Ospedale di Arco: vent’anni al servizio della comunità
Vent’anni in cui ha saputo raccogliere l’eredità dei quattro principali presidi ospedalieri del territorio e crescere fino a diventare un centro di eccellenza per la pneumologia, e non solo.
Celebrarti i 20 anni di attività
La storia dell’ospedale di Arco ha radici profonde e un futuro che lo vedrà sempre più avere un ruolo strategico all’interno della rete ospedaliera provinciale.
Per «celebrare» i vent’anni di attività e tracciare le prospettive future si è tenuta lunedì 11 all’ospedale Alto Garda e Ledro una piccola cerimonia, alla presenza dell’assessore provinciale alla salute Mario Tonina, della direttrice dell’integrazione socio sanitaria dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari Elena Bravi, del direttore dell’ospedale di Arco Andrea Ziglio, del direttore del Distretto sud Luca Fabbri, del sindaco di Arco Alessandro Betta e del presidente della Comunità di valle Alto Garda e Ledro Claudio Mimiola.
Hanno partecipato alla cerimonia, allietata da un intervento musicale della Scuola musicale Alto Garda, anche i rappresentanti delle varie istituzioni locali (anche passate) e degli ordini professionali. Per il Comune di Riva del Garda era presente il vicesindaco Silvia Betta.
La storia dell’ospedale di Arco
L’ospedale Alto Garda e Ledro è stato realizzato alla fine degli anni Novanta e inaugurato nell’ottobre del 2004.
Il progetto nacque dall’esigenza di superare le inefficienze gestionali e organizzative e ottimizzare i servizi che allora offrivano le quattro strutture sanitarie esistenti nella zona dell’Alto Garda e Ledro. Fin dalla metà dell’Ottocento, infatti, la zona di Arco si affermò sempre più come luogo ideale di cura per le malattie infettive dell’epoca (tifo, colera, tubercolosi), grazie ad un clima dall’alto valore curativo derivante da un mix positivo di fattori (temperature miti, umidità dell’aria, forza e direzione dei venti, pressione atmosferica etc).
Il clima della zona era ritenuto particolarmente benefico e salubre per i malati di tubercolosi e più in generale per tutte le patologie di natura broncopolmonare. Nel corso del Novecento vennero quindi realizzate diverse strutture ospedaliere, sia pubbliche sia private; ancora negli anni Ottanta l’assistenza ospedaliera pubblica verteva su quattro strutture.
Da qui la necessità di concentrare le attività ospedaliere dei principali nosocomi del territorio in una unica sede, debitamente ristrutturata e ampliata: il presidio ospedaliero di Arco. La progettazione preliminare dell’intervento di ristrutturazione fu avviata nel 1986 e fu seguita dalla progettazione esecutiva nel 1988. I lavori iniziarono nell’aprile 1989 e si svilupparono mediante lotti successivi sino alla loro conclusione avvenuta nei primi mesi del 2004.
L’ospedale di Arco oggi, le sue vocazioni
Oggi l’ospedale di Arco ha 420 dipendenti ed è parte integrante della rete ospedaliera provinciale che si sviluppa sul modello dell’ospedale policentrico, in cui i centri specializzati per patologia vengono distribuiti all’interno della rete, garantendo la prossimità delle cure con il territorio, la complementarietà e sussidiarietà delle strutture ospedaliere, nel rispetto delle esigenze locali.
A raccontare le eccellenze dell’ospedale di Arco e a fornire i numeri più significativi della sua attività è stato il direttore Andrea Ziglio: «La nostra struttura ha alcune vocazioni specifiche, come la procreazione medicalmente assistita, la pneumologia, l’ambito della salute mentale e la chirurgia multispecialistica, che arricchiscono l’attività dell’ospedale di prossimità in un’area ad elevato flusso turistico e in forte integrazione con il territorio. A tale proposito sono fondamentali anche il ruolo del pronto soccorso, della degenza medica e chirurgica e dei vari servizi ambulatoriali e di supporto attivi. L’ospedale attualmente ha una dotazione di 89 posti letto, dei quali 80 dedicati ai ricoveri ordinari e 9 ai ricoveri diurni. Aggiungendo i posti dedicati all’osservazione breve intensiva (6) e i letti tecnici (19), il totale dei posti letto è 114.
Il ruolo dell’ospedale durante la pandemia
L’ospedale –ha ricordato Ziglio– ha svolto un ruolo di rilievo durante la pandemia, con l’attivazione di oltre 40 posti letto per l’assistenza dei pazienti covid positivi, sia per situazioni di alta criticità ventilatoria all’interno della degenza di pneumologia, che di media-bassa intensità all’interno della degenza di chirurgia generale.
In questo periodo anche il servizio psichiatrico di diagnosi e cura (Spdc) di Arco è stato convertito a reparto Covid, diventando l’unica degenza a livello provinciale ad accogliere pazienti positivi in carico al dipartimento di salute mentale».
L’Unita operativa di ostetricia e ginecologia di Arco
L’Unita operativa di ostetricia e ginecologia di Arco si caratterizza principalmente come centro provinciale per la procreazione medicalmente assistita, ma ha mantenuto anche un’attività di tipo ginecologico, sia diagnostica sia interventistica.
Accanto alla funzione di Pma, che effettua circa mille cicli all’anno nelle coppie prese in carico, è stata attivata anche una funzione ambulatoriale strutturata e qualificata di andrologia: nel corso del 2023 sono stati presi in carico da parte dell’equipe andrologica oltre 100 pazienti afferenti alla Pma; inoltre è stata consolidata anche l’attività di chirurgia andrologica, con tre sedute operatorie mensili.
L’Unità operativa di pneumologia
L’Unità operativa di pneumologia svolge un’attività multizonale di tipo specialistico, anche di ambito provinciale, che si è consolidata negli anni e riguarda principalmente gli ambiti di: fisiopatologia respiratoria, allergologia respiratoria dell’adulto, disturbi respiratori nel sonno (con attivazione da febbraio 2022 di un ambulatorio in collaborazione con gli specialisti otorinolaringoiatri, maxillofacciali/odontostomatologi, anestesisti e neurologi), ossigeno e ventiloterapia domiciliare, percorso del tumore del polmone.
È inoltre presente un reparto di degenza di 20 posti letto, dove possono essere accolti pazienti anche di alta intensità assistenziale e viene anche effettuata attività sul territorio.
La Unità operativa di medicina interna e pronto soccorso
La Unità operativa di medicina interna e pronto soccorso assicura una risposta ai bisogni sanitari del bacino d’utenza Alto Garda e Ledro sia come pronto soccorso sia come degenza internistica (34 posti letto ordinari) e nel contempo garantisce le importanti funzioni di specialistica ambulatoriale, in particolare diabetologica e day hospital.
L’attività di ricovero, ormai consolidata nel tempo, risulta in linea con quella degli scorsi anni con 1.095 ricoveri (875 ordinari e 220 diurni) nel 2023. Il servizio di pronto soccorso è integrato nell’Unità operativa di medicina interna, con un unico direttore che garantisce il coordinamento professionale e organizzativo.
Nell’aprile 2019 è stato realizzato un nuovo locale per la funzione di osservazione breve, dotato di quattro posti letto, rispetto ai due precedenti, e nel 2020 durante l’emergenza covid il pronto soccorso è stato ampliato con ulteriori cinque posti letto, mentre a novembre 2022 è stata attivata la nuova camera calda (per l’arrivo delle ambulanze e lo «sbarco» protetto dei pazienti) e a fine 2023 è stata rinnovata la sala emergenze. Nel 2023 gli accessi sono stati 18.641 mentre le osservazioni brevi sono state 2.094.
Il blocco operatorio
L’attività chirurgica dell’ospedale di Arco si svolge nel blocco operatorio dotato di tre sale, di cui una dedicata alle attività Fivet della Pma, un ambulatorio chirurgico per piccoli interventi e una centrale di sterilizzazione.
L’attività chirurgica si è sviluppata principalmente negli ambiti di: chirurgia generale, uro-andrologica, senologica (ricostruttiva), ortopedica (soprattutto mano, piede, spalla), oculistica (chirurgia palpebrale), otorinolaringoiatrica, ginecologica.
E’ un’attività evidenzia un trend in ascesa: gli interventi sono passati dai 1.812 del 2019, ai 2.238 del 2022, fino ai 2.397 del 2023.
Centro dialisi e servizio psichiatrico
L’ospedale ha un centro dialisi gestito dall’Unità operativa multizonale di nefrologia di Trento con nove postazioni di dialisi. Nel 2023 sono state 3500 le sedute dialitiche, a cui si aggiungono le 250 per i dialitici «vacanzieri». In generale, sono state circa 38.500 le prestazioni radiologiche effettuate e 66 mila quelle di specialistica ambulatoriale.
È presente attualmente un servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell’Unità operativa Psichiatria- ambito sud, dotato di 16 posti letto, che verrà riconvertito in due strutture territoriali dedicate a pazienti acuti: il centro per le acuzie degli adolescenti (7 posti letto, fascia di età 14-24 anni) per la presa in carico multidisciplinare rivolta a giovani che soffrono di gravi sintomi per i quali l’assistenza ambulatoriale non è sufficiente; il centro 24 ore per le acuzie degli adulti (8 posti letto).
“Ospitale” nei confronti degli infermi e dei pellegrini
A portare il saluto del Consiglio di direzione dell’Apss è stata Elena Bravi, che ha ricordato come l’ospedale di Arco rinnovi nel tempo la caratteristica di essere «ospitale, come dicevano i latini, nei confronti degli infermi e dei pellegrini, con una missione di accoglienza, anche turistica, che si rinnova ancora oggi ed è garantita ogni giorno in maniera efficace da una struttura che gioca un ruolo strategico per tutta la rete ospedaliera provinciale».
«Ci tengo a ricordare come questo compleanno –ha commentato il sindaco di Arco Betta– sia il simbolo dell’unione e il frutto della collaborazione di tutto il territorio dell’Alto Garda e Ledro, due territori capaci di realizzare una struttura unica. Essere qui oggi è per me un onore perché ci dà modo anche di ringraziare personalmente “tutti i càmici”, di diversi colori, che animano questa struttura. Sono loro che fanno la differenza, lo hanno fatto al tempo della pandemia di covid e lo fanno ancora oggi. La storia continua e mi auguro per il futuro che si riesca a fare massa critica per garantire a questo territorio servizi importanti».
In rappresentanza di tutti i sindaci della zona è intervenuto anche il presidente della Comunità di valle dell’Alto Garda e Ledro Claudio Mimiola: «Questo ospedale è molto di più della struttura ospedaliera di riferimento dell’Alto Garda e Ledro: rappresenta un presidio sanitario di qualità anche per i tanti turisti, vedendo aumentare esponenzialmente il carico di lavoro in alcuni periodi dell’anno. Come istituzioni noi ci siamo e ribadiamo il nostro appoggio ad una struttura strategica per il nostro territorio e non solo. Dobbiamo giustamente festeggiare questo evento ma anche proseguire con gli intenti. Chiudo ricordando a tutti i nostri cittadini l’impegno e i sacrifici di tutti gli operatori, che ringrazio di cuore».
Tonina: “La futura sanità trentina”
«Oggi è una giornata di festa -ha detto l’assessore provinciale alla salute, politiche sociali e cooperazione Mario Tonina- celebriamo insieme i vent’anni di questo ospedale, radicato nella comunità, come riflette anche il suo nome, ospedale dell’Alto Garda e Ledro. Abbiamo voluto condividere insieme questo momento significativo e ribadire che, in futuro, strutture come questa riceveranno sempre maggiore attenzione.
Stiamo infatti lavorando – continua Tonina – alla trasformazione dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari in una nuova Azienda Sanitaria Universitaria Integrata Territoriale del Trentino: nelle prossime settimane presenterò un disegno di legge alla Giunta provinciale e poi, questo passaggio fondamentale, verrà discusso nel corso della primavera in Consiglio provinciale. È un percorso iniziato quattro anni fa con la Scuola di Medicina, un’intuizione strategica per rendere la sanità trentina una realtà di eccellenza, nella quale gli ospedali del territorio dialogano in una rete integrata e strategica per la salute dei cittadini.
Da questo punto di vista – conclude Tonina – l’ospedale dell’Alto Garda e Ledro è un punto di riferimento non solo per questo territorio, perché vi sono specialità uniche e servizi di eccellenza. Dobbiamo proseguire in questa direzione, potenziando strutture chiave come il pronto soccorso, vero biglietto da visita, che sono a servizio dei residenti ma anche dei tanti ospiti».
Dall’«ospitale dei battuti» del 1300 al 2024
Nel concludere con un sentito ringraziamento al personale che «con professionalità e dedizione riesce a fare la differenza oggi come nei momenti più difficili», Tonina ha spiegato come sia «in corso la valutazione per acquisire e installare un robot ortopedico, da posizionare proprio ad Arco, a supporto del Dipartimento di ortopedia dell’Apss che, in un’ottica di rete ospedaliera, potrà essere utilizzato anche dai professionisti degli altri ospedali territoriali».
Al direttore del distretto sud Fabbri, anche in qualità di ex direttore dell’ospedale, il compito di chiudere la cerimonia con un excursus storico ripercorrendo, anche attraverso tante immagini di archivio, la storia dell’ospedale, dai primissimi riferimenti storici legati all’«ospitale dei battuti» del 1300, passando per le strutture realizzate nel 1800, che hanno fatto di Arco un luogo di cura privilegiato per le malattie respiratorie, fino alla posa della prima pietra dell’ospedale attuale nel 2004.