddoto, un ricordo. Tra gli altri Luca Lucini, Matteo Falloni, Mauro Vanzani, Luca Artioli, Rubens Pelizzari, Simone Carolfi, Sergio Bertasio, Giorgio Bertanza, Brad Repp, Maria Luigia Borsi, Pino Mongiello, Giuseppe Piotti, Bruno Marelli, Francesca Ferrari, Claudia Ferrari, Riccardo Giuliani, Francesco Zuanelli, Cesare Zuanelli, tutti i parenti, gli amici e gli ex allievi presenti in sala.

 

Massimo Ferrari, una vita tra musica e solidarietà

Massimo Ferrari nasce a Salò il 24.01.1935 da mamma Cesarina Carattoni (casalinga tuttofare) e Giovanni Ferrari (postino). Sesto di 10 figli cresce nel centro storico di Salò, in vicolo Trabucco n. 23.

Musica e arte erano caratteristiche di famiglia: il nonno Angelo suonava il flicorno tenore nella Banda di Salò (di cui era vice-maestro), il papà Giovanni suonava il basso, il corno e la chitarra, il fratello maggiore Angelo (che morirà in guerra nel 1944 all’età di 20 anni), suonava la fisarmonica e si dedicava alla recitazione nella Filodrammatica dell’oratorio “Lorenzo Ebranati” (compagnia che, dopo la sua prematura scomparsa, venne rinominata “Angelo Ferrari”) il fratello Cesare suonava la tromba, il fratello Giuseppe il bombardino, il fratello Giorgio il flicorno, la tromba ed il contrabbasso e Mario la tromba.

“Si suonava per vivere!”, dice Massimo.

Nei primi anni della Seconda guerra mondiale Massimo ha 8 anni, serve messa presso le Monache Salesiane del convento situato in Fossa e come ricompensa riceve ritagli di particole, frutta e verdura del loro orto: in questo modo inizia a dare il suo contributo alla famiglia.

A quell’età inizia a lavorare come garzone di bottega nel colorificio Battani, dove impara a preparare e miscelare i colori a tempera.

In questo periodo impara a suonare il suo primo strumento, un Ottavino in RE Maggiore, con il Maestro della Banda Marino Marini.

I fratelli Ferrari col Maestro Marino Marini.

 

A quel tempo il Teatro di Salò era molto attivo e Massimo partecipava con entusiasmo nel ruolo di comparsa nelle opere che vi erano allestite.

A 10 anni cambia lavoro, viene assunto come zoccolaio da Bianchini in via Cavour ed inizia a suonare il suo primo flauto traverso in DO (in ebano), che gli viene regalato dalla Banda. (Massimo ricorda che lo strumento era stato trovato da muratori durante lavori di manutenzione in un solaio).

Non avendo possibilità di acquistare il Metodo specifico di quello strumento, utilizza quello del fratello Giuseppe per lo studio del flicorno in MI bemolle.

A 12 anni entra nella Banda di Salò e già a 13 anni esegue brani come solista.

Durante un concerto in piazza Duomo fra gli ascoltatori sono presenti alcuni musicisti che avevano conosciuto e suonato con il nonno Angelo: riconoscono il suo talento e gli propongono di far parte del loro gruppo, che eseguiva musica lirica.

E’ sottinteso che tutti i fratelli Ferrari musicisti sono pressoché autodidatti, perché la situazione finanziaria famigliare non poteva in alcun modo prevedere il pagamento di lezioni di musica !!! Era già difficile poter mangiare, quindi le prime vere nozioni per lo studio degli strumenti sono opera del maestro della Banda.

Anche i fratelli suonavano nella Banda di Salò e Cesare approfondì la sua esperienza in qualità di Direttore nella Fanfara dei bersaglieri.

“LA MUSICA FA SOFFRIRE……BISOGNA METTERCELA TUTTA E NON SI E’ MAI CONTENTI DEL RISULTATO, MA DÀ GRANDI SODDISFAZIONI !!!” – questo diceva papà Giovanni che nel 1950, mentre Massimo quindicenne suona come solista L’Arlesienne durante un concerto della Banda cittadina a Salò, si nasconde fra il pubblico e si commuove.

A 14 anni viene assunto come operaio nel Calzaturificio di via Brezzo a Salò e vi lavorerà fino al 1962.

A quell’età inizia a studiare il violino con il maestro Dolci e contemporaneamente canta nel coro parrocchiale diretto dal maestro Augusto Ebranati.

Lo studio del violino è impegnativo e difficilmente praticabile in una piccola abitazione in cui vivono una decina di persone, quindi lascia il violino per dedicarsi allo studio della chitarra, sempre con il maestro Dolci che gli insegna gli accordi di base.

Massimo Ferrari giovane chitarrista.

 

Continua a suonare nella Banda di Salò (fino al 1960) e contemporaneamente Massimo, con i fratelli Cesare, Giuseppe, Giorgio e alcuni amici (quali Callisto, Vittorio etc.) forma un gruppo musicale che si esibisce al Teatro Cristal o al Teatro Comunale in varie manifestazioni.

Le prove si facevano al Caffè del Porto (zona imbarcadero) e si suonava ovunque venisse richiesto, ad es. presso la Villa Portesina con il tenore Gino Bosetti (detto Pinotto) ed altri musicisti di Salò; facevano conoscere la musica italiana al pubblico italiano e straniero.

Numerosi sono i musicisti con cui ha collaborato: Tullio Ruffini (pianoforte), Italo Rusinenti (chitarra), Sergio Bertasio (chitarra), Paolo Manzoni (chitarra), Callisto Benuzzi, Vittorio Lusenti (chitarra), Cesare Vedovati (fisarmonica), Beltrami (fisarmonica), Stefano Antonioli (fisarmonica), Umberto Antonioli (batteria), Tonoli Giampietro (pianoforte), Annamaria Bogna (soprano) Giuseppe Vezzola (violino).

Massimo Ferrari al teatro Cristal.

 

Su richiesta il gruppetto di musicisti si riuniva per allietare con serenate una futura sposa la sera prima delle nozze e in occasione del Santo Natale grazie a loro risuonavano per Salò le “PASTORELE”.

Nel 1961 sposa Emilia Bertasio, nativa di Maderno e nello stesso anno un caro amico musicista (Giuseppe Diverio) gli propone di unirsi a lui per intraprendere la professione di musicista a Beirut, in Libano. Massimo si è appena sposato, ha la possibilità di cambiare lavoro (presso la società di autobus pubblici SIA come bigliettaio/autista) e sceglie di restare in Italia.

Con il nuovo lavoro inizia la collaborazione con la Banda di Brescia, con la quale otterrà soddisfazioni professionali nei vari concerti in Provincia e nella trasferta in Olanda, con la direzione del Maestro Giovanni Ligasacchi.

La famiglia cresce, nasce Francesca nel 1963 e Claudia nel 1966: anche le figlie dimostrano inclinazioni musicali e iniziano ancora bambine lo studio del pianoforte. Malgrado abbiano intrapreso attività lavorative diverse, entrambe hanno coltivato la passione per la musica e cantano in un coro femminile (Donneincanto).

Ha tre amatissimi nipoti: Riccardo (da Francesca), Francesco e Cesare (da Claudia). Cesare è quello che più di tutti ha seguito le orme del nonno: dall’età di 6 anni ha intrapreso lo studio del violoncello, prima con la maestra Daniela Savoldi, poi con il professor Claudio Marini presso il Conservatorio di Brescia.

Al Carnevale di Salò, 1967.

 

Anche alcuni nipoti (figli di fratelli e sorelle) hanno intrapreso studi musicali e sono: Alessandro (figlio del fratello Giorgio), che suona mandolino, chitarra e clarinetto, e Giada (nipote della sorella Mariateresa) che suona l’oboe nella Banda di S. Felice del Benaco.

Nelle varie ricorrenze in cui la numerosa famiglia Ferrari si ritrova, con mogli, mariti e figli, c’è sempre un momento, a fine pranzo o cena, in cui la musica fa da cornice, come ultima portata, con chitarra, mandolino e voce.

Massimo non interrompe mai la sua attività musicale, che ora si rivolge prevalentemente all’insegnamento della chitarra. Sono numerosi gli allievi che possiamo menzionare: Luca Lucini, Mauro Vanzani, Liliana Bettinzoli, Silvia Paladini, Roberta Cozzati, Enrico Maria Corsini, D’Aniello Alessandro, fratelli Avanzini, Gabriele De Paoli, fratelli Masperi…

Massimo Ferrari con un giovanissimo Luca Lucini.

 

Importante anche l’esecuzione di musica a supporto ed accompagnamento nelle cerimonie sacre presso le Suore Salesiane e le Suore Ancelle.

E’ di questi anni la nuova collaborazione con le maestre della scuola elementare di Via Brunati (trasferita poi ai Due Pini) e con la scuola Bottega in via Brunati per adolescenti, con la finalità di avvicinare bambini e ragazzi al canto corale beneficiando del piacere di stare insieme.

Da questa esperienza uscirà poi una collaborazione con la Parrocchia di Campoverde (allora guidata da Don Dino Rivetta) nella costituzione del coro parrocchiale che comprende coristi di ogni età (vi partecipano anche le due figlie), nonché come supporto musicale al Gruppo Giovanile di Campoverde “ORCA”.

Negli anni ’80 termina la collaborazione nella Banda di Brescia, per morivi di salute. All’età di 51 anni va in pensione dall’impiego alla SIA e continua la sua attività di insegnante di chitarra e di accompagnamento musicale.

Negli anni ’90 iniziano alcune collaborazioni con la RSA di Bogliaco e successivamente con quella di Salò, per allietare gli ospiti in alcune ricorrenze quali: Santo Natale, Carnevale, Festa della Mamma, Festa del Papà etc. In alcune occasioni si avvale della collaborazione di Roberta Cozzati alla chitarra, del tenore Antonio Grammatico, del baritono Giuseppe Bertasio e saltuariamente della figlia Francesca, soprano.

Nel 2010/2011 entra nella Banda di Maderno e assume l’incarico di insegnante di flauto traverso ai giovani allievi della Banda.

Per problemi di salute nel 2013 è costretto ad interrompere la collaborazione.

Dal 2018 al 2022 la pandemia di COVID ha interrotto ogni attività musicale, ma nel 2023 Massimo, all’età di 88 anni, ha ripreso ad intrattenere e a far cantare gli ospiti della RSA di Salò.

 

Share
Published by
GardaPost