Salò

Guardia di Finanza, il salone della Tenenza di Salò intitolato a Garibaldi Lolini

«Fare memoria di chi con impegno e spirito di servizio ha lasciato una traccia è una responsabilità istituzionale, oltre che un dovere nei confronti del giovani». Con queste parole il Prefetto di Brescia Andrea Polichetti ha commentato l’intitolazione del salone d’onore della caserma della Guardia di Finanza di Salò a Garibaldi Lolini.

Medaglia di Bronzo al Valor Civile, il Sottobrigadiere Lolini meritò l’alto riconoscimento per un gesto eroico compiuto qui a Salò ben 133 anni fa.

Nel 1891 si adoperò infatti nell’estinzione di un incendio scoppiato in un bosco. Una vicenda dimenticata, fors’anche marginale, ma che le fiamme gialle della Tenenza salodiana intitolata a Gabriele d’Annunzio hanno voluto perpetuare per rimarcare i valori del sacrificio e della memoria.

La cerimonia ha avuto luogo venerdì mattina con la partecipazione, a fianco del prefetto, del Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, il colonnello Francesco Maceroni, del sindaco di Salò Francesco Cagnini assieme ai primi cittadini della zona, di autorità militari, civili e religiose.

A fare memoria dei fatti di 133 anni fa è stato il comandante della Tenenza salodiana, il tenente Emanuele Maestri, che ha ricordato anche la lunga e gloriosa storia del presidio salodiano: «In questo territorio, possedimento dell’Impero austro-ungarico, il primo Corpo di Guardie di finanza nacque nel 1835, qui a Salò con un presidio ubicato presso l’attuale sede municipale. E poco importa sotto quale denominazione operasse il Corpo, ossia se Imperial Regia Guardia di Finanza, Corpo delle Guardie doganali o Guardia di Finanza. Ciò che conta è l’abnegazione dei finanzieri e l’amor di Patria dimostrato, sempre, in tempo di guerra e soprattutto in tempo di pace, come presidio della legalità economico-finanziaria».

Presente alla cerimonia anche il presidente del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri, che ha ricordato la storia del motto del Corpo «Nec recisa recedit», neanche spezzata retrocede, che d’Annunzio dedicò ai finanzieri al suo fianco a Fiume.

 

Il discorso del tenente Maestri

E’ un onore per me, oggi, salutare S.E. il Prefetto della Provincia di Brescia, il dott. Andrea Polichetti, il nostro Comandante Provinciale, il Col. t. ST Francesco Maceroni, il Sindaco di Salò, il dott. Francesco Cagnini, tutte le Autorità militari, civili e religiose presenti, il Professor Giordano Bruno Guerri, Presidente de Il Vittoriale degli Italiani che, poi, ci illuminerà sul dannunziano motto Nec recisa recedit e la madrina della cerimonia, la Prof. Elena Ledda, Presidente del Centro Studi Gabriele D’Annunzio di Pescara, presenti alla cerimonia di intitolazione di questa sala alla Medaglia di Bronzo al Valor Civile, il Sottobrigadiere Garibaldi Lolini, che meritò l’alto riconoscimento per un gesto eroico compiuto qui a Salò nel 1891, ben 133 anni fa.

 

La storia della Tenenza di Salò

La circoscrizione di questo Reparto del Corpo, la Tenenza di Salò, è ricca di storia. Storia che ben abbiamo presente e che ben ricordiamo in occasione dei 250 anni di fondazione della Guardia di Finanza, la quale risale al 5 ottobre 1774 quanto il Re di Sardegna, Vittorio Amedeo III istituì, a difesa dei confini piemontesi, la Legione Truppe Leggere, primo esempio italiano di Corpo militare a difesa delle frontiere e, successivamente, posto a guardia dell’esazione delle gabelle, imitato, a sua volta, dopo la dominazione napoleonica della Penisola, da tutti gli Stati preunitari: in questo territorio, possedimento dell’Impero austro-ungarico, il primo Corpo di Guardie di finanza nacque nel 1835 (vari documenti d’archivio consultati ne attestano la presenza: qui a Salò con un presidio ubicato presso l’attuale sede municipale; e in tutta la riviera gardesana).

Presenza che è plurisecolare! E poco importa sotto quale denominazione operasse il Corpo (ossia se Imperial Regia Guardia di Finanza, Corpo delle Guardie doganali o Guardia di Finanza): ciò che conta è l’abnegazione dei finanzieri e l’amor di Patria dimostrato, sempre, in ben quattro guerre d’indipendenza. E soprattutto, in tempo di pace, come presidio della legalità economico-finanziaria.

 

I fatti d’arme più importanti del territorio

Ecco brevemente i fatti d’arme più importanti, avvenuti in questo territorio, che videro in prima linea i soldati con le Fiamme gialle:

– Prima guerra d’indipendenza:

fatto d’arme di Rocca d’Anfo avvenuto nel 1848, gesto eroico di un manipolo di finanzieri, a imperitura memoria, inciso sul bastone della Bandiera di guerra del Corpo conservata a Roma.

– Seconda guerra d’indipendenza:

combattimenti in San Martino e Solferino, nel territorio salodiano e in Valle Sabbia con i Cacciatori delle Alpi, 1859.

– Terza guerra d’indipendenza:

battaglia di Ponte Caffaro in Valle Sabbia e nei territori del Lago d’Idro e della Val Vestino, 1866 al comando del Generale Giuseppe Garibaldi.

– Quarta guerra d’indipendenza, Prima mondiale:

quando, nell’Alto Garda, zona di confine con l’odierno Trentino, allora Impero austro- ungarico, il III Battaglione mobilitato della Regia Guardia di Finanza diede prova di capacità militari, combattendo insieme agli Alpini del Comando Gruppo Pra Pià, suggellando il superamento della linea del confine di Stato, attestandosi a difesa dei territori occupati in Val Cerese, nei pressi di Passo Nota e a Bocca di Limone;

e quando, il 3 novembre 1918, a bordo delle torpediniere comandate dal Maresciallo Parrinello, partendo da Limone, i finanzieri si recarono a Riva del Garda e a Torbole per sgomberare le ostruzioni nemiche e per accettare la resa del locale presidio austriaco.

Prima di concludere e lasciare la parola al Sindaco della Città di Salò, vorrei chiamare qui, accanto a me, il Professor Mongiello e il Signor Valli, i quali, come la Professoressa Ledda, sono figli di militari della Guardia di Finanza che prestarono servizio durante e dopo la Seconda guerra mondiale alla Brigata Volante di Salò, i quali, da me più volte incontrati, hanno confidato un sentimento forte di appartenenza e d’amore per l’Istituzione, trasmesso loro dai genitori: gli appuntati Mongiello, Ledda e Valli, i quali oggi, unitamente al Sottobrigadiere Lolini, vogliamo ringraziare.

E lo facciamo con lo svelamento della frase: “Ce ne vorrebbero di soldati di questa stoffa!”

che il Generale Giuseppe Garibaldi dedicò ai finanzieri che combatterono, insieme a Lui, nella Terza guerra d’indipendenza, dal 20 giugno al 12 agosto 1866 in Valle Sabbia e in Val Vestino.

Finanzieri, come ebbe a scrivere in un tema (per quella che allora e ancor oggi viene chiama istruzione settimanale, il 13 agosto 1962, il Fin. Savi Dario, militare in forza all’allora Brigata Volante di Salò, in un tema assegnatogli dal proprio Comandante: ebbene: «Noi Finanzieri siamo orgogliosi della divisa che indossiamo e di tutti i compiti che giornalmente siamo chiamati a compiere».

Grazie!».

 

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GardaPost