L’inaugurazione della nuova mostra «Sole d’autunno. Il capolavoro ritrovato», con cui la galleria civica ha restituito allo sguardo della collettività, dopo settant’anni, il capolavoro che Giovanni Segantini ha dipinto nel 1887, prima fatica dopo il trasferimento dalla Brianza al cantone svizzero dei Grigioni, è stata una grande festa degli arcensi.
Una festa che si è aperta con una bellissima notizia: la vicepresidente e assessora alla cultura della Provincia Francesca Gerosa, infatti, ha annunciato in anteprima come la Giunta provinciale abbia messo a bilancio le risorse per uno studio di fattibilità sulla riqualificazione di villa Angerer con l’obiettivo della sua destinazione a museo dedicato a Giovanni Segantini e a Gianni Caproni, due figure eminenti della storia di Arco.
«Ho il piacere di comunicarvi ufficialmente -ha detto la vicepresidente al pubblico della preview- che abbiamo stanziato a bilancio le risorse per uno studio di fattibilità per la riqualificazione e per la destinazione a museo, nell’accezione moderna di questo termine, e che sono già state avviate le interlocuzioni tra Umst e università di Trento, con cui abbiamo avviato ufficialmente il percorso con cui dare gambe a questa idea e a questa progettualità. Quella di Segantini è una figura che merita e che merita di essere conosciuta ancora di più, soprattutto ai nostri giovani. Noi quello che possiamo fare lo faremo. Da parte mia devo fare all’amministrazione di Arco i miei complimenti per questa scelta, per la quale c’è voluto coraggio; la politica è anche coraggio, e con questa scelta coraggiosa avete portato in terra trentina una grande opera d’arte che il Trentino meritava di avere».
Alla preview, che ha avuto un prologo di presentazione all’auditorium di Palazzo dei Panni, c’erano per Arco il sindaco Alessandro Betta, l’assessore alla cultura Guido Trebo, la Giunta comunale e, per la galleria civica, la direttrice Giancarla Tognoni e il curatore Niccolò D’Agati. Presenti anche numerosi amministratori del territorio, tra i quali la vicesindaca di Riva del Garda Silvia Betta, la vicesindaca di Nago-Torbole Sara Balduzzi e il sindaco di Tenno Giuliano Marocchi. Presente anche il presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini, che ha speso parole di apprezzamento e ammirazione per la scelta del Comune di Arco di acquistare il «Sole d’autunno».
«Un investimento che guarda oltre le urgenze dell’oggi -ha detto l’assessore Trebo- e traccia una visione di Arco per il futuro: tra 50, 100, 150 anni “Sole d’autunno” sarò ancora qui, testimone della scelta di una politica che non si è accontentata di mantenere la città così com’era ma che ha avuto il coraggio di immaginare quello che Arco può diventare.
Questo dipinto è uno dei vertici della produzione di Segantini, che arriva a portare a compimento la trasformazione che in questi due anni abbiamo impresso alla nostra galleria civica, passata da piccolo spazio espositivo a polo culturale e scientifico di altissimo livello che ci permette di celebrare il nostro illustre concittadino come merita. Un risultato reso possibile dal lavoro e dalla passione del curatore, Niccolò D’Agati, e della direttrice, Giancarla Tognoni, ai quali va il mio più sentito grazie. Questa meraviglia dal valore di 3 milioni di euro l’abbiamo potuta acquistare grazie all’attento utilizzo dell’avanzo di bilancio, un fondo vincolato a incrementare il patrimonio della città, di cui abbiamo deciso di investire circa un quinto nella bellezza e nell’arte, che rimarranno per le prossime generazioni e porteranno benessere al nostro territorio. L’acquisizione del quadro, un processo delicato e complesso che ha richiesto oltre un anno di lavoro, è stato reso possibile anche dall’intenzione della proprietà di destinarlo a una collezione pubblica».
«Si tratta di uno dei massimi capolavori della pittura segantiniana -ha detto il curatore Niccolò D’Agati- esposto per l’ultima volta nel 1954, dopo di che per tanti anni non è stato possibile vederlo. Grazie alla lungimiranza di questa amministrazione torna oggi al pubblico, con quella che è la terza più importante acquisizione di un ente pubblico in Italia, dopo quelle del 1888 della Galleria nazionale d’arte moderna di Roma e del 1926 della Galleria d’arte moderna di Milano. Il quadro ha caratteristiche di grande rilievo, Segantini con quest’opera dimostra una straordinaria capacità di restituire la luce autunnale.
Si tratta di un paesaggio ambientato nei Grigioni, a Savognino dove il pittore si trasferisce nel 1886, primissimo quadro che realizza appena arrivato. Il titolo è estremamente esemplificativo perché si tratta di una vacca che si sta abbeverando a una fontana con una contadina, ma Segantini lo intitola “Sole d’autunno”, proprio perché il vero soggetto è questa luce, questo colore estremamente forte, vivace e intenso che apre una sua nuova fase di ricerca. Quest’opera ha una centralità nel percorso segantiniano, lui stesso ne parlerà a più riprese come della base fondamentale per lo sviluppo di quello che è l’avanzamento della sua pittura negli anni ottanta e novanta dell’Ottocento».
«Vedo oggi un pubblico numeroso -ha detto il sindaco- e immagino che tra i presenti ci sia chi è contento dell’acquisto di questo dipinto, ma anche chi è perplesso e chi è contrario. Il fatto che siate qua vuol dire che percepite l’importanza di questo momento e il fatto che questa scelta sia già parte della storia della nostra città. Segantini è morto 150 anni fa, eppure siamo ancora qui a parlare di lui e delle sue opere; settant’anni fa questo quadro è sparito alla possibilità di vederlo, oggi torna alla luce. Tra settant’anni se ne parlerà ancora, e si parlerà di quello che oggi stiamo festeggiando.
L’acquisto di questo dipinto è uno di quegli eventi, di quelle scelte, di quegli atti di coraggio che scrivono pezzi di storia. A me vedere il quadro ha provocato emozioni molto forti, e auguro che per tutti sia lo stesso, dato che la vita è emozioni e luce. E questo quadro ha riacceso un sole sulla nostra città e anche su villa Angerer, per la quale siamo ora a immaginare un bellissimo futuro. Mi piace pensare che oggi Segantini, che è nato proprio ad Arco, sia nato una seconda volta».
La direttrice Giancarla Tognoni ha ripercorso il cammino che in questi anni la galleria civica di Arco ha compiuto per allacciare importanti rapporti internazionali con i massimi luoghi segantiniani, a partire dal Segantini Museum St. Moritz, grazie alla direttrice artistica Mirella Carbone. E ha ricordato il rapporto intenso e di grande affezione che da sempre lega gli arcensi a Giovanni Segantini, ricambiato dal pittore, che rimase sempre molto legato al luogo dove nacque, dove visse i suoi primi sette anni di vita e, soprattutto, dove potè avere l’affetto della madre, scomparsa prematuramente.
All’inaugurazione, venerdì mattina, dopo il benvenuto e gli interventi della direttrice Giancarla Tognoni, dell’assessore Guido Trebo, del curatore Niccolò D’Agati e del sindaco Alessandro Betta, il taglio del nastro e la visita alla mostra, per piccoli gruppi.
La mostra «Sole d’autunno. Il capolavoro ritrovato» è aperta al pubblico fino al 26 gennaio dal martedì alla domenica dalle 10 alle 18 (chiuso lunedì). Dal 28 gennaio al 31 marzo sarà aperta su prenotazione per scolaresche e gruppi con visite guidate, anche in tedesco e inglese.