Franz Kafka e le macchine volanti
MONTICHIARI - Nel centenario della morte del grande scrittore a Montichiari si ripercorre la sua presenza al Circuito Aereo Internazionale del 1909 di Montichiari.
Un incontro su Franz Kafka a cent’anni dalla scomparsa, dedicato alla sua presenza a Montichiari nel settembre 1909 al Circuito Aereo Internazionale al quale parteciparono, tra gli altri, D’Annunzio, Marinetti, Toscanini, Puccini, Marconi.
Appuntamento mercoledì 20 novembre al Centro diurno Casa Bianca (via Guerzoni, 18) alle 15
Introduce: Rossana Gardoni, assessore ai Servizi Sociali
Relatori: Marzia Borzi e Federico Migliorati
Ingresso libero e gratuito, info: 030/9961938
KAFKA E L’AMICO MAX BROD A MONTICHIARI – 1909
Kafka al tempo aveva 26 anni e da poco lavorava in una compagnia di assicurazioni, Max Brod 25 anni era invece avvocato presso le poste centrali di Praga e il fratello Otto Brod, di 21 anni, era praticante bancario il quale, già in passato presente sul Garda dove conobbe il fratello dello scrittore Thomas Mann, aveva riportato ai due entusiastiche impressioni sul territorio.
Una curiosità: mentre Kafka aveva scelto la tribuna economica, D’Annunzio si aggirava tra le celebrità, già dedito ai più grandi voli della letteratura.
I tre si trovavano, in quel periodo, già nella zona, poiché stavano trascorrendo qualche giorno di vacanza sul lago di Garda. Desiderosi di vedere da vicino le evoluzioni di qualche velivolo, decidono di non lasciarsi sfuggire l’occasione e si recano all’aerodromo del piccolo centro bresciano. Lì Brod lancia a Kafka una sorta di sfida: lo sollecita a raccogliere in un articolo le proprie osservazioni sull’avvenimento.
Ha così origine una gara, che vede il narratore e il suo biografo mettere sulla pagina le proprie impressioni e descrivere l’atmosfera di una competizione che aveva richiamato un gran numero di aristocratici e intellettuali.
Riguardo poi ai pezzi dei due scrittori praghesi, va sottolineato come Brod si limiti sostanzialmente a elencare le impressioni che gli vengono suggerite dagli hangar, dai numerosi biplani e monoplani, dallo scoppiettio dei loro motori, dalle varie celebrità incontrate al buffet – in primis Gabriele D’Annunzio e Giacomo Puccini –, aggiungendovi solo qualche distaccato commento ironico.
Kafka elabora invece un racconto più compiuto e articolato, non privo di accenni alla questione sociale, dal quale sembra comunque emergere uno stato d’animo entusiasta. A proposito delle emozioni che, durante la manifestazione, gli sono state suscitate dal celebre trasvolatore Blériot, egli scrive: «Il sole si è abbassato sotto il baldacchino delle tribune e illumina le ali librate. Ammirati, guardiamo tutti verso di lui, in nessun cuore vi è posto per altri. Vola compiendo un piccolo giro e si presenta poi perpendicolarmente sopra di noi.»
Per poi concludere: «Qui sopra un uomo è intrappolato in un telaio di legno a venti metri da terra
e si difende da un pericolo invisibile, assunto volontariamente. Noi, invece, siamo ricacciati qui sotto, come nullità, e osserviamo quest’uomo».
I commenti sono chiusi.